Arriva la Biennale Danza e Teatro 2024 di Venezia. Ecco tutto il programma
“Niger et albus” e “We human” sono i titoli scelti dai rispettivi direttori artistici per la prossima edizione delle due kermesse veneziane. Cartelloni ricchi ed eclettici per riflettere sul presente guardando al futuro
Si presentano emozionati, ma determinati a ricoprire con passione l’incarico di fine mandato, Stefano Ricci e Gianni Forte e Wayne McGregor, responsabili rispettivamente del settore teatro e del settore danza della Biennale di Venezia, al quarto anno di lavoro. Entrambe le direzioni artistiche, infatti, palesano la volontà di imprimere eloquentemente la propria visione dell’arte e del mondo così come la propria personalità sui rispettivi programmi, in entrambi i settori intenzionalmente variegati e fitti di motivi di interesse.
Il cartellone 2024 di Biennale Teatro
Dal 15 al 30 giugno va in scena Niger et albus, il cartellone messo a punto da Stefano Ricci e Gianni Forte: “In principio tutto era bianco e nero; la contrapposizione tra bene e male, in quell’eterna azione di miglioramento auspicabile per qualunque essere umano. Gli opposti mescolati, le trame da comporre tra buio e luce. Ed è il superamento di questo dissidio che porta l’individuo a procedere verso un progresso generale. […] Niger et albus, in latino a raccontare una lingua morta che ha smarrito il soffio vitale, descrive gli opposti, la forza dello strappo per ricucire una nuova specificità lontana dalle vetuste e anacronistiche gabbie binarie. Per fare un passo avanti sul tracciato dell’autorealizzazione” spiega Forte “Niger et albusrappresenta la forza di accettare ciò che esiste fuori e dentro di noi, costruendo le palafitte di rispetto e orgoglio delle differenze che ci contraddistinguono per maturare una serenità e un distacco solare dai passi feroci di un pianeta che si esprime solo attraverso il mendicare lo sguardo compiaciuto dell’altro”. E prosegue Ricci: “Se non riusciamo a immaginare un mondo migliore e più armonioso, non avremo mai i mezzi necessari per ricostruirlo. Niger et albus diviene allora, in questa 52. edizione del Festival, la promessa di una nuova luce che si fa strada: ricca di performance e spettacoli magnetici”.
Gli artisti e le compagnie di Biennale Teatro 2024
Da questa premessa deriva un cartellone assai eterogeneo e caratterizzato dalla trasversalità, per descrivere il quale Stefano Ricci fa riferimento alle carte dei tarocchi, sottolineando così ancora la volontà di congiungere passato e futuro, tradizione e invenzione: “Il Bagatto Back to Back Theatre lascerà ai suoi compagni il primo giro di carte per poi chiudere l’edizione; sarà l’Imperatrice Gob Squad a lanciare l’apertura e stabilire i primi vaticini; seguiranno il Matto Ciro Gallorano; il Cavallo Tim Crouch; il Mondo Muta Imago; la Ruota Elia Pangaro; la Papessa Giorgina Pi/Stefano Fortin; il Sole Fabrizio Arcuri/Carolina Balucani; l’Appeso Milo Rau; la Morte Vaiva Grainytė/Lina Lapelytė/Rugilė Barzdžiukaitė; gli Amanti Eliana Rotella/Fabio Condemi; il Diavolo Rosalinda Conti/Martina Badiluzzi; la Giustizia Amir Reza Koohestani;tutti tesi a intrecciare un ordito divinatorio, un mosaico per interpretare il nostro domani”. Accanto al Leone d’Oro, l’australiano Back to Back Theatre, e al Leone d’Argento Gob Squad, figurano altri artisti di primo piano della scena internazionale quali l’ormai celebre Milo Rau con Medea’s Children; l’autore e attore britannico Tim Crouch con Truth’s a Dog Must to Kennele l’iraniano Amir Reza con il suo Blind Runner, che affronta con composta inquietudine il tema dell’immigrazione e della violazione dei diritti umani. Fra gli italiani, accanto all’imperdibile rilettura del cechoviano Tre sorelle di Muta Imago, è da evidenziare la fiducia tributata ai giovani talenti, affiancati da artisti con maggiore esperienza: ecco dunque che i testi dei vincitori del bando Biennale drammaturgia del 2022 diventano spettacoli grazie alla collaborazione di due registi quali Giorgina Pi e Fabrizio Arcuri mentre i copioni vincitori dello scorso anno sono oggetto di letture teatralizzate create in collaborazione con i più giovani ma già affermati Fabio Condemi e Martina Badiluzzi.
Biennale College Teatro 2024
La vocazione creativamente “didattica” della Biennale Teatro è ribadita da Gianni Forte nell’illustrare l’ampia offerta di Biennale College Teatro: sette masterclass con altrettanti maestri internazionali, gli stessi in cartellone con i propri spettacoli, a chiarire come il festival non sia semplicemente una “vetrina” ma presupponga un impegno e un’adesione al progetto generale da parte degli artisti coinvolti. Forte ricorda proprio la “missione rabdomantica di scouting” di Biennale College, con l’obiettivo di “ribaltare prospettive e sprigionare possibilità impensabili”.
Il cartellone 2024 di Biennale Danza
“Per migliaia di anni, Noi Umani abbiamo comunicato muovendo i nostri corpi a ritmo, insieme. Abbiamo implorato gli dei perché ci dessero il sole e la pioggia, abbiamo mostrato la forza bruta in temibili unisoni, abbiamo ostentato il nostro amore, stuzzicato la fertilità, celebrato le gioie e i dolori condivisi su questa terra e ci siamo lanciati verso l’estasi, liberandoci dal dolore della morte. Tuttavia, non c’è più bisogno che lo facciamo: disponiamo di molti modi, artificiali e digitali, per comunicare i nostri desideri, le nostre riflessioni, le nostre emozioni e le nostre intenzioni. Per attrarre, esplorare e nutrire la connessione autentica, l’intimità. Eppure persistiamo. Perché la danza è sempre dentro di noi. Noi Umani siamo movimento”. Con queste parole Wayne McGregor descrive We Humans, in scena dal 18 luglio al 3 agosto. Il coreografo inglese definisce questa sua ultima edizione quale il culmine del percorso compiuto durante questi quattro anni di direzione artistica e promette che quello a cui assisteremo sarà un “festival epico che esplora la natura stessa di ciò che significa essere umani”. Tutti gli artisti invitati concorreranno a indagare e cercare di svelare la complessità della vita umana e sono accomunati dall’adottare la “danza come atto filosofico di comunicazione”. Artisti che, inoltre, “lavorano in modo collaborativo, in partnership, con e attraverso mezzi tecnologici o analogici, utilizzando l’intelligenza artificiale come strumento creativo e performativo (o viceversa!) e realizzando lavori dalle forme sconosciute e dalle sorprendenti direzioni politiche, sociali ed etiche”.
I cinque filoni della Biennale Danza 2024
Il programma della Biennale Danza 2024 si svilupperà, come nelle edizioni passate, in cinque filoni: Live, Film Installazione, Biennale College, Collaborazioni, Incontri/Workshop.Per quanto riguarda il filone Live, ovvero il palinsesto di spettacoli, segnaliamo i tre titoli di cui è protagonista il Leone d’Oro Cristina Caprioli – Deadlock, Flat Haze e Silver – e i due del Leone d’Argento Trajal Harrell – l’assolo Sister or He Buried the Body e Tambourines. Da non perdere, poi, la prima opera teatrale in otto anni dell’artista giapponese Shiro Takatani: Tangent è frutto dell’interrelazione fra arte, scienza e tecnologia, trascendendo così il confine fra arti performative e arti visive, come fa anche la regista, artista visiva, specializzata nell’installazione e danzatrice contemporanea argentina Melisa Zulberti nel suo progetto interdisciplinare Posguerra. In cartellone ci sono, poi, i lavori di Cheng Tsung-lung, direttore artistico e coreografo del seminale Cloud Gate; di Guy Nader e Maria Campos; della compagnia afrocolombiana Sankofa Danzafro, fondata nel 1997 da Rafael Palacios nell’intento di costruire un ponte tra i popoli afrocolombiani e il continente africano; del gruppo winter guests di Alan Lucien Øyen; di Benji Reid, che combina in modo assai originale e innovativo danza e fotografia; dell’artista svizzera Nicole Seiler, che metterà alla prova sul palco l’intelligenza artificiale; della compagnia britannica Lost Dog; dei due vincitori del bando della Biennale per i talenti coreografici italiani emergenti, ossia il collettivo Miller de Nobili Dance Theatre e Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali, alias Vidavé.
Per quanto concerne il secondo filone, Film Installazione, per tutta la durata del festival sarà possibile assistere all’installazione cinematograficaDe Humani Corporis Fabrica, ideata e realizzata da Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor.
Il filone Collaborazioni, invece, vedrà come protagonisti gli artisti e musicisti Romain Bermond e Jean-Baptiste Maillet, noti come Stereoptik che, al Teatro del Paroc, metteranno in scena lo spettacolo Antechamber, opera che prevede la partecipazione del pubblico, permettendogli di immergersi nel processo di formazione delle idee, nella materializzazione di un personaggio e nell’evoluzione di una storia. In questa sezione si inserisce anche l’attività di Indigo Lewin, artista fotografico in residenza per il quarto anno, che continua il lavoro di ritratti intimi alla Biennale Danza. Per celebrare l’archivio fotografico del mandato di Wayne McGregor come Direttore della Biennale Danza, e in collaborazione con l’Archivio della Biennale, verrà dunque impaginato e pubblicato uno straordinario libro fotografico sulla danza che sarà presentato entro la fine del 2024.
Laura Bevione
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