Cent’anni dopo il suo omicidio, riapre la Casa Museo di Giacomo Matteotti
Apre in provincia di Rovigo la dimora, restaurata e riallestita, dove visse il parlamentare socialista. Per celebrare la sua immortale eredità democratica e antifascista
Studiando la storia, è inevitabile notare qua e là dei momenti di significativa importanza, momenti che paiono posti sull’esatto crinale di una tragedia. Quante volte, anacronisticamente, pensiamo che in questi momenti un non precisato “qualcuno” avrebbe dovuto fare qualcosa, far sentire la propria voce per provare a evitare il disastro. Quel qualcuno è Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 1885 – Roma, 1924).
Parlamentare socialista negli Anni Venti, Matteotti fu “la voce” che denunciò il grave clima di intimidazione e le ripetute violenze da parte delle squadre d’azione del Partito Nazionale Fascista durante le elezioni del 1924, contestandone apertamente la validità. Pochi giorni dopo il suo discorso, il 10 giugno 1924, venne rapito e accoltellato a morte. Ora, a cento anni dall’omicidio, apre la sua Casa Museo a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, per celebrare la sua preziosa eredità democratica e antifascista.
La Casa Museo Giacomo Matteotti a Fratta Polesine
Con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, d’intesa con la Regione del Veneto, il Comune di Fratta Polesine e l’Accademia dei Concordi di Rovigo (proprietaria dell’edificio), la Casa Museo apre le sue porte al pubblico l’8 giugno 2024 in una veste rinnovata. Sono stati infatti realizzati degli interventi di restauro sulla palazzina monumento nazionale, affidati allo studio di architettura 120grammi,e un generale riallestimento del percorso museale, a cura di Luca Molinari Studio con la supervisione storica del professor Giampaolo Romanato (presidente del Comitato Scientifico della Casa Museo) e della direttrice Maria Ludovica Mutterle.
“La casa è, per definizione, il luogo del privato e dell’intimità familiare. Ma è anche il luogo dove nascono e prendono vita ideali che spesso guidano una intera esistenza”, ha commentato il professor Luca Molinari dell’Università Vanvitelli, capo dell’equipe di riallestimento. “Come è accaduto al giovane Giacomo che, pur da un ambiente privilegiato, osservava la miseria, l’indigenza, la sopraffazione dominante in un territorio, il Polesine, tra i più poveri d’Italia, decidendo di adoperarsi per modificare uno stato di cose che non era disposto ad accettare. Di qui l’adesione all’ideale socialista e l’avvio di una vita d’impegno sociale e politico che lo conduce nel 1919 ad essere eletto alla Camera dei Deputati e nel ’22 alla carica di segretario del Partito Socialista Unitario, fino all’aperta opposizione a Mussolini, accusato di brogli elettorali e di scandali finanziari. Il regime rispose assassinando Matteotti”. Al parlamentare e ai suoi ideali sono stati e saranno dedicati numerosi progetti di commemorazione e mostre per il centenario, tra cui ricordiamo quelli a Palazzo Braschi a Roma, a Palazzo Roncale a Rovigo, e all’Archivio di Stato a Napoli.
Il percorso della Casa Museo Giacomo Matteotti
Il percorso inizia al piano terra, tra cucina, sala da pranzo e studio: qui si sviluppa il racconto dello stato in cui si trovava il Polesine quando Matteotti era ragazzo. Al primo piano, tra le camere da letto, la biblioteca di famiglia e lo spazio dedicato alla musica, saranno invece illustrati i legami e le passioni di una famiglia colta e ben inserita. Al secondo piano sarà la volta delle immagini e delle voci sulla vicenda pubblica di Matteotti, arrivando al suo prezioso lascito antifascista. Questo, ha precisato Molinari, punta a rendere la casa in “un luogo di riflessione sul nostro Paese, rappresentato in uno dei momenti più critici della sua storia, e come una potente lettura del ruolo centrale di Giacomo Matteotti nella storia italiana contemporanea”. Nel nuovo percorso sarà infine riservata un’attenzione particolare al giardino come spazio di riflessione e approfondimento, con un occhio rivolto al borgo e alle storiche ville del circondario, tra cui spiccano la palladiana Badoer, l’elegante Avezzù e la leggendaria Villa dei Carbonari.
Giulia Giaume
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