Al via la Milano Arch Week 2024. La mini guida agli eventi della sesta edizione

Con oltre 120 appuntamenti e oltre 50 sedi cittadine coinvolte, la kermesse meneghina prova a porsi in ascolto delle necessità collettive e di quelle dei territori attraverso un’indagine sull’architettura debole

Maggio conferma la vocazione di mese fertile sul fronte delle iniziative in ambito architettonico, con una vivace successione di proposte – che, tra gli altri appuntamenti, include MantovArchitettura e le versioni milanese e torinese del format internazionale Open House – capaci di raggiungere anche l’ampia platea degli appassionati. Focalizzando l’attenzione sulla sesta edizione della Milano Arch Week – al via il 20 maggio, è la settimana dedicata all’architettura, alle trasformazioni urbane e al futuro delle città, promossa dal 2017 da Comune di Milano, Politecnico di Milano e Triennale Milano –, abbiamo selezionato cinque appuntamenti. Affidata alla curatela di Nina Bassoli e Matteo Ruta (con la collaborazione di Joseph Rigo) e con la direzione artistica di Stefano Boeri, la kermesse adotta come proprio fil rouge “l’architettura debole”. Guardando dichiaratamente alla lezione dei compianti Gianni Vattimo, teorico del pensiero debole, e Andrea Branzi, con particolare riguardo per il suo saggio Modernità debole e diffusa, la Milano Arch Week chiama a raccolta voci da tutto il mondo per testimoniare il “potere abilitante dell’architettura”. Attraverso l’open call lanciata nei mesi scorsi, la manifestazione si qualifica inoltre come un evento corale e diffuso, alla cui programmazione contribuiscono anche associazioni e realtà attive nel contesto urbano metropolitano milanese.

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La mostra dedicata a Gae Aulenti di Triennale Milano

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La lecture dell’architetta Lina Ghotmet al Politecnico di Milano

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Alessandro Petti e Sandi Hilal alla Milano Arch Week

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Il debutto del format “As strong as you can” da Triennale Milano

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Le proiezioni serali nel Giardino Giancarlo De Carlo a Milano

Ampiamente annunciata, la retrospettiva su Gae Aulenti apre al pubblico il 22 maggio. Curata da Giovanni Agosti, con Nina Artioli e Nina Bassoli, ed esito della collaborazione siglata con l’archivio dell’architetta e designer scomparsa nel 2012, ripercorre oltre sei decenni di attività progettuale. Esamina le diverse scale di intervento con cui Aulenti si è misurata nel corso della carriera. Affidato allo studio Tspoon, l’allestimento include ambienti in scala 1:1, disegni, fotografie e maquette.

Milano Arch Week Trienanle Milano. Foto Gianluca Di Ioia
Milano Arch Week Trienanle Milano. Foto Gianluca Di Ioia

Lo avevamo evidenziato nella nostra tradizionale ricognizione di fine anno: l’architetta di origine libanese Lina Ghotmeh sta vivendo una fase di ascesa professionale, confermata proprio nel 2023 dall’incarico per il Serpentine Pavilion londinese e dall’affidamento del progetto per AlUla Contemporary Art Museum, in Arabia Saudita. Approda all’Arch Week milanese il 20 maggio (alle ore 18:30, al Politecnico di Milano), con una lecture in cui, verosimilmente, oltre al racconto degli interventi in progress con il suo studio parigino, definirà come il principio da lei coniato dell’ “archeology of the future” si rifletta nelle sue opere. Presto online la nostra intervista.

Lina Ghotmeh
Lina Ghotmeh

Prossimamente leggerete il loro punto di vista in merito alle mobilitazioni studentesche pro  Palestina in giro per il mondo, nell’ambito della serie curata da Marialuisa Palumbo, ma intanto il 25 maggio Alessandro Petti e Sandi Hilal potrete ascoltarli in Triennale Milano (alle ore 18.00). Fondatori del collettivo DAAR e vincitori del Leone d’Oro alla Biennale Architettura 2023, da anni sviluppano progetti di ricerca in cui si misurano con i temi della giustizia e dell’uguaglianza analizzando le loro implicazioni sull’ambiente costruito e nello spazio pubblico. 

Alessandro Petti e Sandi Hilal, fondatori collettivo DAAR. Photo Rehaf Batniji
Alessandro Petti e Sandi Hilal, fondatori collettivo DAAR. Photo Rehaf Batniji

Appuntamento sabato 25 e domenica 26 maggio con le voci emergenti del panorama architettonico, invitate a raccontare le rispettive pratiche professionali attraverso speed talk di circa 30 minuti. Al Salone d’Onore di Triennale Milano sono attesi Gia Mussi, Tenet, Small, Linearama, Ecòl, Atelier Fanelsa, Orizzontale, Captcha, Abnormal, Carlotta Franco, Sabotage Practice (nella prima sessione del 25 maggio), Elena Barthel, Studio Ser, La Rivoluzione delle Seppie, Andrea Bagnato, Loom, HPO, Oasi, Hypereden, Zattere + Riccardo Orsini, Every Island, Landworks (il secondo e conclusivo giorno).

Anna Heringer. Foto © Gianluca Di Ioia
Anna Heringer. Foto © Gianluca Di Ioia

Non solo mostre, lecture, incontri, laboratori, tavoli di lavoro: nel Giardino intitolato a Giancarlo De Carlo le serate del 23, 24, 25 e 26 maggio saranno all’insegna di proiezioni e talk. In cartellone: il documentario di Francesca Molteni Green Over Gray dedicato all’architetto e designer Emilio Ambasz (24 maggio, ore 20 – 21), considerato un pioniere dei processi di riconciliazione tra architettura e natura, il film di Elettra Fiumi Radical Landscapes (25 maggio, ore 19 – 22) e un omaggio al maestro Andrea Branzi (26 maggio, ore 20 – 22).

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La mostra dedicata a Gae Aulenti di Triennale Milano

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La lecture dell’architetta Lina Ghotmet al Politecnico di Milano

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Alessandro Petti e Sandi Hilal alla Milano Arch Week

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Il debutto del format “As strong as you can” da Triennale Milano

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Le proiezioni serali nel Giardino Giancarlo De Carlo a Milano

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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