L’arte di Mario Ceroli in mostra a Milano con una installazione monumentale
Giganti in pino russo, sagome, legni bruciati e cenere: la Cardi Gallery di Milano apre i battenti di una nuova mostra alla scoperta di una delle personalità artistiche più poliedrice del secondo Novecento
Allestita negli spazi della storica Cardi Gallery di Milano (realtà attiva dal 1972, attualmente guidata da Nicolò Cardi), la mostra personale di Mario Ceroli (Castel Frentano, Chieti, 1938) approfondisce la produzione artistica degli Anni ’70 e ’80 di uno dei più importanti esponenti dell’arte povera italiana.
La mostra di Mario Ceroli alla Cardi Gallery di Milano
Entrando negli spazi ariosi della galleria in corso di Porta Nuova, otto monumentali giganti in legno di pino russo (fino a 3 metri) conquistano lo spazio centrale della sala; si tratta del gruppo scultoreo dei “discorsi platonici sulla geometria”, affannate e rigide muscolature intagliate nel legno grezzo, intente a sopportare il peso di massicce figure geometriche sulle proprie spalle: un caleidoscopio di Atlanti, una declinazione ragionata e potente sugli assoluti della filosofia platonica.
Intorno a questo sapiente incontro di mitologia, scultura e filosofia, nei due piani della Galleria, si dispone una serie di quadri di materia, molti dei quali raramente esposti al pubblico, che ripercorrono l’indagine artistica del maestro dell’arte povera. Legni bruciati, rami, paglia e cenere compongono panorami desolanti, dove la materia è visibilmente fragile, crettata dal fuoco o essiccata dal tempo.
In fine, al piano superiore, un’unica ed isolata silhouette intagliata nel legno, adagiata al suolo, dinanzi a una fila di tronchi bruciati che conducono a questa presenza-assenza, riempita di umile cenere.
L’arte di Mario Ceroli tra materia e concetto
“Scricchiolano, parlano, non ci sono dubbi!” con queste parole l’artista ci introduce nel suo mondo fantastico, fatto di sperimentazioni materiali e di un’attenta indagine concettuale, una sintesi perfetta di esperienze.
Ceroli è un uomo poliedrico, artista ma anche scenografo, nelle sue sculture viene deposto il materiale nobile ed evitato il “Labor limae”. Le sue figure sembrano istantanee bidimensionali sovrapposte, attimi che si sommano in una nervosa tridimensionalità scossa da un costante movimento della materia, che appare viva.
Nella sua ricerca il contributo di maestri del calibro di Paolini e Kounellis è tanto importante quanto quello di Leonardo da Vinci e Paolo Uccello; la sua arte è potente ed evocativa, nelle sue opere emerge una raffinata ricerca concettuale e materiale in cui vengono coinvolti e stimolati tutti i nostri sensi: l’odore della paglia, lo scricchiolare dei legni, la friabilità del carbone, le mille ombre prodotte dai volumi spigolosi; Ceroli è il vero Demiurgo di questo tempo, che plasma la materia infondendola di idee, vita e verità.
Gabriele Passeri
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati