A Napoli inizia il restauro del “Compianto sul Cristo morto” di Guido Mazzoni. Mecenati cercasi
Alla fine del Quattrocento, l’emiliano Guido Mazzoni realizzò per Alfonso II d’Aragona il gruppo scultoreo con il “Compianto sul Cristo morto”, conservato nella chiesa-museo di Sant’Anna dei Lombardi. Friends of Naples ne promuove il restauro
Tra XV e XVI Secolo, la chiesa di Sant’Anna dei Lombardi (titolo ottocentesco) a Napoli fu un grande cantiere artistico. Fondata nel 1411 col nome di Santa Maria di Monteoliveto – da cui il nome della piazza su cui affaccia, nel cuore storico della città, tra Calata Trinità dei Monti e piazza Carità – la piccola struttura originale fu presto oggetto d’interesse di re Alfonso II d’Aragona, che ne fece un edificio di culto simbolo della magnificenza della sua corte, commissionando ambiziosi lavori d’ampliamento.
I capolavori rinascimentali di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli
Dunque intervennero sull’architettura e l’apparato decorativo diversi esponenti di spicco del Rinascimento e della Maniera di area toscana, da Benedetto da Maiano e Antonio Rossellino (per le cappelle di Antonio Piccolomini, cognato di Alfonso II, e Marino Correale, alla fine del Quattrocento) a Giorgio Vasari, al lavoro nella Sagrestia Vecchia, ex refettorio del complesso monastico, dove nel 1544 affrescò la volta con grottesche e personificazioni di Virtù. Nel presbiterio, invece, si scopre il gruppo scultoreo in terracotta eseguito da Guido Mazzoni (Modena, 1450-1518), che mise in scena un Compianto sul Cristo morto nel 1492, secondo il gusto dell’epoca e con particolare abilità nella rappresentazione realistica delle figure, ben caratterizzate e dotate di grande espressività. Composto da otto statue a grandezza naturale, che invitano lo spettatore a partecipare del dramma collettivo e universale al cospetto del sacrificio di Cristo, il gruppo dell’artista emiliano è un capolavoro rinascimentale maturato nel contesto della grande fortuna riscontrata alla fine del XV Secolo nel nord Italia dalla scultura policroma in terracotta applicata a una precisa iconografia (quella del Compianto, per l’appunto).
“Il Compianto sul Cristo morto” di Guido Mazzoni a Napoli
Nell’ultimo scorcio del Quattrocento, Mazzoni realizzò un gran numero di variazioni sul tema, sempre contraddistinte da grande pathos e immediatezza espressiva: a Napoli, l’artista arrivò nel 1491 per realizzare un busto di Ferdinando I; l’anno seguente lavorò al gruppo del Compianto per Alfonso II, che prestò il volto a Giuseppe d’Arimatea (mentre a suo padre Ferrante è riconducibile la fisionomia di Nicodemo). Anche Vasari, nella biografia di Mazzoni raccolta nelle Vite, ricorda il lavoro come uno dei più pregevoli e remunerati dello scultore, “con infinite figure tonde di terracotta colorite, le quali con grandissima vivacità furono condotte, e dal re fatte porre nella chiesa di Monte Oliveto di Napoli, monasterio in quel luogo onoratissimo; nella quale opera è ritratto il detto re inginocchioni, il quale pare veramente più che vivo; onde Mazzoni fu da lui con grandissimi premii rimunerato”.
ll restauro del gruppo scultoreo di Mazzoni a Napoli
L’opera è ora oggetto del progetto di restauro promosso grazie al sostegno dell’associazione Friends of Naples, tramite cui è possibile, per tutti, “adottare” le statue del Mazzoni, contribuendo all’iniziativa con una donazione libera (le imprese che volessero sobbarcarsi singolarmente l’adozione di una statua, invece, devono prevedere un finanziamento di 15mila euro). La cifra necessaria a finanziare l’intera operazione – che sarà realizzata nella forma di cantiere aperto – rientra nell’ordine dei 100mila euro, parte dei quali già raccolti: primi mecenati sono stati Banca di Credito Popolare, Fondazione Emiddio Mele, Orazio e Sveva de Bernardo e Rossopomodoro; si cercano ora nuovi donatori. L’intervento, che si protrarrà fino al prossimo autunno – a cura di DAFNE Restauri, e con il supporto di Coop4Art e Officina dei Talenti – prevede il restauro conservativo del gruppo scultoreo, l’inserimento di basamenti ad azione antisismica, la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, secondo le linee guida concordate con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Napoli. Contestualmente, la cooperativa sociale ParteNeapolis, che gestisce il sito, realizzerà anche un progetto di abbattimento delle barriere architettoniche, grazie ai fondi del PNRR. La cooperativa è infatti impegnata da tempo nel progetto Open heART Museum, finanziato dal Ministero della Cultura, che intende abbattere le barriere fisiche, cognitive e sensoriali del Complesso di Sant’Anna dei Lombardi, dove si concretizza l’ennesimo esempio (a Napoli hanno recentemente riaperto la chiesa-museo dei Girolamini e la chiesa di San Potito) di efficace sinergia tra soggetti privati, associazioni (Friends of Naples), cooperative e proprietà dell’edificio di culto (l’Arciconfraternita di Sant’Anna e San Carlo Borromeo dei Lombardi).
Le iniziative di Friends of Naples
Dal canto suo Friends of Naples, associazione senza scopo di lucro nata a maggio 2018 per promuovere il restauro e la conservazione dei beni artistici della città, attivando la collaborazione tra pubblico e privato, ha già realizzato diversi progetti, dal restauro del monumento funebre di Don Pedro Álvarez de Toledo nella Reale Pontificia Basilica di San Giacomo degli Spagnoli al restauro degli affreschi e del pavimento della Cappella Capece Minutolo nel Duomo di Napoli, agli interventi alla Cella di San Tommaso d’Aquino presso il Convento di San Domenico Maggiore. Mentre presto sarà coinvolta negli interventi di manutenzione del contemporaneo nella stazione metroarte di Materdei, accanto ad ANM e Accademia di Belle Arti.
Livia Montagnoli
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