Il verme e il ragno è la mostra personale dell’artista Andrea d’Amore attorno alle potenzialità di trasformazione della materia visiva e culinaria, attraverso un processo di ricerca e prassi dedito alla cura e alla creazione di momenti conviviali.
Comunicato stampa
Il verme e il ragno è la mostra personale dell’artista Andrea d’Amore attorno alle potenzialità di trasformazione della materia visiva e culinaria, attraverso un processo di ricerca e prassi dedito alla cura e alla creazione di momenti conviviali.
Realizzata negli spazi di Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi a Prato, l’esposizione evoca un aspetto fiabesco e simbolico che scorge nel verme una rappresentazione della metamorfosi e dell’azione maschile, mentre nelle forme del ragno un’allegoria del femminile come archetipo di ricezione.
Il progetto espositivo, che riunisce opere degli ultimi 4 anni e nuove produzioni, è dislocato in ambienti eterogenei, seguendo una postura iniziatica basata sui processi di solvenza e coagulazione per tentare di immergersi in una dimensione archetipa e sabotare i binarismi sociali eretti.
La solvenza è lo scioglimento della sostanza solidificata nel tempo e rappresenta l’elaborazione psicologica di un passato cristallizzato: l’intenzione è dimenticare quanto appreso nel corso della vita. Questa disposizione a disimparare è utilizzata e verificata dall’artista nel video Un mondo senza nomeregistrato immedesimandosi in un individuo che si sveglia in un mondo del quale è il primo abitante umano, ma dove esistono già tutti gli oggetti creati dalla storia dell’uomo. Gli utensili tuttavia non hanno ancora un nome. Insieme alla scultura di ceramica Limoni, che tramuta alcuni agrumi in una protesi ergonomica indossabile dalla forma fallica, le due opere sono strumenti di analisi delle forme dell’identità e della relazione tra azione e ricezione.
La coagulazione segue alla solvenza e si manifesta come riorganizzazione di un’identità disgregata e in perenne divenire. d’Amore presenterà una tavola imbandita e apparecchiata con piatti di terracotta modellati sul calco del proprio volto. Le pietanze verranno cucinate in 9 pentole prodotte dall’artista che rappresentano — insieme ai coperchi a bassorilievo dipinti con scene tratte dalla storia dell’arte e dalla mitologia — i nodi relazionali di conflitto e i rapporti di discendenza familiare. Dopo il momento conviviale, le pentole e i coperchi verranno installati nello spazio fino ad assumere le forme di un totem scultoreo che allude all’albero genealogico dell’artista.
L’attitudine performativa del progetto permette di mettere in scena la tramutazione dell’organico e di accedere a un tempo prossimo al sapore sensibile piuttosto che a un sapere prettamente razionale, vale a dire a simbologie al confine dell’ambiguo e a travestimenti di senso. |
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Andrea d'Amore
I campi di ricerca e di applicazione della pratica di Andrea d'Amore sono principalmente il convivium - inteso come dispositivo per la creazione di relazioni intorno alla preparazione e al consumo di cibo in un determinato spazio-tempo, dove ogni elemento, umano e non umano, gioca un ruolo relazionale nella realizzazione di una certa atmosfera - e il tracciamento speculativo nell'ambito della caccia e della raccolta, condotte iterativamente e con una postura empatica.
Ha partecipato a residenze artistiche tra cui Guilmi Art Project,(CH). Traffic Festival (PU). Archeologia Arborea (PG). Realizzato performance e installazioni per istituzioni nazionali come Video Sound Art Festival (BS), EX3 Center for Contemporary Art (FI), Centro Pecci (PO), Villa Romana (FI), Fabbrica del Vapore (MI) e internazionali, Deutsche Bank KunstHalle, Berlino, Art Basel, Miami, Mahalla Biennial Festival of Istanbul, Istituto Italiano di Cultura Città del Messico.
ChorAsis. Lo spazio della visione
Associazione culturale di sostegno agli artisti, produzione e promozione di progetti di arte contemporanea presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato (già villa Aldobrandini). Il progetto di ricerca ChorAsis intende riflettere sul significato della persistenza del passato nel presente, mettendo a disposizione degli artisti alcuni ambienti storici della villa e il suo parco-giardino. Gli artisti sono invitati a leggere e interpretare liberamente gli spazi con creazione di opere ed interventi site specific. Punto fondamentale ristabilire il rapporto creativo fra opera, spazio e lo sguardo di chi la osserva, evidenziando il processo creativo che conduce all’opera nelle sue diverse fasi, dalla genesi all’opera finita, agli incontri con il pubblico. |
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