A Ravenna ogni giorno si legge Dante proprio di fronte alla sua tomba. Ecco come partecipare

Ormai da quasi quattro anni, all’imbrunire, presso la Tomba di Dante a Ravenna si raccoglie un nugolo di curiosi, turisti e appassionati del Sommo Poeta, per ascoltare la lettura di un canto della Commedia. Tutti possono diventare lettori per un giorno, ecco come

Tutti i giorni, per sempre. Non è una minaccia, ma la dimensione “perpetua” di un’iniziativa alquanto singolare (e di successo) che il Comune di Ravenna promuove ormai da qualche anno, senza mai saltare un giorno di calendario (fatta eccezione per il 25 dicembre), con l’idea di valorizzare uno dei luoghi storici più conosciuti della città: la Tomba di Dante

La lettura pubblica e perpetua della Commedia sulla Tomba di Dante

L’ora che volge il disìo è il progetto avviato in concomitanza con le celebrazioni del settecentenario della morte del Sommo Poeta, nel 2020: dal 13 settembre di quell’anno – quando fu il sindaco della città Michele De Pascale ad aprire le danze, leggendo in streaming il primo canto dell’Inferno – decine di lettrici e lettori, tra cittadini, turisti e personaggi famosi (in concomitanza con Scrittura Festival e Ravenna Teatro), hanno partecipato alla lettura perpetua della Commedia, celebrando insieme l’universalità dell’opera dantesca. L’iniziativa, infatti, si avvale del contributo di tutti: chiunque può partecipare, prenotandosi per leggere un passo dall’opera più conosciuta di Dante (al numero 328 4815973, o via email a [email protected]), e recandosi presso la tomba del poeta all’orario stabilito. Le letture di piazza, che ormai raccolgono un nugolo di affezionati e curiosi, ma più spesso sorprendono piacevolmente i turisti in visita al monumento, si tengono ogni giorno alle 18 nel periodo compreso tra aprile e maggio; e non si interrompono nel periodo invernale, anticipando alle 17 tra novembre e marzo. Qualcuno si presenta anche con la propria copia della Commedia, per seguire meglio la lettura. Ma l’appuntamento è trasmesso anche in diretta streaming, quotidianamente, sul sito vivadante.it e sulla pagina Facebook Ravenna per Dante. Finora, l’iniziativa – promossa dal Comune di Ravenna con Fondazione Ravennantica – ha confermato il suo valore universale, intercettando oltre 700 “lettori per un giorno”, tra cui molti studenti, ciascuno pronto a rendere omaggio all’Alighieri nella propria lingua madre. Così spesso capita di ascoltare i versi del poeta declamati in idiomi sconosciuti (oltre 30 quelli “collezionati” da quando è iniziato il progetto, dall’inglese al turco, dall’urdu al taiwanese, al serbo, all’arabo), lasciandosi trasportare dalla musicalità delle parole. 

La lettura della Commedia sulla Tombe di Dante, da parte di due turiste norvegesi
La lettura della Commedia sulla Tombe di Dante, da parte di due turiste norvegesi

Dante a Ravenna

Di Dante, Ravenna custodisce le spoglie mortali. Il poeta, di ritorno da un’ambasceria a Venezia, contrasse la malaria e si spense nella città romagnola tra il 13 e il 14 settembre 1321. A Ravenna, dopo l’esilio da Firenze, aveva scelto di trascorrere gli ultimi anni della sua vita, e proprio in città terminò di scrivere la Divina Commedia. Fu Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, ad accoglierlo con tutti gli onori, invitandolo a coltivare i suoi studi in città dopo il periodo trascorso a Verona, alla corte di Cangrande della Scala. Tracce della Ravenna trecentesca di Dante trascorse sono ancora visibili presso le dimore dei Da Polenta e dei Traversari, e nella pineta nei pressi della città, citata nella descrizione del Paradiso terrestre, nel canto XXVII del Purgatorio. Ma il poeta su certo affascinato anche dai mosaici ravennati, che forse ispirarono la descrizione del Paradiso

La Tomba di Dante a Ravenna

Quando morì, i funerali si svolsero nella basilica oggi dedicata a San Francesco, che il poeta frequentava abitualmente, e le sue spoglie furono sepolte in un piccolo cimitero presso la chiesa. In origine la Tomba di Dante, ora fulcro della cosiddetta “zona del Silenzio”, fu una semplice cappellina fatta predisporre, nel 1321, da Guido Novello da Polenta; nel 1483 Bernardo Bembo, che governava la città per conto della Repubblica di Venezia, finanziò il rifacimento del piccolo ambiente e commissionò allo scultore Pietro Lombardo il bassorilievo marmoreo con il ritratto di Dante. Ma le spoglie del poeta non avrebbero avuto vita (ultraterrena) facile: a lungo rivendicate dai fiorentini, furono nascoste dai frati custodi della tomba, per evitarne il trafugamento, e solo in un secondo momento ricollocate al loro posto. Nuovi trasferimenti delle spoglie si registrano in epoca napoleonica e durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le ossa dell’Alighieri vennero di nuovo occultate per proteggerle dai bombardamenti, sotterrate nel giardino accanto alla Tomba, in una pesante cassa di acciaio, dove riposarono dal 23 marzo del 1944 al 19 dicembre del ’45. Oggi una piccola piramide ricoperta di edere ricorda il nascondiglio di fortuna. Mentre data al 1782 il progetto monumentale che apprezziamo ancora oggi, realizzato dall’architetto Camillo Morigiaper volontà del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga. Ora il mausoleo, un tempietto neoclassico decorato con sobrietà, fa da quinta alla lettura perpetua della Commedia. All’interno, l’arca sepolcrale che racchiude le ossa di Dante reca sul fronte l’epitaffio latino composto dal poeta Bernardo Canaccio nel 1327. Ma la memoria del poeta è celebrata anche attraverso la campana dell’adiacente piccola torre campanaria, che ogni sera, all’imbrunire, suona tredici colpi in ricordo del 13 settembre, giorno della morte di Dante, e delle terzine dantesche: “Era già l’ora che volge il disio / ai navicanti e ‘ntenerisce il core / Lo di c’han detto ai dolci amici addio / E che lo novo peregrin d’amore / punge, se ode squilla di lontano / che paia il giorno pianger che si more” (Purgatorio, Canto VIII, 1-6).

Pietro Lombardi, Ritratto a bassorilievo di Dante, Tomba di Dante
Pietro Lombardi, Ritratto a bassorilievo di Dante, Tomba di Dante

Dante a Ravenna. Itinerario di visita

Per approfondire il legame di Dante con la città (a Ravenna c’è una sorta di ossessione) e la genesi della sua opera celeberrima, non distante, si visita anche il Museo Dante, inaugurato all’interno del già citato convento: il percorso si snoda tra documenti, cimeli, installazioni multimediali che ripercorrono la vita di Dante e permettono di entrare idealmente all’interno della Commedia. Mentre agli studiosi è dedicata la biblioteca specialistica del Centro Dantesco, sempre all’interno del complesso conventuale, che raccoglie le diverse edizioni delle opere di Dante, gli studi inerenti al suo pensiero e alla sua eredità culturale, documenti, una collezione di circa duemila cartoline a soggetto dantesco e 260 microfilms di codici danteschi. Sempre in città, presso la Casa Dante, si scoprono le collezioni dantesche della Biblioteca Classense.

Livia Montagnoli

Scopri qui come partecipare all’iniziativa L’ora che volge il disìo

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