L’Italia secondo l’artista Karel Appel in mostra a Firenze
Il progetto espositivo, distribuito nei due spazi della galleria, dà conto delle opere realizzate dall’artista durante il suo soggiorno toscano tra il 1988 e il 2000
Si chiama Toscana, come la terra in cui si svolge, la mostra dedicata dalla Galleria Poggiali nella sua sede di Firenze all’artista Karel Appel (Amsterdam, 1921 – Zurigo, 2006) a cura di Helmut Friedel. Un’esposizione importante per qualità e quantità delle opere presentate, degna di un’istituzione museale.
La mostra di Karel Appel a Firenze
Il progetto espositivo – distribuito nei due spazi della galleria – dà conto delle opere realizzate dall’artista durante il suo soggiorno a Villa Licia, residenza nei pressi di Mercatale Val di Pesa, tra il 1988 e il 2000: più di trenta dipinti su tela, su carta e sculture testimoniano dell’incontro strepitoso, esplosivo tra il pittore olandese e il paesaggio toscano. Il fondatore del gruppo CoBrA (dalle iniziali delle tre città di origine dei vari componenti: Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam) trova una cifra molto felice, attraverso cui elabora variazioni sulla linea sinuosa della natura (serie Nature, 1994; serie Horizon of Tuscany, 1995; serie Birth of a Landscape, 1996) e sulla relazione tra corpo umano e colline, alberi, cielo (Walking Figure in Landscape no. 1 e no. 3, 1990; Running through a Landscape, 1990; serie Figures in Landscape, 1991).
Le opere di Karel Appel in mostra alla Galleria Poggiali
Spiccano, in particolare, Eternal Space of Being no. 7 (1990) e Relief no. 3 (1994), assemblaggio di legno e oggetti recuperati dipinti a olio: “L’uomo e la natura sono un tutt’uno. L’albero e l’uomo stesso sono una sola cosa. Se distruggiamo la natura, distruggiamo noi stessi. Da questo… è nata l’idea di dipingere la natura, il paesaggio, come se trattasse di un viso. Mostro i colori della natura e poi vi aggiungo il viso.” Questa condizione di particolare empatia e connessione ha portato Karel Appel a dipingere opere di sorprendente freschezza e potenza: sembra, in effetti, la personale di un pittore quarantenne di oggi in stato di grazia.
Christian Caliandro
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