All’Accademia di Belle Arti di Catania una mostra sullo storico gazometro della città
Tra arti visive, fotografia e design l’archeologia industriale del gazometro di Catania è protagonista di un progetto espositivo che mette in dialogo mondo accademico, impresa pubblica e privato
Si intitola Volatile ed è visitabile fino a mercoledì 10 aprile 2024 nella Galleria Massimo Ligreggi a Catania (in via Indaco 23, zona Ciminiere) la mostra presentata dall’Accademia di Belle Arti che vede la collaborazione tra mondo accademico, impresa pubblica e privato. Incentrata sullo storico gazometro della città – che fin dal 1862 distribuiva gas per alimentare gli impianti di illuminazione pubblica e fornire energia alle case e alle imprese –, l’esposizione raccoglie l’opera di 12 giovani artisti a cura dell’altrettanto giovane Mario Bronzino (Palermo, 1997) offrendo un nuovo sguardo sullo straordinario sito di archeologia industriale. Interpretando le suggestioni del luogo, la funzione e la storia del gazometro (inaccessibile se non agli addetti ai lavori), Volatile ne racconta memorie e visioni tramite i contributi di Erika Allia, Gabriele Argentino, Alessia Arnone, Chiara Bruno, Diego Greco, Tiziano Lotta, Martina Minauda, Silvia Muscolino, Mirko Puliatti, Maria Troina, Giulia Cassaro e Filippo Sciacca dei corsi di Pittura e Linguaggi del Contemporaneo e Fotografia, a cui si aggiungono Paolo Costanza, Carlotta Costanzo e Asia Sabatelli del corso di Design della Comunicazione Visiva per il progetto grafico.
Il gazometro di Catania nella mostra Volatile dell’Accademia di Belle Arti
“Impossibile – spiegano i docenti Gianluca Lombardo e Marcella Barone che, insieme a Carmelo Nicosia e Marco Lo Curzio, hanno coordinato il progetto – non amare questo sito carico di mistero, di storia, di tecnologia all’avanguardia, di reverenziale rispetto. Nulla ci ha lasciati indifferenti. E i giovani artisti sembra abbiano colto appieno questo mondo strano, metà antico, desueto e inagibile, metà funzionale e tecnologico”, perché continua Barone “dare voce a queste realtà attraverso il racconto, la documentazione fotografica e la restituzione artistica significa anche creare nuove connessioni, mettere in discussione il comportamento umano, instillare il dubbio (…) riflettere su come si è modificato il contesto urbano, la vita sociale e l’ambiente circostante”. Ogni artista, infatti, ha indagato e declinato i piani simbolici del gazometro attraverso un delicato processo di rielaborazione delle suggestioni poetiche (e anche drammatiche) del luogo che ha determinato nella storia lo sviluppo economico e socioculturale della comunità etnea. La mostra sarà visitabile dal 23 al 29 marzo, dal 2 al 5 aprile e dall’8 al 10 aprile, dalle 15 alle 19.
Caterina Angelucci
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