Vittorio D’Augusta – Cala/Fatato

Informazioni Evento

Luogo
PICCA ARTE CONTEMPORANEA
Via Diaz 18, Pesaro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/05/2024

ore 18.30

Artisti
Vittorio D’Augusta
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

PICCA ARTE CONTEMPORANEA, spazio d’arte creato e gestito dagli artisti Giuseppe Tomasello ed Elisa Di Domenicantonio, partecipa al programma di Pesaro24/Capitale italiana della Cultura.

Calafatare    Tranne la gente di mare che ama gli squeri, pochi conoscono quella parola. Deriva dall’arabo calaf e significa comprimere fibre di canapa imbevute di pece nelle fessure tra il fasciame di una barca: un gesto artigianale di manutenzione o di buona conservazione. Ho sempre associato quel verbo ad un pensiero antico di memoria inanimata delle cose. Una vecchia barca di legno, attraverso quel gesto di sapiente manualità, affronta il mare e gli anni: si conserva. Anche la memoria, in fondo, ha questa lodevole funzione protettiva contro il lavorio del tempo e della dimenticanza. Ricordo l’odore di catrame delle barche appena calafatate nelle baie sassose della mia infanzia, a Volosca, Abbazia, Medea, Laurana, Moschiena. Non è mai scesa più a Sud di questi bei nomi al femminile la mia conoscenza della costa istriana, ma è bastata per vedere, di sera, la partenza per la pesca con le lampade a carburo. Forse ogni gesto di pittura è governato da una inconscia volontà di conservare le tracce della propria infanzia o dell’infanzia del mondo. Non mi piace teorizzare, e non amo forzare di significati le invenzioni della fantasia, né ricorrere all’uso intellettuale del simbolo o della metafora per ammantare di nobili intenzioni un gesto così semplice come muovere la mano per tracciare segni di pittura. Il “cosa vuol dire” non mi appartiene, non è un mio problema. Eppure quel verbo “calafatare” mi ha sempre affascinato, sarà il suono arabo, o greco/bizantino, o il fatto che il suo participio passato, cala/fatato, reca il senso del fiabesco, parente umile della poesia.

E poi “sono persona coinvolta nei fatti”, conosco quel mestiere, ho realmente calafatato una barca, da ragazzo ho avuto un “beccaccino” (gli snob del club nautico li chiamavano snipe, col nome americano, classe olimpica). Era vecchio e malandato, ma di mogano e con la scritta Aleph a caratteri di bronzo sulla poppa. Non conoscevo ancora Borges, ma quel nome sembrava promettere avventure. D’inverno, in secca, tra il fasciame si aprivano fessure. In primavera era necessaria la calafatura. Non usavo il catrame, grossolano, adatto ai pescherecci e alle battane, ma il minio dal bel colore rosso/arancio intonato al biondo della canapa e al bruno rossastro del mogano. Battevo il tutto a colpi misurati, con una mazzetta di legno, “a regola d’arte”, e lo scalpello non doveva essere tagliente. Il fasciame risuonava dolcemente, ad ogni colpo, come cassa armonica di uno strumento musicale.

Molti anni dopo ho calafatato quadri. Premevo ovatta inchiostrata o stracci imbevuti di colore acquoso nella fessura tra due tele appaiate. Critici sapienti vi scoprivano le ragioni analitiche, la sintesi minimale, la ricerca sugli strumenti e sui supporti, l’analisi dei materiali, l’azzeramento, il grado zero di Nuova/Pittura, corrente degli spigolosi anni Settanta. Altri vi scorgevano enigmi freudiani,  inconscie allusioni di erotismo.

 

 

 

 

Vittorio D'Augusta,  Fiume 1937,  riminese di adozione.

Principali mostre collettive in Musei e spazi pubblici

1968, Nova tendencija 4, Suvremene umietnosti, Zagabria; 1971, Trigon '71: Intermedia urbana, Landesmuseum Joanneum, Graz; 1974,  Empirica, Rimini e Museo Castelvecchio, Verona; 1975, Biennale di Venezia, Progetto per il Mulino Stuky; 1976, L'Esplorazione percettiva, Palazzo della Ragione, Bergamo; 1977, Marta & Maria, Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1978, XIII Inter. Malerwochen, Neue Galerie, Graz; Metafisica del Quotidiano, GAM, Bologna; Le designazioni del senso, Loggetta Lombardesca, Ravenna; 1979 Pittura/Ambiente, Palazzo Reale, Milano, Arte e Critica, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; 1980, Nuova Immagine, Palazzo della Triennale, Milano; 1981, Arte italiana 1960/1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Il Materiale delle Arti, Castello Sforzesco, Milano; La Qualità, sviluppo dei Nuovi Nuovi, Parco Massari,  Una generazione postmoderna, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1985, Anni Ottanta, GAM, Bologna; 1986, Aspetti dell'arte italiana 1960/1980, Francoforte, Berlino, Hannover, Bregenz, Vienna; 1987, Astratta, secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990, Palazzo Forti, Verona, Palazzo della Permanente, Milano, Kunstverein, Francoforte; 1992, Frequènces lumineuses, La Villette, Parigi; 1995, I Nuovi Nuovi, Galleria comunale d'arte moderna, Torino; 1999 Quadriennale, Roma; 2005, L'opera al nero, Mole Vanvitelliana, Ancona; 2007, L'Elogio della figura, Palazzo del Capitano, Cesena; 2011, Paesaggio italiano, Ex Chiesa della Misericordia, Perugia; 2014, Selvatico3-Una testa che guarda Museo Civico San Rocco, Fusignano; 2016, Biennale del Disegno, Musei Comunali.Rimini; Per vie diverse, Magazzino del Sale, Cervia.

2021, Biennale del Muro dipinto, Dozza; 2023, Ti verrà dietro la città, Museo S.Rocco, Fusignano.