La Sardegna come Nazareth: intervista a Paolo Zucca, regista di ‘Vangelo Secondo Maria’
Abbiamo intervistato il regista Paolo Zucca a ridosso dell'uscita del suo ultimo film, basato sul romanzo omonimo del 1978 di Barbara Alberti. Interpreti principali sono Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann
Come sarebbe la vita di Maria raccontata in prima persona? La prospettiva rivoluzionaria della madre di colui che ha cambiato il mondo è ambientata tra i monumenti archeologici e la natura selvaggia della Sardegna nell’ultimo film di Paolo Zucca, Vangelo Secondo Maria. Maria, interpretata da Benedetta Porcaroli, è una ragazzina di Nazareth che sogna libertà e conoscenza, ma come donna tutto le è proibito. Alla sinagoga si entusiasma per le storie della Bibbia e impara dai profeti audacia e disobbedienza, sfidando la propria famiglia, la comunità e lo stesso creatore, sognando di scappare per scoprire il mondo. In Giuseppe, interpretato da Alessandro Gassmann, trova un maestro e un complice che la istruisce, preparandola alla fuga, finché i due non si innamorano. Tuttavia, quando stanno per abbandonarsi alla passione, arriva l’angelo dell’annunciazione. Il piano di Dio e quello di Maria non coincidono affatto.
L’intervista al regista di “Vangelo Secondo Maria”, Paolo Zucca
Dopo quasi 50 anni dalla pubblicazione, Alberti ha dichiarato di aver trovato nella Sardegna il posto ideale e in te la persona più adatta, come nasce e si sviluppa l’idea e cosa ti aspetti da questo film?
Tutto è nato quando Barbara Alberti ha visto il mio cortometraggio L’Arbitro, girato in Sardegna, a Bonarcado. Ha visto in quel lavoro, in quei panorami quasi metafisici e soprattutto in quei volti antichi, qualcosa di biblico e mi ha proposto di lavorare a una versione cinematografica del suo romanzo. Abbiamo cominciato nel 2009. A me ha appassionato la forza dei personaggi e la loro umanità a tutto tondo: non solo Maria e Giuseppe, ma anche i miserabili Anna e Gioacchino, Erode il pazzo, i vicini di casa, l’angelo aristocratico e scostante, il cugino Abner. Credo che il punto di forza di questo film sia la sua originalità. Credo che la storia d’amore tra Giuseppe e Maria, così asimmetrica e fragile, eppure così potente e universale, possa costituire un elemento di interesse. E la Sardegna, con tutta la sua ricchezza archeologica, paesaggistica, antropologica e persino linguistica.
Hai dichiarato che si tratta di un film “orgogliosamente e profondamente femminista”, cosa intendi?
Il film sposa in pieno il punto di vista di una ragazza che lotta per il diritto alla libertà e alla conoscenza. Maria vuole viaggiare e imparare a leggere e a scrivere, ma queste cose le sono negate in quanto donna. Per me il femminismo è la giusta lotta per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità per tutti, uomini e donne. Maria vorrebbe decidere della propria vita, e lotta per questo, anche se il suo nemico – apparentemente – è molto più forte di lei.
Le reazioni al film “Vangelo Secondo Maria”
Oltre al femminismo, hai affrontato altri temi sensibili. Come sono le prime reazioni? In particolare in Italia e all’estero nel parlare di una terra sotto l’occhio del ciclone ora, o nel mondo cattolico nel rivisitare una figura sacra?
A San Francisco mi sono reso conto che solo pronunciare la parola ‘Palestina‘ può creare dei problemi. Una persona mi ha detto che la Palestina non è mai esistita e che avrei dovuto dire “Terra Santa”. Credo che lui avesse un punto di vista abbastanza di parte e che l’esistenza della Palestina dovrebbe essere meglio garantita dalla comunità internazionale. Dal mondo cattolico ho avuto reazioni di diverso tipo, ma le più rigide vengono da parte di chi pensa di poter esprimere dei giudizi definitivi dopo aver visto un trailer di 90 secondi. In realtà, molti cattolici che hanno visto il film hanno capito benissimo che la mia intenzione non è certo quella di riscrivere i Vangeli. Recentemente una suora che insegna “Mariologia” presso un’università pontificia mi ha scritto queste parole: “Non c’è nulla di blasfemo nel film […] Le grandi domande che avete messo in cuore a Maria, sono le grandi domande che i credenti si sono posti da sempre su di lei, e alle quali sono state date tante risposte diverse, a seconda del tempo e della cultura. Anche il nostro tempo ha bisogno di cercare le sue risposte, di riscrivere quella storia in modo che possa continuare ad essere attuale!”. Sono parole che mi hanno fatto un immenso piacere.
Qual è la tua relazione con il mondo della fede o più in particolare con la storia di Gesù, c’è qualcosa che affrontare questo progetto ti ha fatto scoprire sul piano professionale e artistico o sul piano umano e spirituale?
Ho capito molte cose sul mondo dei Vangeli leggendo i libri di Corrado Augias. Ho capito anche che molte delle cose che crediamo siano scritte nei Vangeli, nei Vangeli non ci sono affatto. E che molte delle cose che ci sono scritte vanno prese in modo simbolico, come metafore, non come accadimenti. Ho scoperto anche il Vangelo secondo Gesù di José Saramago, che forse senza questo film non avrei letto, perdendomi un capolavoro della letteratura.
Gian Luca Atzori
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