A Milano esiste un luogo in cui ogni donna può sentirsi al sicuro. Si chiama Molce Atelier ed è una sartoria speciale che offre corsi di cucito e supporto psicologico a donne vittime di ogni forma di violenza, in condizioni di fragilità o insicurezza economica. Il progetto nasce tenendo conto della vulnerabilità economica, ma anche di una limitata capacità di autodeterminazione e indipendenza, che abusi fisici, coercizioni emotive e restrizioni finanziarie possono causare.
La storia di Molce Atelier
Molce Atelier nasce in una data particolare, il 25 novembre 2021, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il team dell’associazione è attualmente composto da Paola Maraone, Psicologa clinica esperta in violenza di genere, Fernanda Muniz, Presidentessa dell’associazione e Responsabile della sartoria, e Adriana Morandi, sarta e stilista. Perché proprio un atelier? “La sartoria ha un alto valore simbolico: l’idea è di metaforicamente ricucire gli strappi – ovvero le ferite nell’anima di queste donne” spiega Maraone. Infatti, all’origine del nome “Molce Atelier” vi è il verbo “molcere” che significa “addolcire”. E questa è la filosofia che guida il progetto: alleviare il dolore per tutte le donne vittime di violenza, rendendole autonome ed indipendenti (anche economicamente) attraverso l’apprendimento di mestieri di sartoria.
Le iniziative della sartoria terapeutica
Tra le attività promosse, vi è un corso di formazione sartoriale alla cui conclusione le sarte che scelgono di continuare a lavorare con l’associazione vengono assunte in Molce Atelier – laddove possibile. Attualmente, l’atelier vede coinvolte quattro sarte – l’ultima entrata in organico a gennaio grazie al progetto crowdfunding “assumi una sarta”. Se l’atelier non può offrire un impiego, le sarte vengono indirizzate verso altre sartorie. L’aiuto è frutto della produzione, distribuzione e vendita delle collezioni realizzate in sartoria, che creano un sistema di economia circolare positivo. Infatti, molte case di moda hanno offerto i propri tessuti e materiali all’atelier, inclusi cerniere, bottoni, fibbie, tessuti e fili: materiali di recupero essenziali essendo sempre alla ricerca di fornitori per sostenere le attività delle sarte. Infine, l’Atelier fa parte di una filiera etica, grazie alla collaborazione con l’hub Ethicarei che recluta sartorie sociali e affida commesse per grandi maison della moda. In secondo luogo, l’associazione offre sostegno psicologico così come supporto per assistenza e tutela legale, sociale e sanitaria in collaborazione con la rete dei centri antiviolenza del territorio milanese. La sartoria si impegna anche nella promozione della cultura della non violenza attraverso incontri con le scuole e dibattiti, come l’evento dedicato alla presentazione del film Prima Donna di Marta Savina. In questa occasione, con una proiezione gratuita presso il Cinema Anteo a Milano, è stata organizzata una discussione con la produttrice e la protagonista del film: “Ci piace riflettere su questo concetto: se è vero che di relazioni ci si ammala, di relazioni si può anche guarire”, racconta Maraone: “Attraverso il lavoro e i rapporti che si instaurano in Molce Atelier, le donne possono uscire dalla violenza di una relazione tossica, cominciando una relazione piena ed appagante. In primis con sé stesse, ma anche con le altre donne che lavorano nell’atelier”.
I progetti futuri di Molce Atelier
Tra le prossime attività che coinvolgeranno la sartoria, vi è la partecipazione alla fiera dedicata all’economia sostenibile Fa’ la cosa giusta! a Milano dal 22 al 24 marzo 2024. Durante la fiera, Molce Atelier condurrà incontri con le scuole, racconterà la cultura della non violenza in un talk dedicato e ospiterà uno shop per la vendita delle proprie collezioni. Sarà anche disponibile uno sportello di ascolto: chi desidera informazioni o consulenze potrà dialogare con una psicologa dedicata. Infine, sarà presentata la mostra fotografica Rise Up con le opere delle artiste Isabella Balena e Stephanie Gengotti, che raccontano la rinascita e il riscatto di dieci donne vittime di violenza che hanno trovato sostegno presso Molce Atelier.
Lara Gastaldi
Lo sguardo scelto è di Irene Starita
Irene Starita nasce a Roma dove consegue il diploma al corso triennale presso l’ISFCI-Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione. Viene a seguito selezionata per il Canon Student Development Programme e per una fellowship con l’agenzia milanese Parallelozero. Il suo lavoro è principalmente rivolto al mondo del reportage.
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