I dannati: il film con storici, artisti e scrittori nel cast
Da Cannes alla sala cinematografica, "I dannati" è un film di finzione e sincero sulla guerra che non è e non ha alcuna via d’uscita. Il trailer
In concorso nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes 77 c’è I dannati di Roberto Minervini che esce in contemporanea nelle sale cinematografiche italiane, il 16 maggio con Lucky Red.
Conosciuto e apprezzato come documentarista raffinato, attento e assai incisivo, per questo suo nuovo film non solo ha scelto il cinema di finzione ma è tornato indietro nel tempo – precisamente alla Guerra Civile americana – per accompagnare gli spettatori tra un gruppo di volontari inviati negli Stati Uniti occidentali alla scoperta di regioni inesplorate.
Il desiderio del regista è che il film possa aiutare nello smantellare la mascolinità tossica che è molto presente nel cinema di guerra e nella cultura della guerra in generale.
La trama del film “I dannati” parte da lontano
Inverno 1862. Nel pieno della guerra di Secessione, una compagnia di volontari dell’esercito degli Stati Uniti viene inviata a presidiare le terre inesplorate dell’Ovest. La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del proprio viaggio verso la frontiera.
“I dannati è un film che parte da lontano”, racconta Roberto Minervini. “Riflettevo su questa storia da molto tempo e per più ragioni. La prima è di genere cinematografico. C’era la voglia da parte mia di mettermi in gioco non solo con la finzione cinematografica ma anche con il genere di guerra.
Io ho sempre avuto un rapporto dissonante con il cinema di guerra proprio per la rappresentazione di una certa mascolinità. La seconda riflessione riguarda un discorso parallelo quindi testare un metodo di lavoro fondamentalmente basato sull’esperienza del cinema del reale: come adottarne i principi in un ambito di finzione, per toccare l’intimo, guardandosi dentro”.
Nel cast storici, artisti e scrittori
I dannati, sesto film di Minervini, è quello che ha scritto di meno in quanto lo ha direttamente costruito sul set giorno dopo giorno, e gli attori – Jeremiah Knupp, Cuyler Ballenger, René W. Solomon, Noah Carlson, Timothy Carlson – che hanno anche contribuito attivamente allo sviluppo della storia, sono stati scelti non solo per le loro capacità interpretative, ma anche in base alle loro capacità intellettuali. Tra loro ci sono infatti storici, artisti e scrittori.
“Il film è stato girato nel 2022 e lo scenario scenario geopolitico è cambiato notevolmente in questi anni, drammaticamente. I dannati è costruito come un prima, un durante e un dopo la battaglia. L’unica cosa che resta è la chimera della via d’uscita e man mano che il film procede è chiara la sensazione di un’assenza reale di una via d’uscita. È la guerra diventa una condizione esistenziale”.
La scelta del titolo del film
Il titolo del film di Minervini è assai esplicativo. A chi gli ha chiesto del motivo di questa scelta ha così risposto: “Innanzitutto c’è un aspetto ludico, perché “I Dannati” sembra un titolo di genere. È anche un po’ un omaggio a uno storico gruppo punk-rock che porta lo stesso nome.
E poi c’è l’idea che una volta che si entra in guerra, che si affronta una battaglia, è la fine di qualcosa, si è come condannati. Dannazione contro condanna: c’è anche una forte componente religiosa che è parte integrante della Guerra di Secessione. Quindi è un titolo che rimanda al genere ma anche a un’esperienza religiosa onnisciente, messa in discussione nel film”.
Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati