Portare il mare a Parigi: intervista agli architetti di Snøhetta sul Musée national de la Marine
Managing Director France di Snøhetta, l’architetto Oliver Page descrive il recente progetto di rinnovamento del Musée national de la Marine, concluso dallo studio e da h2o architectes nello storico Palais de Chaillot, a Parigi. E, con l’occasione, anticipa i progetti in fieri
A Parigi dopo cinque anni di lavori il Musée National de la Marine ha riaperto al pubblico nel novembre 2023. Affidato agli studi h2o architectes e Snøhetta, l’intervento ha consentito di ripristinato la monumentalità e le volumetrie della struttura esistente, senza tuttavia tradire le aspirazioni proprie di un museo contemporaneo. Il progetto ha suscitato attenzione nel mondo dell’architettura e della cultura per la sua visione innovativa, inclusiva e per l’interpretazione del contesto marino. Situata nel prestigioso Palais de Chaillot, direttamente in Place du Trocadéro, la sede museale si colloca nel cuore di Parigi e regala ai visitatori una vista mozzafiato sulla Tour Eiffel. Con forme architettoniche sinuose a richiamare il mare e un suggestivo gioco di luci che introduce alla visita, il rinnovato museo propone un’esperienza unica. Abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con Oliver Page, Managing Director France e architetto di Snøhetta, che ci ha svelato i retroscena di questo ambizioso progetto, indicando anche le nuove sfide dello studio per il 2024 in Francia.
Il nuovo volto architettonico del Musée national de la Marine a Parigi
Qual è stato l’obiettivo di h2o architectes e Snøhetta nell’ambizioso restauro del Musée national de la Marine a Parigi?
Gli studi h2o e Snøhetta, in questo delicato progetto di restauro, hanno voluto ripensare l’organizzazione e la relazione tra le attività coesistenti nel museo, per migliorare l’esperienza del personale e dei visitatori. È stato fondamentale per i due studi lavorare in sinergia per di ripensare l’organizzazione interna dei servizi, la costruzione dell’edificio e la prospettiva museale. In termini generali, il design è caratterizzato da forme curve e circolari, con riferimento al movimento naturale dell’acqua e in sintonia con la geometria preesistente dell’edificio. Abbiamo scelto questa particolare struttura architettonica per facilitare la circolazione tra gli spazi e incoraggiare un’interazione più fluida.
Operativamente, in questa partnership con gli architetti di h2o, come avete coordinato e integrato i vostri progetti?
Il processo è iniziato con due settimane di sviluppo intensivo: ciascuna azienda ha analizzato tutte le informazioni fornite al fine di identificare le principali sfide e ha sviluppato un concetto architettonico iniziale in risposta alle aspettative programmatiche e al contesto storico, decisamente eccezionale. Alla fine di questo periodo ci siamo confrontati, testando e combinando le proposte per sviluppare una visione comune, adattata alle peculiarità del museo. h2o architectes, in qualità di mandatario, ha supervisionato il progetto generale e la costruzione degli spazi destinati al pubblico e al personale, oltre che interfacciarsi con la museografia e la scenografia, realizzate in base a un contratto separato. In Snøhetta ci siamo concentrate invece sul design della sequenza d’ingresso, sull’integrazione dell’area di accoglienza e della biglietteria. Durante la fase di costruzione, abbiamo anche collaborato con h2o architectes per supportare con la nostra esperienza l’implementazione dei processi tecnici in specifici elementi dell’edificio.
Lavorare in contesti architettonici storici: l’esperienza di Snøhetta
Snøhetta è noto come studio dalla forte poetica contemporanea. Come si concilia questa attitudine con un monumento storico come il Palais de Chaillot?
Abbiamo sviluppato il design in armonia con il contesto del sito, cercando di valorizzare al massimo le sue peculiarità. Il punto di partenza per questo vasto progetto di ristrutturazione è stato il 1937, quando il Palais du Trocadéro fu trasformato nel Palais de Chaillot da parte di Carlu, Boileau e Azéma per l’Esposizione Universale del 1937. Per l’occasione fu ampliata l’ala del palazzo, aggiungendo alla Galleria Davioud la nuova Galleria Carlu, che si affaccia sui giardini; l’interno fu rivestito da una raffinata doppia parete, creando spazi unificati e monumentali custoditi in un’architettura eclettica. Riguardo alla storicità del sito, dopo diversi test di inserimento volumetrico, abbiamo deciso che la soluzione più adatta fosse quella di conservare lo spazio espositivo. L’edificio esistente è stato il cuore del nostro progetto, la sua imponenza e lo spazio generoso sono stati elementi fondamentali. È stato reintegrato a metà del percorso espositivo il padiglione terminale dell’edificio, oltre che riaperte le finestre della Galleria Carlu per ristabilire un dialogo con il paesaggio urbano.
Da sempre lo studio Snøhetta presta particolare attenzione all’uso della luce. Come si esprime in questo progetto?
È un fattore determinante nel Musée national de la Marine. Il percorso inizia nell’atmosfera intima e tranquilla del vestibolo, con luci suffuse: gradualmente il visitatore viene accompagnato nella luminosa sala centrale a tutta altezza, dalla quale si può accedere direttamente ai vari servizi. La luce e le trasparenze rivelano anche le curve della Galerie Davioud, che richiamano l’impianto del 1937, e permettono di intravedere i nuovi spazi creati nella zona del soppalco, alla quale si accede tramite una sinuosa scalinata. E, come dicevo, un’altra decisione cruciale è stata quella di riaprire le finestre esistenti lungo la galleria, ripristinando l’originario collegamento visivo tra palazzo, Giardini e Tour Eiffel.
Snøhetta e la Francia
Al progetto ha lavorato anche il pluripremiato designer museale Casson Mann. Com’è andata questa collaborazione?
Lo studio Casson Mann si è occupato del design museale e dell’esperienza del visitatore, rendendola immaginativa e accessibile. Come nell’architettura, anche qui la vision è stata quella di “portare il mare a Parigi”, progettando una scenografia in risposta diretta all’eccezionale scala e fluidità delle gallerie curve originali del museo. Il fulcro espositivo è la promenade attraverso le maestose sculture che interagiscono in modo suggestivo con i volumi circostanti, per poi diramarsi in una serie di gallerie tematiche che raccontano la longeva storia dell’attività umana legata al mare. Il coinvolgimento sensoriale è il punto di forza, con installazioni, suoni ed illuminazione, ponendo particolare attenzione a inclusività e, appunto, accessibilità.
Chiudiamo, chiedendole qualche anticipazione sui nuovi lavori di Snøhetta.
La sede di Parigi dello studio sta lavorando a numerosi progetti, tra cui il recupero del Théâtre des Amandiers a Nanterre, il Museo di Storia Naturale di Lille e la Nouveau Centre Administratif d’Etat a Lione, che sarà inaugurata nel 2024. Inoltre è stato incaricato della realizzazione della Cour nationale du droit d’asile a Montreuil e dell’hub energetico Euraénergie a Dunkirk (anche questo con inaugurazione prevista per il 2024), oltre a progetti su scala urbana urbana come la completa riqualificazione del Boulevard de la Croisette a Cannes.
Chiara Clerici
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