Il primo weekend di EXPOSED Torino Foto Festival: le mostre da vedere in città e al Castello di Rivoli
Giornate di opening per le mostre che nutrono la nuova rassegna torinese dedicata alla fotografia, coinvolgendo Castello di Rivoli, GAM, OGR e non solo. Un report-itinerario per orientarsi
C’è una trilogia di mostre a tema unificato nel nuovo festival di fotografia di Torino aperto dalla fiera The Phair. “Questa mostra è la spina dorsale di Exposed”: con queste parole, il direttore del Castello di Rivoli Francesco Manacorda dà il via al progetto espositivo in tre capitoli Expanded con opere della collezione fotografica della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che unisce in un unico percorso OGR Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.
Il concept di Expanded, trilogia di mostre nel nuovo festival di fotografia
Parte dunque dal primo museo d’arte contemporanea d’Italia ai margini di Torino l’ideale itinerario nella nuova rassegna che vuole capire dove va l’arte di oggi attraverso il mezzo fotografico. “Volevamo dimostrare quanto nell’arte contemporanea”, continua Manacorda, “la fotografia è un luogo dove si possono sperimentare le altre arti visive e allargare performativamente le possibilità del medium, della tecnica”.
Expanded: le mostre al Castello di Rivoli, GAM e OGR
Al terzo piano della Manica Lunga del Castello, si sviluppa un percorso cronologico e tematico molto chiaro e pulito che accompagna scientificamente il visitatore nella storia della performance d’avanguardia e d’autore grazie alla sua documentazione fotografica: dal quadro rubato di Ulay alla scultura vivente di Gilbert & George. Anche la GAM presenta una mostra molto istituzionale, concentrandosi su alcuni fotografi che hanno ritratto il tema del paesaggio in varie forme: dal nuovo nucleo di 22 fotografie di Gianfranco Gorgoni, realizzate tra il 1970 e il 1974 su diverse fasi di realizzazione di opere di land art, all’installazione realizzata da Jacopo Benassi specificamente per l’occasione. Delle OGR, invece, abbiamo scritto qui.
La mostra dei combattenti kenyoti Mau Mau a Palazzo Madama
“Mau Mau è un acronimo che intreccia le parole in swahili ‘inglesi andate a casa’ e ‘libertà’”, spiega uno dei tre ottantenni veterani della guerra d’indipendenza del Kenya dal colonialismo britannico negli Anni ’50: una pagina molto buia della storia poco raccontata che, nell’installazione fotografica dell’artista belga Max Pinckers a Palazzo Madama, diventa una messa in scena – molto edulcorata e teatralizzata – di atti di barbarie fatti passare come reazioni al terrorismo dei kenyoti che ora chiedono compensazioni al governo britannico. Tra manipolazione e propaganda.
Le altre mostre del festival di fotografia di Torino
Natura e cultura, Antropocene, tecnologia e umanità sono invece temi messi al centro dall’artista sudcoreano Dongkyun Vak nella project room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia che, nelle sale principali, presenta una triplice indagine archivistica sulle minoranze linguistiche nella mostra Voci nascoste. Le lingue che resistono, con lavori inediti di Arianna Arcara, Antonio Ottomanelli e Roselena Ramistella. Collaborazioni anche tra musei: a Palazzo Birago (sede della Camera di Commercio promotrice del festival) l’artista polacca Kalina Pulit allestisce un finto call center per indagare il concetto di solitudine che si completa nella programmazione video del Cinema Massimo, mentre nelle Gallerie d’Italia la designer e ricercatrice svizzera Simone C. Niquille si concentra sulla convivenza tra umani e robot domestici nel cortometraggio da lei diretto. Il nostro viaggio si conclude nelle cucine di Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento, con la poetica animazione dell’artista sudafricana Lebohang Kganye.
Claudia Giraud
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