Harry Adams – Offerings from a Sacred Mountain
Le opere esposte in mostra sono il risultato delle due residenze di Harry Adams (pseudonimo della collaborazione dei due artisti britannici, Adam Wood e Steve Lowe) nelle sacre montagne dell’Umbria.
Comunicato stampa
Le opere esposte in mostra sono il risultato delle due residenze di Harry Adams
(pseudonimo della collaborazione dei due artisti britannici, Adam Wood e Steve Lowe)
nelle sacre montagne dell’Umbria. La prima, di due settimane a settembre 2023 e la
seconda più recente – in vista dell’inaugurazione della mostra – a maggio 2024.
Harry Adams sono stati invitati dalla Galleria Alessandra Bonomo nell’Eremo Santa
Maria Maddalena, continuando una tradizione iniziata già negli anni ’70 da Marilena e
Lorenzo Bonomo. La dimora storica si trova a Monteluco sopra la cittadina di Spoleto, a
pochi passi dal convento fondato da San Francesco d’Assisi e dalla Foresta Sacra dove
il Santo era solito andare in ritiro. Nel corso degli anni, diversi artisti sono stati invitati
a soggiornare e realizzare le loro opere all’interno dell’Eremo, come in passato Sol
Lewitt, Mel Bochner, Richard Nonas, Pat Steir, Joel Fischer e Richard Tuttle.
Harry Adams descrivono i due periodi di permanenza presso l’Eremo Santa Maria
Maddalena come caratterizzati da due tendenze opposte.
Durante la prima residenza, nel settembre 2023, l’approccio è stato più contemplativo,
nella gestualità delle opere si percepisce la risposta agli stimoli dell’ambiente
circostante. Opere di piccole dimensioni, fluide e realizzate in successione. I soggetti
rappresentati: ceppi d’albero del bosco sacro, affreschi di Giotto su San Francesco o i
giardini dell’Eremo – che richiamano le miniature degli erbari medievali - sono la diretta
declinazione del contesto immersivo e sacrale dell’Umbria.
Durante il secondo periodo, il duo arriva all’Eremo portando con sé grandi pannelli di
compensato rivestiti di gesso. La finalità è quella di creare una serie di opere basate
sulla loro precedente serie di lavori Victory of the Sun (dal nome dell’opera Futurista
russa Victory over the Sun del 1913 in cui Malevich presentava il suo primo Quadrato
Nero come parte della scenografia).
Questo nucleo di opere monumentali, completano e bilanciano quelle più umili e
figurative della prima residenza. Nei lavori del secondo periodo di permanenza si può
scorgere un fil rouge: il cerchio come punto di partenza e motivo centrale a cui si
aggiunge – nella realizzazione - l’elemento accidentale della natura. In particolare i
dipinti sono stati lasciati nel giardino dell’eremo durante fragorose tempeste di pioggia,
e sotto un sole cocente a seccare in maniera eccessivamente veloce, per poi essere
inumiditi di nuovo dalla rugiada mattutina.
La mostra conclude il suo percorso immersivo con una piccola quercia da sughero –
liberata dalla Foresta Sacra – dalla quale vengono emanati suoni della natura (rombi e
ronzii) che evocano una melodia celestiale, ripetuta ed eterna.
Accompagnano la mostra tre pubblicazioni separate ma interconnesse: un libretto che
riassume la prima residenza, una seconda pubblicazione dal formato più grande e,
l’ultima, in cui troviamo il testo critico e analitico dell’artista e scrittore Neal Brown che
ha accompagnato gli artisti durante il loro secondo soggiorno nell’Eremo di Santa Maria
Maddalena.