Le prime mostre d’arte al mondo sono state fatte Roma a fine ‘600. Una mostra al Palazzo delle Esposizioni spiega tutto
Il Palazzo delle Esposizioni è il fulcro della seconda edizione del Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri, che nel 2024 si concentra sul legame tra la storia delle accademie romane e la nascita delle esposizioni moderne. Coinvolgendo gli artisti stranieri in residenza nella realizzazione di poster da collezione
Iniziava un anno fa, per iniziativa di Palaexpo e dell’Assessorato alla Cultura di Roma, il percorso di valorizzazione del lavoro di Accademie e Istituti di Cultura stranieri presenti nella Capitale in rete fitta e capillare. Un progetto che muoveva i primi passi concentrandosi sul ritratto della città (Roma, A Portrait), a partire dall’immagine multiforme restituita dagli artisti stranieri in residenza presso le Accademie e gli Istituti di cui sopra, nel solco di una tradizione longeva che affonda le radici nel XVII Secolo (per conclamarsi all’epoca del Grand Tour), ed è ancora viva e foriera di stimoli per tutte le parti coinvolte.
Il Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma
Dunque anche nel 2024 si rinnova l’appuntamento con il Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma, che trova il suo epicentro al Palazzo delle Esposizioni, ma avrà modo di diffondersi in città, attraverso una ricca programmazione di incontri, performance, mostre e proiezioni aperte al pubblico presso le Accademie, di Istituti di Cultura e le istituzioni coinvolte (21 in totale, dall’Accademia di Belle Arti di Roma all’Accademia di Danimarca, all’Académie de France à Rome, all’Accademia Nazionale di San Luca; e ancora l’Accademia d’Ungheria in Roma, l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon, l’American Academy in Rome, la British School at Rome, l’Istituto Culturale Coreano, la Real Academia de España, solo per citarne alcune).
“Expodemic”. La mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma
La seconda edizione del festival, a cura di Lorenzo Benedetti con la collaborazione di Francesca Campana, dal 7 maggio al 25 agosto, prenderà le mosse ancora una volta dalla mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni, intitolata Expodemic perché indirizzata dal racconto dello stretto legame che intercorre tra la nascita e lo sviluppo delle moderne esposizioni e la storia delle accademie. Roma, infatti, non solo ospita il più alto numero di centri culturali internazionali (sin dalla fondazione nel 1666 dell’Accademia di Francia), ma è anche il luogo in cui sono state inventate le esposizioni moderne, grazie alla fondamentale intuizione di Giuseppe Ghezzi, pittore, segretario dell’Accademia di San Luca e reggente della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon dal 1680 al 1720. Nel suo ruolo, Ghezzi organizzò a San Salvatore in Lauro una serie di mostre di opere presenti nelle collezioni delle famiglie aristocratiche romane, “inventando” l’esposizione moderna, sulla base di un’idea democratica della cultura, e sviluppando al contempo il concetto di spazio espositivo. Sarà proprio il Palazzo delle Esposizioni, solo nel 1883, a raccoglierne il testimone, proponendosi in città come spazio pubblico adibito alle mostre.
Quasi 150 anni dopo, il progetto espositivo di Expodemic riunisce presso il polo di Via Nazionale i lavori di 19 stranieri in residenza a Roma, trasformandosi in osservatorio privilegiato sulle loro ricerche, molte delle quali site-specific, realizzate appositamente per gli spazi del Palazzo. Accanto alle opere di artisti visuali, pittori e scultori, stanno i contributi di poeti e scrittori, anch’essi ospiti presso gli istituti culturali stranieri di Roma; tra loro Kamrooz Aram, Ane Rodriguez Armendariz, Séverine Ballon, Jacopo Belloni, Alix Boillot, Susanne Brorson. Fatma Bucak, Pedro Luis Cembranos, Zachary Fabri, Hamedine Kane, Kapwani Kiwanga, Bjørn Melhus, Marko Nikodijevic, Tura Oliveira, Estefania Puerta Grisales, Chloé Quenum, Marie Robert, Sarina Scheidegger.
“3500 CM2”: la mostra diffusa con i poster da collezionare
In parallelo, il progetto si dirama anche in città, attraverso una serie di poster d’artista realizzati per l’occasione, in distribuzione gratuita nelle varie sedi dei partner culturali: ogni luogo distribuirà un poster diverso, con l’invito per i visitatori a collezionarli tutti, per scoprire gli spazi culturali della città. Gli stessi poster/manifesto – della dimensione di 3500 centimetri quadrati, misura che dà il titolo alla mostra “off” – sono distribuiti gratuitamente, in diverse centinaia di copie, a tutti i visitatori di Expodemic. Hanno partecipato al progetto John Armleder, Elisabetta Benassi, Attila Csörgő, Simon Dybbroe Møller, Robert Kusmirowski, Cristina Lucas, Jochen Lempert, Domenico Mangano & Marieke van Rooy, Matt Mullican, Ciprian Mureşan, Tura Oliveira, Giulio Paolini, Fernando Sánchez Castillo, Hans Schabus, Sarina Scheidegger, Nil Yalter, Nicole Wermers. Sono inoltre riproposti due poster realizzati con opere di Carla Accardi e Vladimir Radunsky.
ll public program di “Expodemic”
Tra gli appuntamenti del programma pubblico diffuso tra Accademie e Istituti di Cultura, il 10 maggio apre le danze l’American Academy, con una performance dal titolo Soundscapes, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. E all’insegna della musica (elettronica) sarà anche l’evento del 18 maggio, Notte dei Musei, presso il Palazzo delle Esposizioni, con il musicista Marko Nikodjevic, in residenza all’Accademia Tedesca di Roma. Il 26 giugno, visite guidate all’Accademia dei Virtuosi al Pantheon, che apre al pubblico in via straordinaria. Il programma completo è consultabile sul sito del Palazzo delle Esposizioni, insieme al calendario di date e luoghi per il ritiro gratuito dei poster in distribuzione per il progetto 3500 CM2.
Livia Montagnoli
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