Cristina Vatielli – Terra Mater
25 scatti raccontano il tema della fertilità della Terra e dell’essere umano.
Comunicato stampa
Un'immersione visiva ed emotiva nel complesso rapporto tra Individui e Natura prende vita nella mostra fotografica personale di Cristina Vatielli, dal titolo "Terra Mater", che si terrà dal 12 al 30 aprile nel nuovo spazio espositivo Supernova nel cuore di Trastevere.
Al centro dei 25 scatti in mostra emerge il tema della fertilità della Terra in relazione a quello della specie umana. Partendo dalla propria esperienza personale, l’artista esplora e analizza la fragilità antropica, il bisogno di rinascita e di riconnessione con la natura, offrendo allo spettatore un invito a prendersi cura di sé e del pianeta. Le fotografie “aeree”, che ritraggono il corpo dell’artista immerso nei diversi paesaggi terrestri, catturate grazie all'ausilio di un drone, si alternano a dettagli, giochi di luce ed elementi naturali. L'allestimento fotografico è curato da Annalisa D'Angelo, arricchito da installazioni immersive a cura di Ippolito Simion e Mauro Pace, sonorizzazioni di Giulio Maresca e allestimento del verde di Eugenia Lecca.
La mostra si propone di offrire l’esperienza di un contatto primordiale con la natura; il percorso espositivo inizia con l’immagine di una cascata, simbolo della forza generatrice dell’acqua, che sembra riprodurre l’immagine di una donna con un bambino, poi continua conducendo il visitatore in un viaggio tra scogliere, prati, isole, boschi per poi concludersi nelle viscere della terra in una piccola grotta che ricorda un utero.
Si è quindi immersi in una serie di ambientazioni che mettono in dialogo le immagini, gli allestimenti di elementi naturali, suoni e luci che simulano le atmosfere di una foresta o anche il movimento e il suono di una cascata.
Durante il periodo espositivo, il pubblico avrà l'opportunità di partecipare a eventi collaterali come visite guidate, talk ed incontri tematici focalizzati sui contenuti della mostra.
Il 18 aprile alle 18:30 è previsto un incontro con Marco Cattaneo, direttore del National Geographic, per approfondire il tema del cambiamento climatico.
Il 23 aprile alle 19:00 è in programma l’incontro con Francesco Raganato, regista della docuserie “Le Fotografe” prodotta da Sky Original e andata in onda su Sky Arte che racconterà il progetto "Terra Mater" nel dettaglio con l’ausilio delle immagini video.
(Per partecipare agli eventi collaterali è necessaria la prenotazione a [email protected] ).
Il progetto, presentato dall’Ass. ZIP_Zone, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Raccolta di Proposte progettuali per la realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
DICHIARAZIONI
“Il progetto Terra Mater esplora la complessa tematica della fertilità umana in stretta correlazione con quella del nostro pianeta, mettendo in evidenza le fragilità dell'individuo in contrasto con la grandiosità della Terra e la complessa relazione tra l'uomo e la natura. L'obiettivo è portare l'attenzione sulla delicata condizione dell'infertilità umana, un argomento ancora avvolto nel tabù, spingendo al bisogno urgente di condivisione delle emozioni legate alle difficoltà nel diventare genitori e focalizzandosi sui motivi che hanno portato a tale realtà. Motivi che, purtroppo, coinvolgono il nostro stile di vita e il modo in cui interagiamo con il pianeta che chiamiamo casa. Il progetto fotografico nasce in collaborazione con Ippolito Simion, mio compagno di vita e di lavoro, con il quale abbiamo realizzato le immagini con il drone e da anni riflettiamo su questa mostra non solo come un’esposizione fotografica, bensì come un'installazione immersiva. La mostra infatti rappresenta il frutto di collaborazioni significative. L'unione di competenze e visioni diverse rende Terra Mater non solo una mostra fotografica, ma un'esperienza artistica e concettuale che invita a riflettere sulla connessione profonda tra l'umanità e il nostro prezioso pianeta”, dichiara la fotografa Cristina Vatielli.
“La mostra Terra Mater è un omaggio alla bellezza della natura e un ringraziamento alla madre di tutto. Cristina Vatielli insieme al suo compagno di vita, il regista Ippolito Simion, ha trascorso gli ultimi tre anni esplorando luoghi simbolici per affrontare il tema dell'infertilità, scegliendo di farlo immergendosi nella natura. La mostra, ospitata nello spazio espositivo Supernova, presenta immagini catturate dal drone pilotato da Simion, che ritraggono l'artista come una figura minuta al centro di paesaggi imponenti: una natura maestosa, a tratti inquietante o rassicurante. Accanto a queste visioni ampie, stampe di piccolo formato mostrano dettagli della natura, particolari che l'artista ha sentito il desiderio di annusare e toccare. Dalle larghe vedute aeree ci si ritrova ad avvicinarsi per decifrare pezzetti di natura che prendono sembianze diverse: l’interno di una grotta diventa utero, una cascata prende le sembianze di una madre con bambino, una roccia è il ritratto di una donna ancestrale e così via. Il percorso espositivo è circolare: dall'elemento acqua, si passa per scogliere affacciate sul mare, si attraversa il verde del bosco e si termina nelle viscere della terra dove la fotografa si sente finalmente accolta, più serena nella sua ricerca della fertilità”, dichiara la curatrice Annalisa D’Angelo.
BIO
Cristina Vatielli, romana classe '83, dopo aver studiato storia dell'arte e fotografia, ha iniziato a lavorare nel 2004 come assistente per Paolo Pellegrin, specializzandosi nella postproduzione delle immagini. Successivamente ha intrapreso il proprio percorso di ricerca personale con un approccio storico-documentaristico, talvolta ricorrendo alla messa in scena di eventi e personaggi. Ha collaborato con le principali testate italiane e internazionali; alcuni dei suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti quali il Burn Magazine Emerging Photographer Grant, i Sony Awards e altri importanti premi. Nel 2023 SkyArte ha prodotto un documentario, parte della serie “Le Fotografe”, sulla sua carriera con un approfondimento sul progetto “Terra Mater”.
Annalisa D’Angelo è nata nel 1977 a Lanciano in provincia di Chieti. Nel 1995 si trasferisce negli Stati Uniti dove nel 2001 consegue un Bachelor of Fine Arts presso l’Emerson College a Boston. Dal 2001 al 2005 lavora presso il Toscana Photographic Workshop organizzando e seguendo corsi fotografici a stretto contatto con i più noti e stimati fotografi di fama internazionale tra cui: Michael Ackerman, Machiel Botman, Lorenzo Castore, Jim Goldberg e Simona Ghizzoni. Dal 2006 inizia a collaborare con Paolo Pellegrin/Magnum Photos per la creazione di mostre e libri. Da gennaio 2010 è curatrice, editor e consulente indipendente e dal 2012 cura l'editing dei lavori di giovani fotografi. Ha curato mostre in Italia e all’estero, per citarne alcune “Un’Antologia” - Deichtorhallen di Amburgo - “L’orizzonte degli eventi” - Le Stanze della Fotografia a Venzia - “Alps” - Forte di Bard, Bard - “Le donne di Picasso” - Galleria del Cembalo a Roma - “Al-Andalus” - Montpellier, Francia - “The Memory fo Trees” - Musée Nicéphore Niépce a Chalon-sur-Saône in Francia.
SUPERNOVA è un esperimento artistico triennale, uno spazio espositivo e culturale situato in un luogo specifico. Brillerà intensamente per tre anni, per poi esplodere e scomparire, lasciando dietro di sé, sperabilmente, qualcosa di nuovo. La sua ubicazione in Piazza di Santa Maria in Trastevere ne definisce anche il suo scopo. Le piazze, stelle luminosissime, sono il modello di inclusione sociale e interazione umana. Rafforzano le connessioni culturali e, forse, offrono persino una chiave per comprendere noi stessi e il mondo naturale attraverso l’empatia. Nel peggiore dei casi, possono essere un buco nero di consumismo di massa, vizio tecnologico, disperazione e violenza. La Piazza di Santa Maria in Trastevere, luogo di un antico miracolo, si trova in equilibrio tra queste due realtà. Dodici grandi mostre esploreranno la piazza nel corso di tre anni, organizzate dal collettivo, da curatori invitati e artisti internazionali. Eventi in corso, esposizioni e dialoghi useranno la piazza per immaginare nuovamente il legame tra sistemi naturali e sociali. Crediamo che queste due sfere siano inseparabili e invitiamo gli artisti a offrire una comprensione ampliata di come possiamo affrontare le sfide e le opportunità più urgenti di questo momento attraverso l’arte.Niente sarà comprato o venduto, poiché il progetto è più culturale che commerciale. Ma se tutto va bene, Supernova scatenerà ricchezza intellettuale, consapevolezza comunitaria e, forse, attraverso un altro miracolo, empatia. Nato da un collettivo che riflette il quartiere e il mondo, questo è un progetto che coinvolge la comunità ma che ha un impatto globale. È allo stesso tempo estremamente locale e internazionale, accessibile ma di portata mondiale, aperto ma stimolante. Alla fine, serve come un promemoria che siamo interconnessi gli uni agli altri e al mondo naturale che ci sostiene.
L’Associazione Culturale Zip_Zone d’Intersezione Positiva è attiva in ambito sociale e artistico in qualità di aggregatore culturale che monitora, mappa e mette in connessione differenti realtà, raccogliendo le istanze dei territori in cui opera. Il paradigma su cui si basano tutti i progetti di Zip è che l’arte e la cultura per loro natura producano “soluzioni” e di conseguenza impatti (individuali, sociali, culturali, economici, spirituali) capaci di incidere sulle fragilità dei territori .Crediamo fortemente nell’arte e nella cultura come motore di aggregazione e rinascita e pensiamo sia necessario sviluppare una cultura urbana dedicata all’abitare, che sia presupposto di un processo di identificazione con l’ambiente, che pianifichi e metta in opera una facile ed accessibile connessione di quelle realtà virtuose già esistenti; che privilegi una visione della città nella quale divenga protagonista la dimensione del quartiere o di aggregati di quartieri, ambiti urbani-umani dell’abitare, dove esista la possibilità di ascolto del singolo, e dove la cultura divenga fattore di coesione sociale, sviluppo economico e produca attività consapevoli e critiche.