A Siena un’edicola abbandonata si trasforma in una galleria d’arte contemporanea
Obiettivo del progetto, ideato dal collettivo Fare Mente Locale, è riattivare spazi e luoghi in disuso coinvolgendo gli artisti in processi di contaminazione socio-culturali. Si parte col progetto di Clarissa Badassarri
Agathe Rosa, Giacomo Ricci, Martina Marolda e Nicola Machetti sono gli artisti che si celano dietro il collettivo Fare Mente Locale, nato a Siena nel 2015. Il loro obiettivo è quello di ricercare spazi, contesti e situazioni nei quali attivare processi di contaminazione culturale, invitando artisti a realizzare opere site-specific e a coinvolgere il pubblico nell’ambito del progetto curatoriale denominato Spazio Instabile.
Ad avviare l’iniziativa, nel 2020, è stata l’artista Laura Pugno con L’attesa, ospitata in un fabbricato industriale sotto al Ponte di Spugna di Colle di Val d’Elsa, nella provincia senese.
E in città, qualche anno dopo, Spazio Instabile ha individuato un altro luogo dove prendere forma, l’edicola nel quartiere del Petriccio nella zona delle Terrazze (abbandonata da trent’anni) che fino al 15 giugno 2024 ospita il lavoro Quotidiano per il Quotidiano dell’artista Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994).
Clarissa Baldassarri per l’edicola delle Terrazze a Siena
Quotidiano per il Quotidiano, il progetto site specific pensato da Baldassarri per l’edicola senese, intende rinnovare lo scambio con gli abitanti del quartiere che, consapevolmente o meno, saranno protagonisti creando contenuti trasmessi sul display allestito nello spazio.
Attraverso un software di Intelligenza Artificiale ricodificato (grazie all’intervento dell’ingegnere informativo Simone Esposito) tutto ciò che succede in prossimità dell’edicola viene filmato e restituito sotto forma di testo descrittivo sullo schermo, ricucendo il legame tra il chiosco e il passante. Un rapporto che si rinsalda grazie anche all’uscita di Quotidiano per il Quotidiano, una pubblicazione cartacea che raccoglie la documentazione prodotta dall’Intelligenza Artificiale, facendosi portavoce della quotidianità collettiva. Questi estratti confluiscono poi in un piccolo giornale, che sarà distribuito negli esercizi commerciali del quartiere durante tutto il periodo della mostra. Così l’edicola, grazie al progetto artistico, torna a fare l’edicola.
L’edicola delle Terrazze a Siena: da chiosco abbandonato a galleria d’arte
Con l’intervento di Clarissa Baldassarri, si avvia per l’edicola delle Terrazze un processo di rigenerazione urbana che comprende un parziale restauro del piccolo stabile e la riqualificazione come spazio a servizio della comunità e centro culturale, in collaborazione con l’associazione locale Giallo Menta. “Dall’esperienza di Spazio Instabile, che funziona come un contenitore temporaneo capace di ri-attivare uno spazio allo scopo di riportarlo all’attenzione di una comunità, nascerà quindi un nuovo spazio espositivo indipendente, un artist run space con un nome e una sua identità ben precisa”, spiega Giacomo Ricci di Fare Mente Locale. “A fine giugno, una volta concluso il progetto di Clarissa Baldassarri e dopo una ristrutturazione leggera dell’edicola, partirà (verosimilmente a settembre/ottobre 2024) una programmazione di mostre, installazioni, interventi e azioni di arte contemporanea che organizzeremo in collaborazione con curatori, artisti e altri spazi indipendenti”.
Il futuro di “Spazio Instabile”. Parola al collettivo Fare Mente Locale
Intanto il progetto prosegue alla ricerca di nuovi spazi da riattivare: “Abbiamo deciso che Spazio Instabile diventerà un appuntamento biennale, quindi il terzo episodio prenderà forma nel 2026”, spiega il collettivo ad Artribune. “Questo ci permette di prenderci il giusto tempo per sviluppare un’attenta analisi del territorio alla ricerca degli spazi che più ci interessano e continuare con il nomadismo che caratterizza il progetto. Abbiamo già delle idee sulla tipologia di spazio da affrontare nel prossimo episodio, ma per adesso sono solo ipotesi. Una volta individuato lo spazio su cui lavorare verrà invitato l’artista”.
Valentina Muzi
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