Debutto dell’architetto Kengo Kuma in Portogallo: si rinnova il Gulbenkian di Lisbona
Riaprirà a settembre 2024 il CAM-Centro de Arte Moderna Gulbenkian, con una nuova struttura progettata dal giapponese Kengo Kuma, in aggiunta all’edificio disegnato da Leslie Martin e attivo da trent’anni. Lisbona ritrova così uno dei punti cardine della sua scena culturale
Echi di Giappone a Lisbona. Kengo Kuma si è infatti ispirato all’Engawa (il passaggio riparato tipico delle abitazioni giapponesi, considerato né totalmente interno né totalmente esterno) per disegnare il nuovo volto del CAM – Centro de Arte Moderna Gulbenkian, polo culturale della capitale portoghese la cui collezione riunisce opere di oltre 1350 artisti del XX secolo e dei giorni nostri. Dal 20 settembre sarà aperta al pubblico la nuova struttura, caratterizzata da un’ampia tettoia lunga 100 metri e rivestita di piastrelle di ceramica portoghese. L’addizione è stata integrata nei giardini circostanti della Fondazione Gulbenkian, in coerenza con la visione di Kuma di “un’architettura morbida e a misura d’uomo” e in risposta al desiderio del CAM di stabilire una maggiore connessione tra l’edificio, il giardino e la città. Accessibili attraverso un nuovo ingresso, i giardini sono stati a loro volta estesi per creare una “foresta urbana” disegnata dal paesaggista Vladimir Djurovic. “Nella nostra visione per il CAM, creiamo una fusione perfetta, dove architettura e natura conversano in armonia”, dichiara l’architetto giapponese che a Milano sta lavorando all’edificio per uffici biofilici Welcome, feeling at work. “Ispirati dall’essenza dell’Engawa, sveliamo una nuova narrativa all’aperto, invitando i visitatori a rallentare e a fare proprio questo spazio. L’idea di morbidezza e transizione si estende agli interni CAM dove abbiamo creato nuovi spazi per sottrazione, replicando il collegamento dell’edificio al giardino e alla luce esterna”, prosegue Kuma.
Le mostre per la riapertura del Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona
Il 20 settembre prenderanno così il via tre giorni di eventi artistici e dal vivo gratuiti per il pubblico. I punti salienti del programma inaugurale del CAM includono un’importante mostra, con un’installazione site-specific, dell’artista portoghese Leonor Antunes; sarà presentata insieme a una selezione di opere di artiste della Collezione CAM. Il CAM prevede inoltre di ospitare una significativa collezione di opere di artisti internazionali e britannici, tra cui Robert Delaunay, David Hockney e Bridget Riley. Fra i progetti espositivi visitabili rientra Tide Line, con 90 opere fra dipinti, disegni, incisioni della Collezione CAM, che resteranno esposte per due anni. La mostra parte dalla Rivoluzione del 25 aprile 1974 e si estende fino ai giorni nostri, riflettendo su altre rivoluzioni in corso, soprattutto quelle legate allo stato del pianeta. Annunciata, infine, una mostra dell’artista portoghese-brasiliano Fernando Lemos, che esplorerà il suo rapporto con il Giappone negli anni Sessanta. I suoi disegni e le sue fotografie, la maggior parte dei quali mai esposti prima in Portogallo, saranno presentati insieme a opere di altri artisti della collezione CAM e stampe giapponesi della Collezione del Museo Gulbenkian.
Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona: storia e mission
CAM è un centro artistico e culturale con una collezione di arte contemporanea e moderna che include la più grande rappresentanza di artisti portoghesi. L’idea di creare una nuova sede per le opere di arte moderna e contemporanea riunite dal filantropo e collezionista Calouste Gulbenkian (1869-1955) nasce verso la fine degli anni Settanta. L’edificio venne poi costruito nel 1983 su progetto dell’architetto inglese Leslie Martin: sorge nel parco della Fondazione Gulbenkian a Lisbona, un campus multidisciplinare composto da edifici iconici degli anni Sessanta immersi in un bosco di sette ettari. Fra gli scopi del CAM, liberare il potere di trasformazione dell’arte e il suo potenziale per stimolare il cambiamento personale e sociale, e creare eventi e programmi culturali che possano mettere tutti i visitatori in grado di sperimentare l’arte in un modo che sia integrato con loro vita quotidiana.
Niccolò Lucarelli
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