Stefano Boeri si inventa le “aule bosco” per studiare meglio all’università
Lo studio di architettura Stefano Boeri Interiors rinnova gli spazi dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in Piemonte, con con “aule bosco”, corti verdi e ambienti a geometria variabile
Fondata nel 2004 dall’associazione internazionale Slow Food (con la collaborazione delle regioni Piemonte ed Emilia Romagna), l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo è la prima al mondo ad essere interamente dedicata alla cultura del cibo. Nel corso degli anni, l’Ateneo si è aggiornato con corsi, laboratori e viaggi didattici per poter approfondire i diversi scenari della gastronomia, riscuotendo un notevole successo a livello internazionale. A vent’anni dalla sua nascita, l’Università ha deciso di rinnovare i propri spazi affidandosi allo studio di architettura Stefano Boeri Interiors, trasformando la antica struttura con spazi aperti e flessibili ricchi di verde. “Il progetto della Pollenzo 2.0 ha l’obiettivo di accompagnare la progressiva crescita della comunità studentesca di Pollenzo e al contempo di rendere tutti gli spazi più adatti a ospitare una didattica inclusiva, partecipata e orizzontale”, spiega Carlo Petrini, Presidente dell’Ateneo. “A opera compiuta, il campus raddoppierà in dimensione dando inoltre nuova vita e nuova destinazione d’uso a un edificio storico, noto come ‘Casa della Segreteria’, che nell’atto notarile del 1958 trasferiva la proprietà dagli Eredi Savoia a una famiglia pollentina”.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: tra ambienti flessibili e spazi aperti
La sfida accolta dall’architetto Stefano Boeri e dal suo team è quella di ridisegnare uno spazio capace di rappresentare la peculiare identità dell’Ateneo, conciliando le esigenze pratiche della didattica e le questioni ambientali. Per farlo, lo studio milanese si è ispirato a tre istituzioni: il Black Mountain College fondato da John Andrew Rice e Theodore Dreiser sui Monti Blue Ridge (North Caroline), l’école de plein air de Suresnes degli architetti Eugène Beaudouin e Marcel Lods e la Corona Avenue School di Richard Neutra a Los Angeles, tutte realizzate negli anni Trenta. La sintesi di questi riferimenti prende forma in un progetto flessibile e aperto che intende riorganizzare gli spazi e creare percorsi di collegamento tra le diverse sedi dell’Università, diffuse nei vari complessi del borgo con il suo centro l’edificio costruto da Carlo Alberto di Savoia come polo economico – finanziario della tenuta. Il progetto è contraddistinto da strutture lignee (temporanee) e ricche di verde, le cosiddette “Aule bosco”, che collegheranno la biblioteca, la mensa, i laboratori e gli uffici alla nuova corte interna (ispirata alle corti sabaude), che diventerà il punto di incontro e di scambio dell’intero Ateneo. Non solo, l’Università si svilupperà attorno a due poli principali, dedicati rispettivamente: all’organizzazione del sapere e alla trasmissione del sapere.
I nuovi poli dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
Principalmente di carattere amministrativo, il polo dell’organizzazione del sapere sarà lo spazio dei docenti e includerà il complesso dell’Agenzia di Pollenzo (sede centrale dell’Ateneo) e delle Tavole accademiche (dove sarà ospitata la mensa di 225 mq che grazie al suo arredo versatile potrà trasformarsi in una grande aula studio o in una sala conferenze). Collocato all’interno di un lotto di recente acquisizione, il progetto che riguarda il polo della trasmissione del sapere elaborato da Stefano Boeri prevede la demolizione di parte della struttura in favore della nascita di una corte interna centrale dove si affacceranno le aule, la nuova aula magna, i laboratori sensoriali, la biblioteca e la segreteria. Quest’ultima prenderà forma nell’omonima Casa della Segreteria (l’edificio vincolato) e avrà una nuova reception e delle sale accoglienza al piano terra, mentre al secondo piano saranno collocate delle piccole aule studio. Infine, la Chiesa della madonnina (sconsacrata e adibita a sala espositiva) sarà collegata al nuovo edificio dell’Univeristà e trasformata nello spazio dei Granai della memoria, dove gli studenti potranno approfondire la storia del territorio e della comunità agricola attraverso testimonianze video e documenti.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo secondo Stefano Boeri
“Immaginare il futuro dell’università di Pollenzo significa sviluppare l’intuizione di Carlo Petrini di una università totalmente connaturata con gli spazi urbani, dove la trasmissione del sapere scorre ovunque e i luoghi e gli arredi della didattica acquisiscono una geometria variabile, adattabile a tutte le forme di insegnamento che le pratiche del cibo suggeriscono”, spiega l’architetto Stefano Boeri, Founder di Stefano Boeri Interiors. “Una piccola grande scuola di eccellenza alle porte delle Langhe”.
Valentina Muzi
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