Susanna Moroli – La natura emancipata
Il Museo e Fondazione Venanzo Crocetti presenta la personale dell’artista Susanna Moroli | La natura emancipata, a cura di Gemma Gulisano.
Comunicato stampa
Venerdì 24 maggio 2024 il Museo e Fondazione Venanzo Crocetti presenta la personale dell’artista Susanna Moroli | La natura emancipata, a cura di Gemma Gulisano.
La mostra riunisce una selezione di lavori, eseguiti dall’artista tra il 2019 e il 2024, in un percorso antologico che guiderà il pubblicò attraverso l’indagine pittorica dell’artista.
«La ricerca di Moroli accarezza la poesia della natura che la ispira, ma insiste sulla pratica, quella pittorica per l'appunto. Il suo è un esercizio di fuga da una figurazione sulla quale non vuole adagiarsi. Evade dalla rappresentazione per conquistare l'essenza delle cose che popolano i suoi dipinti, attraverso emancipati sedimenti di colore.
[…] La pittura concepita dall’artista è, in definitiva, un processo di affrancamento dalle strutture visive. Il processo, dunque, e non l'esito. Un percorso mentale accompagnato e che, a sua volta, guida il gesto.
Interrogandosi sulla pratica pittorica, Moroli, probabilmente, si interroga sulla capacità dell'individuo di spingersi oltre la zona di agio.»
Circa trenta opere in mostra, che differiscono per dimensioni, tecniche e supporti, sono riunite per serie tematiche e costruiscono un racconto eterogeneo del percorso artistico che ha condotto la pittura di Susanna Moroli a svincolarsi dalla rappresentazione. La natura che ha ispirato questi lavori e dalla quale la mostra prende il titolo, è complice del tentativo dell’artista di emanciparsi dalla rappresentazione pittorica.
«Moroli definisce l'albero quale principio da cui ha origine il congedo rappresentativo. Nei recenti lavori, come Roots (2024), elabora una sineddoche, una parte per riferirsi al tutto, per poi spingersi alla dissoluzione dell'oggetto e, a tratti, ritornare alla sua descrizione.
In Papel#4 (2019) la decostruzione del reale è decisa ma la pennellata è controllata, modulata. Perde ogni inibizione in Flowers#2 (2022), qui il colore macchia con agilità la tela e abbandona il riferimento sensibile.»