Myles Igwebuike ha da poco fondato a Londra l’associazione RCA Africa, che riunisce gli studenti di arte di origine africana del Royal College of Arts, e qualche giorno fa è venuto a Milano per esporre al Fuorisalone le sue opere, create in collaborazione con il marchio Technogym. L’incontro con lui è stato l’occasione per riflettere insieme su un filone di design che in Italia costituisce una novità.
Myles è nato negli Stati Uniti da famiglia nigeriana, e al Royal College of Art di Londra sta compiendo un percorso di approfondimento culturale e artistico. Il suo lavoro si focalizza principalmente sulla rielaborazione degli stilemi tradizionali dell’arte nigeriana per trasporli nella produzione di oggetti di arredamento contemporaneo. Sta compiendo una ricerca particolare sulle sedie, oggetto necessario ma anche simbolico nella casa, perché evocano ospitalità, convivialità, autorevolezza.
Il design di Myles Igwebuike da Enugu alla Milano Design Week
I suoi lavori uniscono capacità concettuale ad abilità nella lavorazione del legno. Il suo laboratorio, lo Nteje Studio, si trova ad Enugu, città mineraria che per breve tempo fu capitale dello stato del Biafra alla fine degli Anni Sessanta, durante la guerra civile nigeriana, e che tra l’altro ha dato i natali alla celebre scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie. Questo centro di importanza storica e culturale per il Paese è il motore del lavoro di Myles: infatti è dai materiali presenti nella regione e dall’aiuto di artigiani locali che prendono vita le sue creazioni. Ma il suo talento creativo non si sviluppa solamente nell’ambito del design: Myles è un abilissimo comunicatore e animatore culturale, a suo agio in Africa e in occidente. Recentemente è stato scelto dall’azienda Technogym per decorare una delle celebri benches, le panche multifunzione, che sono state rielaborate da quaranta artisti ed esposte durante il Fuorisalone nella loro sede di Via Durini a Milano. Per Myles, la panca di Technogym ha rappresentato una tela bianca sulla quale applicare il suo concetto di design. “Ho deciso di applicare il mio concetto di design”, ha spiegato, “che unisce gli stilemi e i simboli della tradizione del popolo Igbo a pezzi di arredamento contemporaneo. In effetti ho dipinto su questa panca industriale pensata per fare esercizio fisico i simboli che i membri della società maschile Ekpe tracciavano sul tessuto del loro abito tipico, l’Ukara”.
Le tradizioni nigeriane nei progetti di Myles Igwebuike
La tradizione Igbo è il punto cardine del lavoro di Myles: lui stesso ci tiene a ricordare che l’espressione artistica di questo popolo si è realizzata fin dall’antichità attraverso la produzione di oggetti che mescolano utilità e funzione estetica. Per questo il suo laboratorio in Nigeria, si confronta con gli artigiani locali e li supporta, anche attraverso l’utilizzo di materie prime presenti nella regione. Per lui, lo Nteje Studio è come una cassaforte che custodisce la sapienza e la tradizione artigianale locale. Il lavoro di questo designer si confronta all’interno di dimensioni globali e internazionali: “Il mondo creativo nigeriano”, racconta, “è in pieno fermento, e i miei lavori raggiungono eventi molto importanti per il Paese, come la Lagos Design Week. Queste occasioni sono delle piattaforme fondamentali per i creativi della Nigeria”, fa notare Myles. Il suo lavoro, dunque, è un ponte tra la dimensione artistica tradizionale e quella contemporanea, che nell’ambito dell’interior design si deve confrontare con una produzione e un pubblico sempre più globalizzato.
Non solo design: l’impegno variegato di Myles Igwebuike
Ma il suo impegno non è solo nella produzione artistica: prima di rivolgersi al mondo del design, Myles ha lavorato nel campo dell’economia e da questa esperienza ha maturato un interesse molto forte per temi che coinvolgono la società: “Cerco di esplorare in particolare il tema dell’intelligenza collettiva, cioè della capacità di una comunità di unire le abilità di molti per un progetto comune. Questo meccanismo è a doppio senso: la collettività si unisce per realizzare un progetto, la cui realizzazione a sua volta unisce e consolida la comunità. Tengo molto alla dimensione collettiva, nel mio campo è fondamentale, per questo ho fondato a Londra la Africa Society: l’idea è proprio quella di alimentare la collaborazione tra i giovani creativi di origine africana presenti nella Royal Academy of Arts”.
Un personaggio così non poteva davvero sfuggire alla Design Week di Milano, città che, come lui stesso conferma “è ricchissima per quanto riguarda il design. Ci sono stato più volte, e la settimana del Salone del Mobile è un’ottima occasione per vedere progetti che aprono il loro sguardo sul futuro. In particolare la sezione Salone Satellite, dedicata agli under 35 porta tantissime nuove idee e volti giovani. E poi, si fanno sempre incontri inaspettati. Proprio l’altra sera, ho incontrato due amici designer americani al Bar Basso, dove si ritrovano tutti i creativi durante la settimana. Abbiamo festeggiato!”.
Giovanni Beta
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