A Milano nasce Velò Project al Corvetto. Nuova iniziativa per promuovere l’arte emergente
Nato nel 2024 con l’obiettivo di presentare mostre che promuovono le ricerche più recenti del panorama contemporaneo, il progetto indipendente inaugura con la doppia mostra personale di due artisti cinesi
Inaugura a Milano con la mostra Bamboo Dragonfly il nuovo progetto indipendente e itinerante Velò Project, nato nel 2024 da un duo curatoriale anonimo con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea emergente. Dal 15 marzo al 14 aprile 2024 – in Via Arcivescovo Romili 20, al Corvetto non troppo distante da Fondazione Prada e ICA Milano, in un’area dove stanno aprendo moltissimi spazi culturali e dove tra pochi giorni inaugurerà Fondazione Milano – sono presentate le opere di Yu ChengChen (HuBei, Cina, 1991) e Rui Wu (HeBei, Cina, 1991), entrambi artisti residenti in Italia che si sono formati all’Accademia di Belle Arti di Brera, rispettivamente in pittura e fotografia. E proprio su questi medium è narrata l’esposizione che si ispira per il titolo a un gioco cinese simile a un aquilone, una libellula di bamboo che vibra in cielo chiamata bamboo dragonfly. Il gioco è, infatti, al centro delle due ricerche, inteso sia come libero motore immaginifico sia come opportunità di rielaborazione della propria tradizione in chiave sociale e culturale, tra l’impulso pittorico di ChengChen e l’esattezza dello scatto di Wu.
Velò Project e la mostra inaugurale con gli artisti Yu Chengchen e Rui Wu
Graffiante e colorata, la pittura di Yu Chengchen fonde e confonde acrilici e pastelli a olio con nastri argentati e plastiche di forme variabili che fuoriescono dalla staticità della tela oltrepassandone i limiti: tra faccine giocose, cuori e creature biomorfe che dialogano con figure che morfologicamente rimandano a vulve e forme falliche, l’artista rivela la naturalezza dell’istinto sessuale, tra emotività e scoperta del corpo. Lo stesso atto di dipingere è riproposto come esperienza fisica e ludica, in cui il corpo è coinvolto freneticamente accompagnato dal ritmo di musica sperimentale. La tradizione popolare cinese è, invece, al centro delle opere di Rui Wu (tra le altre cose anche co-fondatore a Milano dello spazio indipendente t-space) che presenta, tra fotografia analogica e digitale, una serie di scatti su Mao Zedong e una sul paesaggio mediterraneo. La prima racconta di un gioco che sono soliti fare i bambini cinesi con gli yuan da cui (piegandoli) ricavano un Mao deforme e sorridente: incuriosito dalla sua tradizione Wu documenta e si appropria nello stesso tempo di queste immagini popolari, ponendo l’attenzione sulla dialettica tra uniformità dell’immagine e il diverso colore dei tagli delle monete. Raggi Rossi e Quando viene il rosso (la seconda serie) sono scatti epici e romantici, in cui il paesaggio mediterraneo è mutato dalla lunga esposizione della macchina fotografica a una precisa illuminazione laser che, da circa due chilometri di distanza, genera fasci di luce rossa artificiale evocando la fioritura delle azalee tipica delle valli della Cina sudorientale.
Caterina Angelucci
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