Parlare per immagini. Luigi Crocenzi in mostra a Fermo
Una nuova visione e un nuovo uso della fotografia sono alla base dei racconti per immagini di Luigi Crocenzi per rappresentare e catturare l’essenza del tempo
Luigi Crocenzi (Montegranaro, 1923 – Fermo, 1984), ecclettico intellettuale del Novecento italiano, si distinse come promotore delle teorie del foto-racconto e della fotografia come linguaggio visivo. La mostra retrospettiva al Terminal Mario Dondero di Fermo offre un’ampia visione delle sue attività e del ruolo svolto dal Centro per la Cultura nella Fotografia (CCF), da lui fondato nel dopoguerra.
La mostra di Luigi Crocenzi a Fermo
“I fotografi saranno gli scrittori, gli storici e i poeti della nostra società” e il loro pensiero sarà compreso “da milioni di persone in tutto il mondo”, scriveva Luigi Crocenzi nel 1957, accarezzando un ambizioso progetto di democratizzazione e diffusione del sapere e della cultura attraverso la nascita di un linguaggio per immagini fotografiche universale e accessibile a tutti.
Curata da Marco Andreani e Pacifico D’Ercoli, la mostra presenta una vasta gamma di materiali inediti, tra cui foto-racconti, documenti, carteggi, sceneggiature e fotografie di Crocenzi apparse su riviste e volumi didattici. Il percorso di visita si snoda su di un unico piano tra teche contenti libri, statuti e lettere, mentre le immagini in bianco e nero sono appese lungo le pareti di mattoni o su pannelli espostivi corredati da note didascaliche. Un allestimento volutamente non definito che lascia libero il visitatore di immergersi nel mondo ricco e diversificato dell’artista.
Luigi Crocenzi, tra fotografia e foto-racconto
Luigi Crocenzi fu un pioniere nel promuovere la fotografia come linguaggio visivo e il concetto del foto-racconto, a cominciare dagli scatti realizzati durante i suoi viaggi in Sicilia per l’edizione illustrata de Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini con il quale collaborava per la rivista Il Politecnico, mentre risalgono al 1953 i materiali del foto-racconto, mai pubblicati, dal titolo Loreto e quelli del capitolo dedicato a due amanti del romanzo fotografico inedito Al tempo di… Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma diretto da Luigi Chiarini e Umberto Barbaro e in pieno clima neorealista, alla fine degli Anni Quaranta si cimenta nel documentario Motopescarecci(andato perduto), dedicato alla vita dei pescatori nell’Adriatico, di cui restano le fotografie di scena e a reportage sulle borgate romane.
Nel 1954, insieme ad Alvaro Valentini, Crocenzi fonda a Fermo il CCF (Centro per la Cultura nella Fotografia), grazie al quale non solo si intensificano le attività di studio e promozione di una fotografia concepita come concatenazione di più istantanee, a partire dal presupposto teorico dell’equivalenza tra le singole foto e le parole di un testo scritto, ma anche le collaborazioni di Crocenzi con altri importanti fotografi e intellettuali del tempo, come Ugo Mulas e Mario Giacomelli. Tra i pezzi salienti dell’esposizione vi è la sequenza completa delle 26 fotografie realizzate da Ugo Mulas per la trasmissione televisiva Telescuola, ispirate alla poesia Meriggiare pallido e assorto di Eugenio Montale, con la sceneggiatura redatta da Crocenzi e Toni Nicolini. Viene infine presentato uno straordinario documentario inedito risalente al 1968 su Mario Giacomelli, per il quale Crocenzi firmò la sceneggiatura.
Silvia Papa
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