Simone Cametti / Marco Schiavone – Altrove

Informazioni Evento

Luogo
SOCIÉTÉ INTERLUDIO
Via Torino, 3, Cambiano, TO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/04/2024

ore 18

Artisti
Simone Cametti, Marco Schiavone
Generi
arte contemporanea, doppia personale

La mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Francesca Antonini, Roma.

Comunicato stampa

La galleria Société Interludio è lieta di inaugurare Altrove, con Simone Cametti (Roma,
1982), e Marco Schiavone (Torino, 1990).
La mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Francesca Antonini, Roma.
I due artisti, attraverso le ultime produzioni inedite, riflettono sulla creazione di mondi
possibili: archeologie di universi marginali che vengono protetti attraverso pratiche letterali
e dirette oppure grazie interpretazioni più sublimate e poetiche.
Altrove è dunque il titolo e al contempo il simbolo di questi universi altri ai quali, attraverso
i vari media, i due artisti guardano.
L’invisibile (che si cela nel quotidiano), i rifugi che conservano l’identità biologica,
l’attenzione ai materiali come spunto e al contempo sorgente della ricerca artistica: sono
questi i soggetti delle narrazioni di Schiavone e Cametti, questi i protagonisti di
scenografie di ambienti dilatati, galassie che si allontanano, frammenti di vita e di tempo
che si manifestano grazie ad epifaniche apparizioni luminose.
La ricerca di Simone Cametti (Roma 1982) è basata su una concezione pragmatica e artigianale del fare
artistico, che si sviluppa tramite interventi operativi sulla materia e il contesto entro il quale agisce. Non la
volontà di ri-trarre o ri-ferirsi alla realtà circostante, ma quella di manometterla, provocando un singhiozzo, un
glitch che interrompa il flusso della percezione abituale e induca una sosta. Cametti prosegue nel suo lavoro
per azioni, le quali, con le sue parole: “non sono performance, perché la performance ha un’attinenza col
teatro e con la comunicazione, che a me interessano poco. Sono azioni, perché voglio che agiscano, come
sono azioni quelle che lo scultore compie per cambiare la materia”.
Queste si traducono in progetti multimediali e organici che sembrano svilupparsi per gemmazione gli uni
dagli altri, legati da una costante attenzione ai temi fondamentali della natura, del paesaggio, dei materiali
minerali e organici, dello spazio e della sua occupazione. A tali azioni fa seguito una formalizzazione dal
lavoro nella forma di immagine fotografica, video, scultura o installazione, che documenta il procedimento di
avvenuta trasformazione e il suo perdurare nel tempo.
Tra le sue mostre personali: NIX, 2023, Francesca Antonini Arte contemporanea, Roma, a cura di Daniela
Lancioni; Ochre Yellow, Montoro 12 Gallery, Bruxelles, 2022; PRIMITIVO, Shazar Gallery, Napoli, 2021;
4.500 Gradi Kelvin, con un testo di Lorenzo Balbi, Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma, 2020;
OH BE A FINE GIRL, KISS ME, Galleria NContemporary, Milano, 2020; Media Montagna, a cura di Umberto
Palestini, Spazio K, Palazzo Ducale di Urbino, 2018; Tina, One Space/One Sound, a cura di Anna Cestelli
Guidi e Claudio Libero Pisano, Auditorium Parco della Musica, Roma, 2017; Greenit, a cura di Claudio
Libero Pisano, Francesca Antonini arte contemporanea, Roma; 6 candele, Expo Milano 2015, a cura di
Alessandra Caruso, Nutrire il pianeta energia per la vita, Expo Milano 2015, Milano.
Tra le mostre collettive: Bridge Art Performance Studies, Palazzo Merlo, Palermo, Palermo, 2022; Carta
Hanji, Museo Carlo Bilotti, Roma 2021; Border crossing 2019, a cura di Lori Adragna, Border Crossing,
Bridge Art; Chambre à air, presentato da Dolomiti Contemporanee, Piazza Magione, Palermo; sono dello
stesso anno La superficie accidentata|videoarte, rassegna a cura di Gino D’Ugo, Spazio Fourteen Artellaro,
Tellaro di Lerici (SP); e la mostra Bridge Art il vuoto fertile, mostra del progetto in residenza, ex Chiesa di
Santa Caterina, Noto. Nel 2017 TRAMA, a cura di Alessandro Zecchini, Galleria D’Arte Contemporanea
Osvaldo Licini, Ascoli Piceno; TINA, MACRO Museo d’arte Contemporanea di Roma; 5 artisti in 5 atti,
Accademia Nazionale di San Luca, Percorsi nell’arte, Viterbo. Sono del 2016 le mostre: Denti, a cura di
Sabrina Vedovotto, Algoritmo Festival, Bagnoregio; Anthropocene, Paola Cavalieri, Galleria Riccardo Crespi,
Milano; Silenzio per favore, a cura di Adina Pugliese, Spazio V.AR.CO., L’Aquila., Two Calls for Vayont,
Nuovo Spazio di Casso, Pordenone; Casa Cametti, Dolomiti Contemporanee, ex villaggio Eni, Borca di
Cadore, Belluno. Nel 2014 Start, a cura di Studio Pivot, Saatchi Gallery, London; Mont’oro, a cura di
Guglielmo Gigliotti, Galleria Montoro12, Roma.
Marco Schiavone (Torino 1990), è cresciuto nella bassa Val di Susa. Ha studiato grafica presso
l’Accademia di belle Arti di Cuneo. La sua ricerca artistica si sviluppa approfondendo lo studio del paesaggio
naturale, delle sue modificazioni antropiche e della rappresentazione e/o ricostruzione di questi ambienti
attraverso la fotografia, l'installazione, il disegno e la scultura.
Le sue opere si basano principalmente sull’esecuzione di tecniche manuali - apprese da chi le tramanda o
praticate attraverso l’intuizione - mirate alla realizzazione di artefatti che però al momento della loro
presentazione pubblica già non esistono più . A immortalare il compimento del processo, prima della sua
dissoluzione, è la documentazione affidata a immagini fotografiche, disegni e incisioni. In questi lavori la
maturità non è raggiunta nella finalizzazione del prodotto quanto nella ricerca storica, teorica e pratica, che
ne segna la genesi. L’artista diventa così il custode di frammenti di cultura immateriale – tecniche come
quelle del muretto a secco o dei tetti in ardesia fanno parte del patrimonio di conoscenze riconosciute
dell’Unesco e dall’Intangible Search – che l’umanità tramanda, assimila e mette in pratica da millenni.
Le opere di Schiavone sono state esposte in mostre collettive nazionali ed internazionali come: Laboratorio
Montagna, a cura di Andrea Lerda, Museo Nazionale della Montagna, Torino 2022; L’ora Innocente, Sociètè
Interludio, Torino 2022; Latitudini quotidiane, a cura di Carlo Sala, Museo Eremitani, Padova 2020; Audi
Studio by Nevven Gallery, Stockholm 2020; Pelle d’oca, a cura di Simona Squadrito e Lisa Andreani, Villa
Vertua Masolo, Milano 2019; La città di scambio, a cura di Stefania Margiacchi e Lisa Andreani,
Spaziosiena, Siena 2019; Screen Thearing, Dimora Artica Milano 2019; Sabaudade, Las Palmas, Lisbon
2019; 1.000 eventi, Galleria Giuseppe Pero, Milano 2019; Art Verona, Spaziobuonasera, Verona 2019; Arte
Fiera Galleria Giuseppe Pero, Bologna 2017; Allenamento #01, BASIS, Frankfurt 2018; Via Torino, Galleria
Giuseppe Pero, Milano 2016; Toujours Béton, Slika Gallery, Lyon 2016.
Le mostre personali: Qualcosa che sta per qualcuno al posto di qualcos’altro, Spaziobuonasera, Torino
2017; Uno spazio banale e inutile che come tanti non avrebbe davvero nessuna ragione di esistere, a cura di
Giuseppe Amedeo Arnesano, LOFT, Lecce 2019.
Nel 2022 ottiene il patrocinio di ricerca dalla soprintendenza ai beni culturali per il progetto sul fenomeno
della coppellazione con il contributo di ricercatori scientifici e operatori culturali; nel 2020-21 selezionato da
CAMERA come artista emergente per Futures Photography; nel 2019 finalista del premio FFF Fondazione
Francesco Fabbri.
La Galleria Francesca Antonini Arte Contemporanea viene fondata da Angelica Savinio, figlia di Alberto
Savinio, nel 1964 con il nome de Il Segno: la galleria ha avviato un importante percorso di collaborazione
con alcuni dei maggiori artisti internazionali – tra cui Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Alberto Burri,
Lucio Fontana, Alberto Giacometti e Fausto Melotti – che l’ha portata a essere protagonista del panorama
italiano dei decenni successivi.
Nel 2014, in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della fondazione, la galleria ha cambiato il
proprio nome in Francesca Antonini Arte Contemporanea, marcando l’avvio di un nuovo percorso espositivo
e il rinnovamento del proprio ambito di ricerca.
Maggiormente orientata verso la giovane arte emergente e i linguaggi sperimentali, la galleria ha dato avvio
a nuove collaborazioni e intensificato la propria presenza sul mercato internazionale, con la partecipazione a
numerose fiere in Italia e all’estero.
L’attività della galleria è oggi improntata principalmente allo scouting e alla promozione del lavoro degli artisti
delle ultime generazioni, con una serie di collaborazioni in continua espansione e una programmazione che
alterna mostre collettive a progetti personali ideati e prodotti per la galleria.