Giancarlo Pradelli – Home
In mostra una selezione di 20 immagini di questo artista straordinario, tratte dalle serie “Home” (2012), “Mattoni sparsi” (2020) e “Solidi” (2023).
Comunicato stampa
«Tempus edax rerum - Il tempo che tutto divora» (Ovidio, Metamorfosi, XV, 234)
Alessia Paladini Gallery - Via Pietro Maroncelli, 11 - 20154 Milano
t. +39 339 7124519 - [email protected] - www.alessiapaladinigallery.it
In occasione del Salone Internazionale del Mobile, Alessia Paladini Gallery è lieta di
presentare la mostra personale del fotografo Giancarlo Pradelli, “Home”.
In mostra una selezione di 20 immagini di questo artista straordinario, tratte dalle serie
“Home” (2012), “Mattoni sparsi” (2020) e “Solidi” (2023).
Esperto di fotografia in bianco e nero, ritrattistica fotografica ed insegnante di fotografia,
Giancarlo Pradelli si dedica da lungo tempo alla fotografia di architettura e paesaggi, con
particolare attenzione al connubio fra rudere e natura. La sua ricerca non è però motivata
dal ricordo nostalgico di spazi abbandonati e neppure da un intento di documentazione
ruinistica, bensì dal desiderio di fermare nel presente quel che resta di antiche costruzioni
funzionali, poi cadute in disuso e quindi abbandonate.
Spesso ridotti a muri crollati, i precari resti di case, di chiese e di torri, sprigionano una forza
strutturale che lo affascina: braci della presenza umana ancora accese che tentano di
opporsi all’azione inesorabile della natura. Trasfigurati dalla caducità della materia questi
relitti di edifici, provenienti da un passato storico, danno vita ad un’opera nuova che
integrandosi nel paesaggio circostante va assumendo una dimensione estetica originale.
Ispirato da Paolo Monti, Luigi Ghirri ed altri interpreti della fotografia italiana, Pradelli
immortala paesaggi che paiono congelati nel tempo e che trasmettono un forte senso di
solitudine. Con le sue foto, l’artista dona memoria eterna a ciò che ormai era stato
dimenticato.
L’uso e l’essenzialità dei “non colori”, del bianco, del grigio e del nero, prediletti dall’artista,
permette allo spettatore di astrarsi e di riflettere sul valore della fotografia del paesaggio, da
ciò che è visibile a tutti fino alla propria dimensione spirituale.
Le parole dell’artista descrivono al meglio il processo creativo ed il significato più profondo
delle sue fotografie:
Home (2012)
Nella pianura emiliana sopravvivono ancora costruzioni di matrice agricola, prive di
attrattiva spettacolare: sono case abbandonate e casolari immersi nel silenzio,
accumunati fra loro dallo stato di “rudere”. Testimoni di una civiltà rurale ormai
scomparsa, queste strutture architettoniche, realizzate con materiali poveri ma resistenti,
vago ricordo del loro aspetto originario, hanno assunto con il trascorrere inesorabile del
tempo una nuova condizione di grazia e dignità. Ho privilegiato la centralità della
composizione per coglierne la spazialità nel contesto paesaggistico, ponendomi a una
distanza tale da leggerne sia gli elementi costitutivi sia i singoli paramenti murari.
Mattoni sparsi (2020)
Dopo circa dieci anni dalla realizzazione di Home ho deciso di approfondire il tema del
connubio fra i resti di architetture sparse nella campagna emiliana e l’azione corrosiva
della natura, in assenza di presenze umane. Ridotte a muri crollati queste architetture
abbandonate hanno acquistato una forma nuova e originale, destinata nel tempo a
ulteriori inevitabili trasformazioni.
Solidi (2023)
Lungo le coste ci sono edifici isolati cilindrici o a pianta quadrata che hanno vegliato sul
mare per secoli: sono le torri costiere, anche chiamate "torri di guardia" o "torri di
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avvistamento". Nate con l'obiettivo di contrastare i pericoli che arrivavano dal mare, queste
sentinelle individuali facevano parte di un sistema di protezione dalle antiche origini, ma
che vide il suo periodo più importante tra il XVI e il XVIII secolo. La loro funzione istituzionale
e difensiva cessò nella prima metà del XIX secolo, alcune di queste torri furono utilizzate
senza pietà per diverse funzioni, con interventi che ne alterarono parzialmente l'aspetto
originale. Ho preferito concentrare il mio interesse solo su alcune di quelle torri costiere che
miracolosamente sono sopravvissute al pericolo per cui sono state costruite. Battute dal
vento del mare, dalle onde e dalla salinità che ha inesorabilmente modificato la loro
struttura, riducendole a uno stato di rovina, queste antiche vedette del mare hanno
mostrato una straordinaria forza di sopravvivenza: sono ancora braci accese che si
oppongono all'azione inesorabile della natura, rivelando nella loro fragilità una resistenza
ostinata.
NOTE BIOGRAFICHE
Giancarlo Pradelli nasce a Modena nel 1966. Già insegnante di fotografia presso l’Istituto
d’Arte della sua città, si è trasferito in America per alcuni anni col fine di approfondire la
tecnica del bianco e nero e del ritratto presso alcuni importanti studi di Boston e di New
York.
Con Five Continents Editions ha pubblicato Eolie (2005), Pierluigi Ghianda (2006) Home
(2012), Temples (2021).
Diverse fotografie sono apparse su prestigiosi magazine internazionali e italiani, come: Life,
The Times, Corriere della Sera, La Stampa, Photo, Classic Voice.
Sue immagini sono presenti in varie collezioni pubbliche, fra cui: Galleria Civica di Modena,
Centro Studio e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, Bibliothèque
Nationale de France a Parigi.