Mappatura delle mostre d’arte digitale da vedere attorno alla Biennale di Venezia

Nell’anno dell’intelligenza artificiale, quanta arte digitale abbiamo a Venezia visto durante la Biennale? Un itinerario dedicato all’arte e ai nuovi media nella laguna ci porta alla scoperta della “rivalsa” dei nuovi media all’Esposizione Internazionale

Arte digitale, esperienze immersive e intelligenza artificiale sembrano aver preso il sopravvento sulle principali sperimentazioni nell’arte contemporanea, creando una saturazione di proposte in cui non sempre è facile discernere il contenuto concreto dalla semplice volontà di cavalcare un hype momentaneo (come ci ha insegnato la bolla degli NFT, che solo ora, conclusosi l’entusiasmo, lascia emergere alcuni esempi interessanti e sopravvissuti alla moda). Con l’inaugurazione della Biennale, nell’ecosistema veneziano hanno fatto capolino diversi progetti che, disseminati per la laguna, manifestano una presenza preponderante dell’arte digitale e di tutto ciò che le orbita intorno (a partire dalla riflessione post-umana del grande Pierre Huyghe a Punta della Dogana, che ha diviso la critica). Ma quali sono i progetti espositivi digitali e affini del “fuori Biennale” da non perdere? 

Sam Spratt. The Monument Game da Docks Cantieri Cucchini 

Entrando da Docks Cantieri Cucchini ci accoglie un ambiente industriale e sospeso nel tempo. Il contesto perfetto per la prima versione nel mondo fisico di The Monument Game di Sam Spratt, opera interattiva e digitale che nel 2023, cavalcando l’onda della bolla NFT, aveva generato quasi sei milioni di dollari di incassi proprio grazie alle interazioni che la modellavano (ognuno dei partecipanti – attraverso l’acquisto di un biglietto – era infatti chiamato a partecipare, co-creando l’opera nel corso di quattro giorni). The Monument Game ha poco del videogioco, ma sicuramente è una performance brillante, che mette in luce le dinamiche economiche del fenomeno NFT: nella versione phygital conserva l’aspetto collaborativo, unendo virtuosismo digitale ad un tripudio iconografico quasi Romantico. Da sottolineare anche il sostegno di 1OF1, piattaforma che l’anno scorso ha finanziato l’acquisizione permanente nella collezione del MoMA di Unsupervised – Machine Hallucinations di Refik Anadol

Venezia // fino al 21 giugno 
Sam Spratt. The Monument Game
DOCKS CANTIERI CUCCHINI
Calle Giazzo 1A

Sam Spratt, The Monument Game, at the Docks Cantiere Pietro Cucchini, Venezia. Courtesy 1OF1. Photo Anna Blubanana Studio
Sam Spratt, The Monument Game, at the Docks Cantiere Pietro Cucchini, Venezia. Courtesy 1OF1. Photo Anna Blubanana Studio

Matthew Attard. I Will Follow The Ship al Padiglione Malta

Attraverso il disegno, e spesso con un approccio di tipo multimediale, Matthew Attard indaga il potere delle immagini come costrutti sociali e culturali. Le sue più recenti sperimentazioni con l’intelligenza artificiali sono protagoniste del Padiglione Malta all’Arsenale, nell’edificio delle Artiglierie: I WILL FOLLOW THE SHIP coniuga dunque disegno, patrimonio culturale e tecnologia digitale, a partire dalle ultime esplorazioni di Attard sull’intelligenza artificiale. L’artista si ispira ai graffiti storicamente posti sulle navi come ex voto (e trovati sulle facciate delle cappelle di Malta), che rappresentano una metafora della sopravvivenza e dell’agency umana in un mondo combattuto tra cambiamento climatico e nuove tecnologie, dando vita ad un disegno che è frutto dell’eye-tracking e dell’AI generativa.

Venezia // fino al 24 novembre
Matthew Attard. I Will Follow The Ship
PADIGLIONE MALTA 
Arsenale

Matthew Attard, Generative study (I WILL FOLLOW THE SHIP), 2023 Eye-tracking drawing, Generative algorithm Digital image, Variable dimensions. © Matthew Attard and Galleria Michela Rizzo
Matthew Attard, Generative study (I WILL FOLLOW THE SHIP), 2023 Eye-tracking drawing, Generative algorithm Digital image, Variable dimensions. © Matthew Attard and Galleria Michela Rizzo

SOLMI– Ship of Fools a Palazzo Donà dalle Rose

Dopo il successo del primo premio italiano interamente dedicato all’arte digitale, il Var Digital Art torna a far parlare di sé riportando in patria Federico Solmi, artista pioniere del phygital che da anni vive e lavora a New York. La personaleSOLMI – Ship of Fools a Palazzo Donà dalle Rose (aperta al pubblico fino al 28 luglio e curata da Dorothy Kosinski e Renato Miracco) presenta una raccolta di opere eterogenee: ben dieci opere video, altrettanti dipinti, un’opera VR, sculture in ceramica, un’innovativa scultura olografica e un lavoro in anteprima assoluta, che dà il nome all’intera esposizione. Alta tre metri e lunga sei, Ship of Fools si ispira a La Zattera della Medusa di Gericault. Capitalismo, consumismo, cultura della celebrità, avidità, corruzione, oppressione sistematica: questi i temi centrali all’opera di Solmi, che ritroviamo tutti in mostra, con il naufragio di una “nave” il cui equipaggio, simbolicamente, è composto da alcune delle figure pop più in voga del nostro tempo (​​Elon Musk, Kim Kardashian, Oprah Winfrey, Mark Zuckerberg).

Venezia // fino al 28 luglio
SOLMI – Ship of Fools
PALAZZO DONÀ DALLE ROSE
Fondamente Nove, 5038 

Federico Solmi, The painting class, 2024.
Federico Solmi, The painting class, 2024.

Digital Reform alla Scoletta dell’Arte

Passando alla Scoletta dell’Arte dei Tiraoro e Battioro, si può ammirare il lavoro di una delle più illustri pioniere della new media art: l’americana-taiwanese Shu Lea Cheang (passata alla storia con il progetto di net art Brandon, che nel 1998 rendeva omaggio alla memoria del giovane ragazzo trans Brandon Teena, protagonista del film Boys don’t cry). Insieme a lei – che in questa sede presenta UKI Virus Rising, un video digitale che indaga il legame tra nuove tecnologie e apprendimento – troviamo anche Andrea Meregalli (con You Are Making Art) e il filosofo-artista Francesco D’Isa,entrambi presenti con due esperienze interattive che coinvolgono l’intelligenza artificiale. Con Errors, in particolare, D’Isa gioca con il tema dell’errore (tipicamente umano) che nella macchina diventa bug: utilizzando programmi text-to-image disponibili su Internet, l’artista compone prompt pensati appositamente per creare “cortocircuiti” nel sistema. In mostra troviamo anche le sperimentazioni di MAOTIK, Funa Ye e del collettivo Accurat.

Venezia // fino al 15 settembre
Digital Reform
SCOLETTA DELL’ARTE DEI TIRAORO E BATTIORO
Salizzada San Stae, 1980

shu lea cheang uki digital film 06 18 2023 courtesy of shu lea cheang Mappatura delle mostre d’arte digitale da vedere attorno alla Biennale di Venezia
Shu Lea Cheang, UKI, Digital film, 06 18′ 2023. Courtesy of Shu Lea Cheang

Another One Bites The Dust. Yu Hong alla Chiesetta della Misericordia

È una collaborazione con il Guggenheim Museum di New York quella che prende piede alla Chiesetta della Misericordia (ex-chiesa in perfetto stile barocco sconsacrata nel 1973): l’artista cinese Yu Hong trae i suoi riferimenti iconografici dal web e dai social media, e li “rimodella” in chiave quasi bizantina, proponendo all’osservatore un “realismo supernaturale”, sublimato dalle caratteristiche stilistiche tardo medievali (con un retrogusto barocco che si lega alla storia dell’edificio). A cura di Alexandra Munroe, il progetto espositivo presenta un polittico di dieci pannelli incentrato sulle sofferenze della condizione umana e sul ciclo della vita: interessante l’incontro della storia dell’arte del passato con le immagini che raccontano il presente (sia reali che contraffatte). Relegato al mondo dello schermo, questo racconto visuale “esonda” nel mondo reale, trovando dignità attraverso la forma materiale.

Venezia // fino al 24 novembre
Yu Hong. Anotherone Bites The Dust
CHIESETTA DELLA MISERICORDIA
Cannaregio 3549

yu hong walking through life 2019 22 acrylic on canvas 10 parts overall 300 x 1200 x 10 cm c yu hong courtesy lisson gallery Mappatura delle mostre d’arte digitale da vedere attorno alla Biennale di Venezia
Yu Hong, Walking through Life, 2019-22. Acrylic on canvas, 10 parts, overall- 300 x 1200 x 10 cm © Yu Hong. Courtesy Lisson Gallery

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Laura Cocciolillo

Laura Cocciolillo

Laura Cocciolillo (Roma, 1997), consegue la laurea triennale in Studi Storico-Artistici presso la Sapienza di Roma. Si trasferisce poi a Venezia, dove consegue la laurea magistrale in Storia delle Arti, curriculum in Arte Contemporanea. Specializzata in arte e nuove tecnologie…

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