Nascosto tra le calli veneziane, situato tra il canale di Cannaregio, il Canal Grande e la settecentesca Chiesa di San Geremia, il monumentale Palazzo Labia è uno dei più straordinari quanto sottovalutati gioielli del nostro patrimonio culturale. Edificio della massima rilevanza storico-artistica – nonché sede regionale degli uffici della televisione italiana dal 1964 – Palazzo Labia è uno dei siti più imponenti e maestosi edificati durante il periodo barocco in laguna, costruito tra il XVII e il XVIII Secolo.
Palazzo Labia a Venezia
Storicamente di proprietà della famiglia dei Labia (ricchissimi mercanti provenienti dalla Catalogna iscritti al patriziato veneziano dal 1646), lo stabile, esteso su una superficie di oltre 7500 metri quadrati, è uno dei palazzi veneziani di epoca barocca più ampi e monumentali in assoluto. Articolato in tre piani, l’interno conserva un importante tesoro (sfortunatamente celato agli occhi del vasto pubblico, a causa del carattere privato dell’impiego dell’edificio): un raffinato ciclo di affreschi firmato dal maestro del colore veneziano Giambattista Tiepolo. Realizzata dal pittore tra il 1747 e il 1750 con tinte tenui e inconfondibili, la maestosa decorazione parietale impreziosisce il Salone da ballo del piano nobile.
Il maestoso ciclo di affreschi di Tiepolo a Palazzo Labia a Venezia
Nel salone, Tiepolo affrescò l’intero ambiente in un tripudio di colori e iconografie ricercate e simboliche: dallo sfarzoso soffitto – la cui parte centrale è occupata dal Genio su Pegaso che mette in fuga il Tempo – alle pareti, dove spiccano, rispettivamente, l’Incontro di Antonio e Cleopatra e il Banchetto di Cleopatra. Gli affreschi sono magistralmente incorniciati da una sapiente struttura architettonica, dipinta in modo illusionistico con un trompe-l’œil eseguito dal quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna. Nell’episodio dell’Incontro è da notare una variazione nella figura di Antonio voluta da Tiepolo, testimoniata dal modello dell’affresco conservato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. La composizione prosegue con la poetica allegoria de Il Tempo che rapisce la bellezza e il gruppo dei venti. Oltre al salone nobiliare, altre sue piccole sale adiacenti presentano i soffitti affrescati dall’artista veneziano, con due decorazioni di forma ellittica che abbracciano le coppie di Bacco e Arianna e Zefiro e Flora.
Laura Cocciolillo
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