Il Teatrino di Palazzo Grassi presenta da giovedì 4 a domenica 7 aprile 2024 l' 11° edizione di un appuntamento diventato un vero e proprio classico della programmazione primaverile dell’istituzione: Palazzo Grassi invita Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea, rassegna fiorentina dedicata alle molteplici interazioni tra cinema e arte contemporanea.
Il cartellone di proiezioni, pensato appositamente per il pubblico veneziano e curato da Palazzo Grassi insieme a Lo schermo dell’arte, presenta una selezione di titoli a partire dall’ultima edizione del festival a Firenze.
Il programma, ad accesso libero, si articola in quattro serate con 10 proiezioni, tra film d’artista e documentari d’arte, firmati da filmmaker provenienti da tutto il mondo e di generazioni differenti, e due incontri con gli autori selezionati per questa edizione.
A dare avvio alla rassegna al Teatrino, giovedì 4 aprile dalle ore 18.00, l’artista libanese Rabih Mroué con la sua non-academic lecture "The Pixelated Revolution" (60’, 2012). Nel 2011, con lo scoppio della rivoluzione siriana, l’artista ha avviato un lavoro di raccolta delle immagini pubblicate sui social relative alla documentazione delle proteste contro il regime di Assad, interrogandosi sull’estetica della violenza e sul rapporto che si instaura tra la narrazione della realtà e la percezione che ne hanno gli osservatori.
La serata prosegue con la proiezione di “Dearest Fiona” di Fiona Tan (Paesi Bassi, 2013, 102'), un viaggio tra sogno e realtà, in cui un montaggio ipnotico è accostato alla voce dell’artista mentre legge le lettere che il padre le inviava ad Amsterdam dall’Australia negli anni Novanta, per raccontarle piccoli avvenimenti della vita quotidiana.
Venerdì 5 aprile 2024, dalle ore 18.00, si susseguono tre film: “Bloodlines” di Amie Siegel (Stati Uniti, Regno Unito), che segue il movimento delle opere di George Stubbs (1724-1806), dai luoghi in cui sono custodite sino alla mostra a cui sono destinate, intrecciando i soggetti dei dipinti con elementi tratti dal reale. A seguire, “Capital” di Basma al-Sharif (Egitto, Italia, Germania, 17'), si muove su un registro totalmente satirico, in cui si scorgono i riferimenti al sogno egiziano di dare vita a una nuova colossale capitale. Conclude la serata “Man in Black” di Wang Bing (Francia, Stati Uniti, Regno Unito, 2023), dedicato al compositore cinese Wang Xilin che, completamente nudo, racconta la sua vita da dissidente, esperienza che ha fortemente influenzato la genesi di alcune sue composizioni.
Sabato 6 aprile, le proiezioni partono alle 17.00 con “White Balls on Walls” di Sarah Vos (Paesi Bassi, 2022, 90') in cui il direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam e il suo team lavorano al rinnovamento del percorso allestitivo con l’obiettivo di restituire visibilità alla produzione artistica femminile, non bianca e non occidentale, portando così alla luce i limiti e anche i fallimenti di questo cambio di prospettiva. “Message from Mars” di John Menick (Stati Uniti, 2023, 15’), secondo titolo in calendario per la serata, è un film fantasy di animazione in cui un androide intrappolato da due secoli su Marte osserva le costruzioni realizzate per ospitare i coloni umani, in verità mai arrivati sul pianeta rosso. “Nam June Paik: Moon is the Oldest TV” di Amanda Kim (Stati Uniti, 2023, 109') è l’omaggio a una figura chiave dell’arte del XX secolo che, attraverso materiale d’archivio ne ricostruisce l’incessante sperimentazione che lo ha portato a immaginare a nuove forme di espressione.
L’ultima serata in programma, domenica 7 aprile, presenta a partire dalle ore 17.00 tre film incentrati sulla vita di altrettanti artisti afferenti ad ambiti espressivi, generazioni e storie personali molto diverse. “Dead Dance” di Domenico Palma (Italia, 2023, 54') in cui l’artista Giulia Cenci, dal suo studio nella campagna toscana, racconta la genesi dell’opera presentata alla Biennale Arte 2022, che dà il titolo al film, portando in luce le sue riflessioni sul mondo naturale e un accorato appello ad acquisire maggiore consapevolezza nelle relazioni tra specie e nel rapporto tra umanità e ambiente. “Radical Landscapes” (Svizzera, Italia, 2022, 91'), proiettato alla presenza della regista Elettra Fiumi, è un documentario che racconta lo spirito rivoluzionario di Fabrizio Fiumi, padre dell’autrice e membro del collettivo di architettura radicale 9999, in cui le innovazioni tecnologiche si mescolavano a un’attenzione profonda per le questioni ambientali. Infine, in “Robert Irwin: A Desert of Pure Feeling” di Jennifer Lane (Stati Uniti, 2022, 94') il protagonista è l’artista californiano Robert Irwin, scomparso nell’ottobre 2023. Attraverso materiali d’archivio, il film racconta le celebri installazioni di luce e spazio firmate da Irwin, in particolare l’imponente lavoro permanente realizzato in Texas presso la Chinati Foundation di Marfa.
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