La Tavola di Cartone di Maurizio Orrico
Evento a cura di Giacinto di Pietrantonio
Comunicato stampa
La parola e il materiale cartone assumono significati diversi a seconda di come vengono impiegati.
Ad esempio nell’arte la parola cartone ha un senso preparatorio-progettuale, Raffaello, come molti
altri, artisti realizzavano cartoni preparatori per le loro opere: quadri, affreschi, arazzi. Tuttavia la
materia utilizzata non era propriamente cartone come noi lo intendiamo oggi quale materiale prima-
riamente utilizzato per imballaggi; la carta per i cartoni artistici era ed è una carta da disegno su cui
viene tracciato un disegno preparatorio in scala1:1 da riportare su tela, parete tramite la tecnica dello
spolvero, ovvero una polvere di mina o carbone che strofinata attraverso piccoli fori prodotti sulla
linea del disegno ne riproduce i contorni per strofinamento. Il cartone come lo intendiamo oggi,
dicevamo, ha scopi diversi di tipo protettivo, contenitore di cose da proteggere e/o conservare è un
materiale strutturato tanto da supportare anche carichi di pesi importanti, note sono le poltrone di
FranK O. Ghery, o le architetture, sempre in cartone, dell’architetto Shigeru Ban. Una funzione di
sostegno e conforto, resistente e allo stesso tempo leggero, ma dotato una grande semplicità e
povertà. Per questo ha anche un valore simbolico portato anche dalla sua fragilità e povertà e dal suo
colore tonaca di frate. Per questo l’artista Maurizio Orrico lo impiega da tempo per realizzare opere a
contenuto estetico-etico. Già da alcuni anni propone le case di cartone per dare rifugio ai clochard,
ora ritorna sul tema con la Tavola di Cartone. La tavola di Cartone che Orrico propone è un tavolo con
le relative sedie fatto di cartone da collocare in diversi ristoranti che aderiscono al progetto sostenuto
anche da Slow Food Milano e i City Angels. Si tratta di un arredo di cartone che, una volta collocato
all’interno del ristorante, diventa tavola di cartone imbandita di cibo offerto dal ristorante ospitante
intorno alla quale sono invitati a sedersi i clochard. In questo modo l’arte acquista una forte funzione
sociale che spesso le viene sottratto da una diffusa arte intesa solo per il suo portato estetico, qui
invece l’estetica si fa etica contribuendo, per quello che l’arte può, al sostegno delle persone in
difficoltà, sottolineando in maniera evidente come l’arte può aiutare a mangiare.
Si tratta per questo di uno dei progetti più efficaci presentati nell’ambito del Fuori Salone 2024,
Milano.