L’incessante anarchia di Tiger Tateishi in mostra a Milano
Le visioni immaginifiche e gli scenari fantascientifici e surrealisti del poliedrico artista giapponese Tiger Tateishi inaugurano la nuovissima sede milanese della galleria di Tommaso Calabro
La Tommaso Calabro Gallery riapre al pubblico con un’esposizione dedicata all’opera di Tiger Tateishi (Fukuoka, 1941-1998), figura poliedrica che spaziò con straordinaria destrezza e originalità nei decenni degli Anni Settanta e Ottanta. La galleria milanese inaugura così la sua nuova sede, in Corso Italia, con l’omaggio al ceramista, illustratore, mangaka e grafico celato dietro la firma Tiger Pinxit.
Chi era Tiger Tateishi
Tateishi nasce nel 1941 a Tagawa, Giappone, un sobborgo nella prefettura di Fukuoka noto per l’estrazione mineraria. Si appassiona sin dall’infanzia al mondo del fumetto, una via di fuga alle asprezze del secondo dopoguerra giapponese: il suo talento di mangaka lo porta all’età di tredici anni alla prima pubblicazione su una rivista. Dopo aver frequentato a Tokyo la Musashino Art University, che lo avvicina alle avanguardie del dadaismo giapponese Anni Sessanta, Tateishi, poco più che ventisettenne, si trasferisce a Milano con la compagna artista Ichige Fumiko, inserendosi fluidamente in un’atmosfera di rivoluzione e cambiamento, scenario nel quale la sua creatività sposa le figure creative emergenti del periodo. Tra queste spicca quella di Ettore Sottssas, con il quale Tateishi collabora nei primi Anni Settanta, realizzando lavori di grafica e illustrazione per le aziende Alessi e Olivetti. Nei suoi anni italiani, l’opera di Tateishi incontra inoltre la figura di Alexander Iolas, che con la sua omonima galleria fu uno dei suoi primi sostenitori, nonché una figura al centro delle ricerche del gallerista Tommaso Calabro.
La mostra di Tiger Tateishi a Milano
La forte componente sperimentale di Tateishi riempie il raffinato spazio espositivo: grandi tele, litografie e pubblicazioni, dove il colore acceso definisce narrazioni pop scandite da un’impostazione grafica propria della dimensione fumettistica. I dipinti di Tateishi paiono vignette su grande scala, dove la commistione di eterogenei simboli e personaggi a cavallo tra l’Asia e l’Occidente si fondono in quella che l’artista stesso, in una sua celebre citazione, definì incessante anarchia: “Non voglio essere un pittore, né un illustratore, né un fumettista. Ciò che voglio è un’incessante anarchia”. La precisione tecnica, l’impostazione pulita dello spazio sulla tela e la ricchezza contenutistica spalancano dinnanzi allo spettatore visioni immaginifiche, scenari fantascientifici e surrealisti, in cui emerge nel contempo una caleidoscopica riflessione sull’epoca coeva all’artista e le possibilità di un mondo in forte, brulicante, cambiamento. L’esposizione dedicata a Tateishi intende ripristinare la sua figura, ingiustamente dimenticata, omaggiando il suo fortissimo apporto al nostro attuale immaginario.
Sophie Marie Piccoli
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