La mostra in un appartamento a Milano che si può vedere prenotando su Airbnb
Se ogni luogo viene ridefinito in base alle azioni che si svolgono al suo interno, il progetto 'Fuori Luogo' indaga il concetto stesso di spazio con una collaborazione tra uno spazio non profit e un appartamento in affitto
È consuetudine, specialmente nelle grandi città, assistere a fenomeni di trasformazione degli spazi, che da privati possono diventare pubblici o viceversa. Questi processi portano a riflettere sul modo in cui percepiamo e attraversiamo i luoghi che viviamo, facendo emergere l’esigenza di indagarne l’identità e il ruolo che il singolo individuo ha nella loro definizione e trasformazione. Quanto, dunque, le nostre scelte possono alterare la percezione dei luoghi che abitiamo? Per rispondere a questa domanda nasce a Milano, dalla collaborazione tra lo spazio no profit Superfluo e l’appartamento noto come Pianetabianco e nell’ambito del format espositivo Cattive Compagnie, il progetto Fuori Luogo, in programma dal 14 aprile al 19 maggio 2024.
Fuori Luogo, l’operazione che riflette sull’identità degli spazi
Il progetto Fuori Luogo si sviluppa su due dimensioni, una nell’appartamento di Pianetabianco in via Privata Metauro 11, dove verranno esposte opere di artisti contemporanei fruibili esclusivamente attraverso la piattaforma per affitti brevi Airbnb o soggiornando nella stessa casa, e una nella vetrina di Superfluo, che per l’occasione assume le sembianze di un’agenzia immobiliare per promuovere l’azione stessa.
Tra spazio pubblico e privato, fisico e digitale, ogni luogo viene identificato e determinato dalla realtà che ospita, che ne modifica percezione e funzione e fruizione. Il primo intervento sarà dei fotografi Gaia Squarci e Rafa Jacinto, tra intimità e paesaggi urbani. “Con Fuori Luogo va in scena la quotidiana trasformazione di uno spazio privato reso pubblico, attraverso l’utilizzo della piattaforma, per poi divenire intimo e momentaneo rifugio di individualità passeggere. Quanto le nostre scelte, attive e passive, individuali e collettive, possono modificare la percezione dei luoghi fino a stravolgerne anche la funzione?”: la domanda posta da Superfluo e Pianetabianco rimane aperta.
Caterina Angelucci
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