Il leggendario gallerista Gavin Brown ha aperto un nuovo spazio a Roma: La Pulce
Dopo lo spazio di Sant'Andrea De Scaphis , ricavato in un piccolo oratorio a Trastevere, il celebre mercante d'arte apre una nuova galleria, e la inaugura con una mostra personale di Marc Kokopeli
L’importante (ex) gallerista Gavin Brown raddoppia la sua presenza a Roma. Dopo Sant’Andrea De Scaphis, galleria d’arte inaugurata ormai nove anni fa nel piccolo oratorio di Trastevere, e con la definitiva chiusura post-pandemica del suo storico spazio di New York, il leggendario mercante torna infatti a concentrarsi sulla capitale italiana con l’inaugurazione de La Pulce, in via dei Tre Archi 5. Associato da alcuni anni a Barbara Gladstone, Brown ha aperto la nuova galleria al pubblico a metà febbraio con la mostra Die ring di Marc Kokopeli, visitabile fino al 30 marzo su appuntamento.
La leggenda di Gavin Brown
Artista e mercante d’arte britannico formatosi tra il Newcastle Polytechnic e il Chelsea College of Arts, Brown ha lavorato alla Anthony d’Offay Gallery di Londra con Damien Hirst, prima di trasferirsi a New York nel 1988 per continuare gli studi all’Independent Study Program del Whitney Museum. Brown ha iniziato a organizzare mostre all’inizio degli Anni ’90, e ha aperto la sua prima galleria a Soho nel 1994. Già parte del comitato di selezione per la prima edizione di Frieze Art Fair, il gallerista è stato inserito nella rubrica delle persone più influenti dell’arte del Guardian nel 2014. Noto per i progetti anticonvenzionali e su larga scala, Brown aveva anche aperto nel 2015 con Rirkrit Tiravanija il ristorante/galleria Unclebrother dentro una vecchia autorimessa.
A lungo proprietario dell’omonima Enterprise a New York e co-fondatore dello spazio no-profit 356 Mission a Los Angeles, gestito dalla pittrice Laura Owens e aperto fino al 2019, aveva tenuto già all’inizio degli anni 2000 una prima galleria a Roma, chiamata appunto Roma Roma Roma, con i galleristi Franco Noero di Torino e Toby Webster di Glasgow.
Il nuovo spazio di Gavin Brown a Roma
“Roma è sempre stata un sogno mitico“, ha raccontato Brown a Cultured. “Forse per quasi tutti, dato che esiste all’interno del nostro sogno collettivo appiattito, in particolare per un britannico cresciuto sui libri illustrati dei confini esterni dell’Impero Romano. […] Suppongo di essere stato ipnoticamente attratto da quell’indifferenza, soprattutto dal punto di vista imperiale dell’Empire State: Roma è lo specchio di New York. Volevo fare un passo indietro fuori dal tempo lineare americano. Roma non è collegata alla nostra storia molto provinciale sull’arte contemporanea. Anche se non è certo un centro, in realtà è una zona arretrata, sulla strada che non porta da nessuna parte“. Se forse non un punto di riferimento internazionale, Roma è però in grado di ospitare progetti innovativi e informali, con esperimenti che spaziano dal Centro per le arti visive alle esperienze fondate da collettivi, come Spazio Giallo, Spazio Y, IUNO o PrimaLinea, senza dimenticare la flotta di gallerie storiche così come i molti spazi non profit. La Pulce punta a inserirsi in questa bizzarra varietà.
Giulia Giaume
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