Collezione Agovino – Prove per un paesaggio d’insieme

Informazioni Evento

Luogo
ZURICH BANK
Via dei Mille, 40, Napoli, NA, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lo spazio è aperto alla città, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, su prenotazione (info 081 0125018 )

Vernissage
16/04/2024

ore 19

Curatori
Francesca Blandino
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, collettiva

In mostra 21 opere dei più grandi artisti internazionali di arte contemporanea.

Comunicato stampa

In mostra 21 opere dei più grandi artisti internazionali di arte contemporanea

Da Peter Fend a Marinella Senatore, 

da Francesco Jodice a Simon Denny, Adelita Husni-Bey, Simon Fujiwara e Joanna Piotrowska.

A Napoli, a Palazzo Leonetti, edificio liberty di inizio Novecento, cambia lo storytelling dei luoghi della finanza.

La banca diventa spazio d’arte nella nuova sede della Zurich Bank con la Collezione Agovino.

In occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi in via dei Mille, 40  martedì 16 aprile 2024 alle 19 (preview stampa alle 17*) opening di “Prove per un paesaggio d’insieme”, prestigiosa raccolta di opere d’arte della Collezione Agovino per Zurich Bank, guidata dal consulente finanziario e collezionista d’arte Fabio Agovino, a cura di Francesca Blandino.

La banca non solo più luogo di affari e “posto di lavoro”, ma spazio che esprime la sua di dimens0ione estetica, di relazione, formazione e responsabilità sociale. E si apre alla città.

In mostra dagli innesti high-tech di Simon Denny, ai tarocchi pedagogici di Adelita Husni-Bey, dalle ambiguità gestuali dei corpi fotografati da Joanna Piotrowska, alle geografie contaminate di Giulia Piscitelli, fino ad attraversare i racconti collettivi di Marinella Senatore. I paesaggi surreali di Francesco Jodice, le provocazioni caricaturali di Danilo Correale, le immagini assertive di Bernadette Corporation, i processi identitari di Simon Fujiwara, i paradossi di Francesco Joao, sono tante le opere che tracciano percorsi verso l’esplorazione del rapporto tra creatività e cambiamento sociale. Possono essere provocatorie e dirette, come nel caso di Pier Giorgio De Pinto o di Damir Ocko, velate come per Isadora Pedro Neves Marques e Peter Böhnisch, esplosive come nel caso di Diego Gualandris, o ironiche, come per Naohiro Utagawa, le opere riescono ad innescare un discorso aperto al confronto e alla riflessione, invitando ad ampliare lo sguardo sui meccanismi di modifica del quotidiano, sia nello spazio dell’intimità, che nella dimensione pubblica e sociale.

Una collezione d’arte contemporanea può essere immaginata come un vasto e mutevole paesaggio che, in una logica di contaminazione, dialoga con il proprio presente e si proietta verso possibili mondi futuri. È questa la visione della Collezione Agovino, che negli ultimi anni non solo si è trasformata, in termini di opere, progetti e promozione, ma che, in una prospettiva più ampia, ha cercato e cerca di attivare attraverso l’arte processi virtuosi di coinvolgimento e responsabilizzazione del proprio contesto territoriale, rendendo l’arte più accessibile a pubblici diversi.

La Collezione Agovino ha infatti iniziato a estendere i propri confini per innestarsi in altri luoghi della città, non necessariamente deputati all’arte, ma dedicati al quotidiano. Attraversando spazi di comunità, sfidando architetture barocche, entrando in punta di piedi in abitazioni private, la Collezione è giunta ad un nuovo capitolo del proprio viaggio esperienziale. E così una nutrita selezione di opere, differenziate in tipologia, senso e tecnica, abiterà fino a dicembre 2024 i nuovi spazi di Zurich Bank, collocati all’interno di una delle testimonianze più interessanti dell’architettura partenopea del primo Novecento, Palazzo Leonetti, per indagare il tema del valore sociale del lavoro e dei suoi luoghi.

“Mettendo in campo una sfida intellettuale che cerca di cogliere le urgenze e le contraddizioni sociali della contemporaneità, la narrazione - commenta la curatrice Francesca Blandino - dell’esposizione genera un effetto di straniamento, dovuto in parte allo spazio architettonico, elegante e geometrico, in parte all’entità della banca stessa, che decide di aprirsi al dialogo con la Collezione Agovino, senza se e senza ma, entrando in contatto con le storie, le esperienze, le sensazioni e le provocazioni racchiuse nelle opere esposte”.

“Lo spazio della banca - spiega Fabio Agovino, consulente finanziario e collezionista che ha visto le sue opere esposte nei più grandi museo del mondo - non ha solo più un compito economico, ma diventa quasi un’entità relazionale, che accoglie contenuti interpretativi sul mondo e per farlo esce dalla propria posizione di comfort, riscoprendo prospettive inedite e inaspettate sulla sua possibile funzione sociale”.

Un luogo di lavoro non è solo un contenitore, ma è uno spazio in cui la dimensione estetica e relazionale svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di una società. Negli ultimi anni si è sviluppata una profonda riflessione sulla relazione che il genere umano intrattiene con i contesti circostanti - architettonici, territoriali, culturali, ambientali - e questa crescente consapevolezza sulle responsabilità delle azioni umane sta modificando visioni e comportamenti in ogni dimensione della vita quotidiana, compresa quella lavorativa.

La mostra si fa simbolo di un nuovo modo di concepire la collettività e lo stare insieme, anche in situazioni di conflitto, lavorative e non, con l’intento di far riflettere sul concetto di responsabilità, personale e collettiva.

All’inaugurazione intervengono Silvio Ruggiu, Direttore Generale di Zurich Bank, Federico Gerardini, Direttore Commerciale di Zurich Bank e Antonio Fiordellisi, Area Manager di Zurich Bank.

Artiste e Artisti

Bernadette Corporation, Peter Böhnisch, Danilo Correale, Adriano Costa, Simon Denny, Pier Giorgio De Pinto, Peter Fend, Simon Fujiwara, Diego Gualandris, Adelita Husni-Bey, Francesco João, Francesco Jodice, Marco Pio Mucci, Isadora Pedro Neves Marques, Pennacchio Argentato, Joanna Piotrowska, Giulia Piscitelli, Damir Očko, Emanuel Rhoss, Marinella Senatore, Naohiro Utagawa.