Santarcangelo Festival 2024. Come sarà la nuova edizione della rassegna teatrale romagnola
Il prossimo luglio Santarcangelo di Romagna torna a essere il teatro diffuso e all’aperto in cui familiarizzare con quanto di più innovativo e originale viene creato nella scena performativa italiana e internazionale. Ecco il programma
While we are are è il titolo scelto da Tomasz Kireńczuk, direttore artistico recentemente confermato fino al 2026, per la 54esima edizione del Santarcangelo Festival, che si svolgerà dal 5 al 14 luglio nella cittadina dell’entroterra riminese. Un borgo medievale che, per dieci giorni, viene interamente colonizzato da artiste e artisti, italiani e internazionali, autori e protagonisti di oltre 170 proposte spettacolari ma anche djset e incontri pubblici. Una vetrina innovativa e proattiva delle arti performative che mira non soltanto a mostrare quanto avvenga nel campo sempre più fluido delle discipline dello spettacolo, ma, in primo luogo, a promuovere e sviluppare un dialogo non episodico né superficiale fra arte e comunità.
Santarcangelo Festival 2024.Il programma secondo il direttore Tomasz Kireńczuk
Curatore, drammaturgo e critico, il polacco Tomasz Kireńczuk si è trasferito con tutta la famiglia a Santarcangelo, assicurando una vitalità costante alla rassegna, sotto il cui “cappello” vengono organizzati spettacoli, eventi, residenze nel corso di tutto l’anno. Una presenza che plasma artisticamente il centro riminese e che testimonia di un progetto curatoriale ampio e articolato, al cui interno si colloca coerentemente il festival estivo. L’edizione di quest’anno, la terza curata da Kireńczuk, risponde a idee e obiettivi che lui stesso così riassume: “cosa significa essere insieme in un mondo sempre più diviso? Quali condizioni devono essere soddisfatte affinché questo ‘insieme’ possa funzionare davvero? Come praticare la collettività in modo da sostenere la differenza anziché escluderla? In che modo le pratiche performative possono sostenere l’integrazione e l’inclusione?”.
Santarcangelo Festival 2024. Visione e missione
“Queste sono solo alcune delle domande”, continua Kireńczuk, “che ci porremo durante la 54a edizione di Santarcangelo Festival: gli artisti e le artiste invitate cercano nuove forme di coesistenza, in cui i corpi – nella loro diversità e individualità – possano funzionare insieme. Al centro del nostro interesse c’è la ritualità dell’incontro, del coesistere nello stesso spazio e nello stesso tempo. Una ritualità ampia che abbraccia prospettive culturali molto diverse”. E aggiunge: “riti funebri, rave, pratiche decoloniali, in ognuna di queste prassi compaiono corpi che, nell’atto performativo, creano uno spazio comune. Ed è proprio questa esperienza che ci interessa in modo particolare. Vogliamo che anche quest’anno il Festival sia un luogo di incontro e scambio. Vogliamo che la sua forza rigenerativa ci permetta ancora una volta di guardare diversamente non solo alla realtà che ci circonda, ma anche ai corpi e agli spazi che sono, o non sono, intorno a noi. Siamo convinte e convinti”, conclude Kireńczuk, “che questo essere insieme, che sfugge alla logica della vita quotidiana, abbia un enorme potenziale. Vogliamo chiederci cosa ci succede, mentre siamo qui”.
Gli artisti nel cartellone di Santarcangelo Festival 2024
Il cartellone del festival si contraddistingue per la varietà delle proposte: molti gli artisti mai o pochissime volte visti in Italia; una programmatica predilezione per l’interdisciplinarietà; nessuna preclusione di genere (teatro, danza, installazione, intervento artistico); uno sguardo privilegiato sull’attualità sociale e politica, indagata anche considerando il mutamento di costumi, iconografie, valori. Fra gli artisti internazionali segnaliamo la coreografa francese di origini algerine Dalila Belaza, al suo debutto in Italia, e l’artista belga Lisa Vereetbrugghen, il cui spettacolo While we are here ha suggerito il titolo di questa 54esima edizione. E, ancora, dal Brasile, la coreografa Michelle Moura, il duo Davi Pontes e Wallace Ferreira e Bruno Freire, il cui lavoro affronta tematiche scottanti legate al colonialismo. Forte anche la presenza di artisti dall’Est Europa, territorio fertile di originale e non velleitaria creatività, e provenienti da aree di guerra o per varie ragioni costretti all’esilio. Per quanto riguarda la scena italiana, accanto a un nome affermato quale Claudia Castellucci, figurano giovani artisti il cui talento, in realtà, è – o dovrebbe essere – oramai riconosciuto e sostenuto: da Stefania Tansini a Sara Sguotti; da Parini Secondo a Panzetti/Ticconi, fino all’inedito trio composto dai danzatori/coreografi Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini.
Laura Bevione
www.santarcangelofestival.com
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