Renato Calaj – Transeunte
Ricorrendo a una pluralità di soluzioni operative, la ricerca di Calaj si muove con la medesima coerenza tra le prassi della pittura, della scultura e dell’installazione.
Comunicato stampa
Contemporary Cluster è lieta di presentare Transeunte, mostra di Renato Calaj, a cura di Davide Silvioli, che sarà inaugurata nella data di giovedì 9 maggio alle ore 18:00 e rimarrà aperta al pubblico fino a sabato 8 giugno. L’evento propone una serie eterogenea di opere eseguite dall’artista appositamente per questo progetto, che corrisponde alla sua prima personale a Roma ed è sviluppato specificatamente in funzione delle caratteristiche degli spazi della sede espositiva, offrendo un’occasione interessante e costruttiva per interfacciarsi con il tenore di una pratica artistica maturata al di fuori della realtà rappresentata dalla Capitale.
Ricorrendo a una pluralità di soluzioni operative, la ricerca di Calaj si muove con la medesima coerenza tra le prassi della pittura, della scultura e dell’installazione. Autore dal percorso internazionale, il suo lavoro verte sulla nozione di tempo, da lui affrontata nella massima estensione di significato, tanto da trattarla anche nei rispettivi derivati di trasformazione, limite, impermanenza, caducità, traccia. Ne deriva una considerazione del tema del tempo quanto mai materiale - già implicita nei materiali da lui prediletti come pilastri, impalcature, tappeti o tubi - che manifesta sfumature disciplinari riferibili agli ambiti dell’architettura, dell’urbanistica, dell’edilizia, della semiotica, dell’antropologia. È grazie a tali qualità che l’operato dell’artista è costantemente in equilibrio tra gli opposti di creazione e distruzione, brutalità e fragilità, azione e stasi.
«Si tratta - scrive il curatore - di classi tematiche che, già riconoscibilmente iscritte nello statuto della storia dell’arte, trovano nella produzione di Calaj ulteriori possibilità sia tecniche che espressive. Invero, queste categorie, nel suo linguaggio, sono intraprese secondo le cifre stilistiche di un alfabeto che contempla una pluralità di espedienti e formule. Così accentuato metodologicamente, il suo lavoro dimostra una condizione estetica sfaccettata, interstiziale, dove l’algidità del timbro concettuale e dell’approccio postminimalista insita nelle sue realizzazioni convive con la poesia della corruzione della materia e i relativi umori, permeandosi infine anche di tratti appartenenti a esperienze più recenti come il post-vandalism. Su questa premessa, il titolo della mostra, tanto per la sua accezione quanto perché volutamente sintetico, intende trasmettere immediatamente la centralità che, nella ricerca dell’artista, rivestono concetti legati alla temporalità, al fenomenico e alla transitorietà, rileggendoli contestualmente alle proprietà del suo lessico».
Biografia: Renato Calaj (Fier, 1992) vive e lavora tra Milano e Düsseldorf. La sua ricerca nasce dalla bomboletta spray e da tre diversi spazi su cui essa trova espressione: il muro, la tela e il site specific. Concettuale e minimale. Le tecniche tipiche del graffitismo sono volutamente azzerate. Spazio, confine, limite e tempo sono le parole chiave della sua arte. Frequenta il liceo artistico Decio Celeri di Lovere (BG) e si diploma a pieni voti nel 2013. Nel 2014 inizia un’esperienza all'estero a Berlino e Tirana. Si interessa, fin dall'inizio della sua attività, alla pratica della pittura. Avvia un’importante attività di studio con artisti italiani e stranieri, su tanti punti di vista dell’arte contemporanea e sui materiali stessi. Combina la street art in uno spazio ridimensionato, ma nello stesso tempo senza confini. Il lavoro di Calaj indaga il concetto di tempo e la sua relazione con la trasformazione e la distruzione. Attraverso l’utilizzo della impalcatura come medium, Calaj crea installazioni di grandi dimensioni che interagiscono con l’ambiente e coinvolgono il fruitore in modo significativo. Nelle sue opere, la rappresentazione della texture ruvida e irregolare di pareti e strade potrebbe essere interpretata come una metafora della fugacità dell’esistenza e del modo in cui il tempo lascia il suo segno su tutto ciò che tocca. In questo senso, il lavoro di Calaj potrebbe essere letto come una riflessione sulla transitorietà della vita e sulla natura effimera dell’esperienza umana. Insieme, questi elementi creano un’opera d’arte che invita a una riflessione profonda su temi filosofici come il tempo, la trasformazione e l’impermanenza.
Tra le ultime mostre personali: Cantiere, a cura di Cinzia Bontempi, Palazzo Simoni Fè, Bienno (Bs), 2023; Baustelle/Meraviglioso cantiere, a cura di Gabriele Salvaterra, MO.CA, Brescia, 2023; The evolution and construction of time, a cura di Rudina Hoxhaj, Area35 Art Gallery, Milano, 2022.