I programmi di Alessandro Bollo, nuovo direttore del Museo Risorgimento di Torino
Bollo, che ha assunto l’incarico a inizio 2024, ha presentato il piano di attività e le nuove prospettive del Museo per il 2024. Obiettivi? Accessibilità, giovani e coinvolgimento della città: "Come il Museo Egizio"
“Sarà un luogo attivo, dinamico, di ricerca e insieme di divulgazione che, attraverso un allestimento ricco di apparati tecnologici, saprà parlare a pubblici diversi”. Con queste parole il nuovo direttore del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, Alessandro Bollo, dà la sua personale ricetta per avvicinare il grande pubblico al museo sede del Parlamento Subalpino, dove è nata la democrazia italiana. Bollo, che ha assunto l’incarico a inizio anno – “nei primi tre mesi abbiamo fatto 36mila visitatori a fronte dei 31mila dello scorso anno nello stesso periodo” -, ha presentato, insieme alla presidente Luisa Papotti, le linee guida del suo mandato e il programma espositivo 2024.
La visione e le intenzioni della nuova direzione di Bollo
Il torinese Alessandro Bollo, laureato in Economia e Commercio, è esperto di management e progettazione culturale, co-fondatore della Fondazione Fitzcarraldo. Già direttore generale della Fondazione Polo del ‘900 di Torino (dove ha preso il suo posto Emiliano Paoletti) e senior project manager “eccezionale” de La Fabbrica del Vapore di Milano, avrà un mandato di quattro anni (rinnovabili per altri 4). “L’idea è quella di fare ogni anno in autunno una grande mostra autoprodotta (il museo, ente morale dal 1902 si autofinanzia al 70%, il resto arriva da Regione, Comune, Ministero N.d.R) , anche di arte contemporanea, ma con agganci alla storia dell’800 per poter parlare alle nuove generazioni”.
Ci sarà grande spazio per la tecnologia. “Questo è l’anno da startup per noi e pensiamo di creare interfacce di Intelligenza Artificiale generativa dentro il museo, mentre a ottobre realizzeremo una video e audioguida in realtà aumentata con animazioni per rendere più attrattiva la storia”. E poi tante collaborazioni con le istituzioni e rassegne del territorio come Archivissima, Artissima, Biennale Democrazia, dell’Economia e Polo del’900 “per aiutare a leggere la città del Risorgimento in ogni campo, dai monumenti al cibo e ristorazione”. Il tutto puntando ad accrescere il museo in termini di risorse umane e ricerca. “Il nostro modello è il Museo Egizio che, come Fondazione, è partito da poche persone per arrivare ad oggi a uno staff di 80 elementi”.
La programmazione artistica 2024
Il primo appuntamento del nuovo corso sarà l’apertura straordinaria del Parlamento Subalpino, visitabile tutte le domeniche dal 5 maggio al 2 giugno: si punta a renderla permanente dopo una valutazione di costi e benefici. Un obiettivo fondamentale e di grande attrazione per il pubblico, dato che si tratta dell’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848. A metà ottobre sarà inaugurata la mostra Rileggere il Risorgimento. Torino-Italia 1884-2024 che racconterà il momento fondativo del museo: quello dell’Esposizione Universale del 1884 unito all’oggi, grazie a un invito collettivo ai Musei del Risorgimento di tutta Italia di selezionare oggetti che sappiano comunicarne i valori ai giovani.
Più nell’immediato, il 13 aprile, sarà inaugurata la mostra di punta di Torino la Capitale della cultura d’impresa 2024, riconoscimento che Confindustria assegna da cinque anni sulla scia delle Capitali della cultura promosse dal Ministero della Cultura, per valorizzare le economie locali e la vocazione manifatturiera dei territori: sarà l’occasione per ospitare incontri, talk ed eventi performativi tematici. Infine, nell’ambito del festival Exposed, il museo ospiterà la mostra Paesaggi industriali. Un viaggio nelle trasformazioni urbane di Torino del fotografo Mauro Vallinotto.
Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati