Digitalizzare il lavoro dei musei. Ecco come funziona Hidonix, piattaforma integrata di gestione
Dal Padiglione Venezia della Biennale a Palazzo Strozzi, sono tante le istituzioni culturali che hanno trovato in Hidonix un partner per ottimizzare e digitalizzare le attività quotidiane
Un software che aiuta a gestire i musei. Hidonix ha sviluppato una soluzione integrata, per musei e visitatori, in grado di offrire una gestione completa delle collezioni, degli archivi, dell’accoglienza dei visitatori e del loro intrattenimento. Scopriamo i segreti e la storia di questa azienda tecnologica, chiedendoli direttamente al suo team.
Come è nato il progetto?
Il progetto ha avuto origine quasi 10 anni fa, grazie ad un’intuizione del fondatore Achille De Pasquale. Durante una visita a un rinomato museo londinese, accompagnato da un amico esperto della collezione esposta, Achille ha riflettuto su quanto sarebbe stato utile avere una guida coinvolgente e sempre accessibile.
Da quel momento, il futuro fondatore di Hidonix ha coltivato l’idea di sviluppare un’applicazione mobile che sfruttasse la tecnologia del riconoscimento d’immagine per fornire contenuti multimediali riguardanti le opere d’arte.
Nel corso degli anni successivi, dopo aver incontrato lo staff dei musei più prestigiosi d’Europa e degli Stati Uniti per comprendere le esigenze del mercato, e grazie a un lavoro di sviluppo accurato, Achille e un ristretto team di esperti hanno dato vita a MIT – Museum Innovation Technology. Questa piattaforma, che unisce l’idea iniziale dell’applicazione mobile a un sofisticato software gestionale, offre oltre 60 funzionalità e un mix unico di tecnologie avanzate.
Quali sono le competenze del team fondatore dell’iniziativa?
Il team fondatore possiede competenze approfondite nell’ambito dello sviluppo di software SaaS e applicazioni mobile, con un focus specifico sull’integrazione di tecnologie di computer vision, intelligenza artificiale, realtà estesa (XR) e intelligenza spaziale. Questa combinazione di competenze tecniche è affiancata da una solida conoscenza nei settori del marketing, della comunicazione e dell’esperienza utente (UX/UI).
Qual è la vision e la mission di Hidonix?
Il nostro obiettivo è offrire soluzioni innovative e intuitive per aiutare i clienti e i partner a generare nuove fonti di profitto, ridurre il divario digitale e ottimizzare i processi interni. Le nostre funzionalità si adattano facilmente a vari settori, tra cui musei, strutture sanitarie, eventi fieristici e commercio al dettaglio. Nella nostra visione, i nostri software hanno il potenziale per un impatto positivo sulla società, con un focus incentrato sull’accessibilità alla cultura e sull’inclusione sociale.
Nello specifico cosa fa Hidonix e quali sono i risultati raggiunti?
All’interno del verticale “Arte e Cultura”, Hidonix offre ai musei il proprio software MIT – Museum Innovation Technology, una piattaforma composta da un CMS (Content Management System) e da un’applicazione mobile per i visitatori. Le due componenti del software dialogano tra loro attraverso più di 60 funzionalità, in grado di fornire strumenti all’avanguardia sia ai reparti interni al museo, che ai visitatori di tutte le età e nazionalità.
Per soddisfare varie esigenze, MIT è una piattaforma white-label che può essere personalizzata seguendo la brand image del museo e raggruppa le sue funzioni in moduli flessibili che possono essere attivati o disattivati in base alle necessità specifiche. Grazie a MIT, i musei possono accedere a nuovi strumenti per la gestione delle collezioni, offrire servizi educativi innovativi, promuovere eventi, incrementare i guadagni, ottenere analisi statistiche e migliorare la sicurezza, il tutto tramite una sola piattaforma. Ad oggi, numerose istituzioni si sono affidate a MIT, sostituendo i precedenti software utilizzati. Tra queste, vi sono il Padiglione Venezia della Biennale di Venezia, Palazzo Strozzi a Firenze e l’Associazione Genesi di Letizia Moratti.
Quali sono gli obiettivi futuri? Qual è il vostro sogno nel cassetto?
Dal 2023, dopo una fase iniziale di lancio, abbiamo consolidato la nostra presenza negli Stati Uniti con l’apertura di un ufficio a Los Angeles. Questa sede è già impegnata in progetti significativi, i cui dettagli saranno svelati nel corso dell’anno. Inoltre, stiamo notando un crescente interesse per i nostri prodotti anche nel mercato degli Emirati Arabi Uniti e non vediamo l’ora di dimostrare l’efficacia delle nostre soluzioni su più ampia scala.
Il nostro sogno nel cassetto è vedere MIT diventare lo standard globale per i musei. Crediamo fermamente che il nostro impegno nel dialogo continuo con la comunità museale, unito all’investimento costante nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia, possa fungere da motore per un accesso alla cultura più inclusivo e uniforme.
Quali sono stati (e quali sono) i problemi maggiori che avete riscontrato nell’avviare una startup nel mondo dell’arte e della cultura?
Prima del Covid19, c’era una generale diffidenza nei confronti dell’integrazione della tecnologia nel settore dell’arte e della cultura.
La pandemia ha costretto molti musei a implementare strategie digitali, accelerando così l’adozione della tecnologia e mettendone in luce i chiari vantaggi. Questo cambiamento ha senz’altro contribuito a superare le resistenze iniziali che incontravamo nella ricerca di nuovi partner.
Un’altra sfida significativa riguarda la carenza di fondi o l’esitazione nel considerare il museo come un’attività economica, oltre che culturale. Tale esitazione può derivare dalla preoccupazione che dare importanza agli aspetti finanziari possa compromettere il ruolo educativo e sociale del museo, a discapito della qualità dell’offerta.
Da parte nostra, abbiamo affrontato questa sfida offrendo un modello di revenue sharing che consente al museo di utilizzare il nostro software senza costi iniziali. Inoltre, abbiamo integrato funzionalità che possono generare nuove fonti di guadagno mantenendo al contempo il focus sulle attività culturali, grazie alla nostra offerta di contenuti di alta qualità.
Che consiglio dareste ad una persona che vuole avviare un progetto nel mondo dell’arte e della cultura?
Il successo del progetto si basa sulla profonda comprensione del settore. È fondamentale essere motivati dalla passione e dall’interesse genuino, ma la chiave di volta risiede sicuramente nel confronto continuo con coloro che operano dietro le quinte e con coloro che fruiscono dei servizi offerti. Al centro di tutto, in fondo, resta sempre l’esperienza individuale con l’opera d’arte: ogni iniziativa dovrebbe amplificare questa connessione anziché modificarla radicalmente.
Ultimo, ma non meno importante, ogni museo possiede una storia e un modo unico di comunicare. Per garantire la sostenibilità di un progetto in questo ambito è necessario trovare un equilibrio sapiente tra la valorizzazione di questa unicità e la capacità di rendere scalabile il servizio offerto.
Giulio Bozzo
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati