Corpicrudi e Daniele Giunta, tutto il candore di un progetto insieme. Un evento speciale, a Bergamo, tra la basilica e la galleria. Le immagini (e qualche suono) da “Sinfonia in Bianco minore”

Preferiscono chiamarle “installazioni live” e non performance, come sarebbe più immediato pensare. Una definizione singolare. Ma in effetti, Corpicrudi, al secolo Samantha Stella e Sergio Frazzingaro, hanno sempre cavalcato questa bella ambiguità tra dimensioni diverse e contigue, incrociando i linguaggi: azioni performative come sculture in carne e ossa, sculture come allestimenti teatrali, coreografie come opere […]

Preferiscono chiamarle “installazioni live” e non performance, come sarebbe più immediato pensare. Una definizione singolare. Ma in effetti, Corpicrudi, al secolo Samantha Stella e Sergio Frazzingaro, hanno sempre cavalcato questa bella ambiguità tra dimensioni diverse e contigue, incrociando i linguaggi: azioni performative come sculture in carne e ossa, sculture come allestimenti teatrali, coreografie come opere installative effimere, video come prolungamenti o antefatti di  azioni sceniche. Uno scivolare continuo da un argine all’altro, da una cornice a un’altra. Il tutto nel rigore di un’estetica molto nitida, riconoscibile, esasperata. “Sinfonia in Bianco minore”, a cura di Claudia Attimonelli, è un progetto speciale, realizzato insieme a Daniele Giunta per la galleria Traffic di Bergamo: fotografie, disegni, video, sculture, suoni e un grande dipinto.

Il tutto collegato a un altro evento, outdoor: un’”installazione live”, per l’appunto, ospitata dall’antico matroneo della Basilica di S. Maria Maggiore. Lo scorso 15 dicembre, nella suggestiva location bergamasca, prendeva forma un’apparizione meditativa, lenta. Più che un accadimento, l’inverarsi di un’immagine-tempo, una sequenza di memorie candide. Una delle tre figure femminili, protagoniste dei video e delle foto in galleria, si materializzava qui come presenza reale, immobile, evocativa. Seduta, la donna restava a contemplare quello stesso libretto poi ritrovato in mostra, come reliquia dentro una teca. E ancora un loop video – il girotondo nel giardino delle vergini – e poi la musica: commovente, aggraziata, malinconica piéce composta da Giunta, propagata nell’ambiente. Una visione, piuttosto che un’azione.
Durante la sinfonia scandita da suoni e declinazioni di bianco, un dialogo ovattato connetteva l’interno e l’esterno. Dalle pareti della chiesa, verso la galleria. A Bergamo, quel giorno, nevicava. Fuori dalla basilica un tappeto latteo ricopriva gli alberi, le strade. Attraverso la fessura di una delle bifore filtrava uno spiraglio di luce: una sottile apertura da cui scorgere la neve, appena. Scritture di miraggi, corrispondenze ed echi, in dissolvenza.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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