Dopo il restauro, “Giuditta e Oloferne” di Donatello torna a Palazzo Vecchio a Firenze
Il celebre gruppo scultoreo, realizzato dal maestro toscano nella seconda metà del Quattrocento, dopo quasi un anno di interventi di recupero torna a essere fruibile nella Sala dei Gigli dello storico palazzo fiorentino
Il bronzo raffigurante Giuditta e Oloferne è una delle opere più note realizzate da Donatello (Firenze, 1386 – 1466), nella seconda metà del Quattrocento. La particolarità della scultura risiede nell’azione: Donatello coglie l’eroina in posizione eretta con il braccio che impugna la spada, pronta a sferrare il colpo finale, mentre il corpo abbandonato del tiranno è intrappolato tra le gambe di Giuditta. A impreziosire l’opera, originariamente, c’erano anche alcune dorature di cui oggi rimangono solo pochi frammenti. Giuditta e Oloferne torna oggi a splendere nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio a Firenze dopo un importante intervento di restauro promosso dalla Fondazione Friends of Florence. Questa, da tempo impegnata in interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico fiorentino e toscano, ha già sostenuto diversi lavori di restauro di opere della collezione di Palazzo Vecchio, come il Putto con delfino di Andrea del Verrocchio nel 2019.
L’opera “Giuditta e Oloferne” di Donatello: tra religione e politica
Donatellorealizza il gruppo scultoreo Giuditta e Oloferne tra il 1457 e il 1464. Secondo l’ipotesi più accreditata, il bronzo venne commissionato da Piero de’ Medici ma a causa della partenza dell’artista per Siena, la realizzazione dell’opera si interruppe per poi essere ripresa da alcuni collaboratori che la portarono a termine tra il 1461 e il 1464, collocandola nel giardino dell’antica residenza medicea di Via Larga, l’attuale Palazzo Medici Ricciardi.
Secondo il racconto biblico, la giovane ebrea Giuditta salvò la propria città dall’assedio dell’esercito assiro tagliando la testa al suo generale Oloferne dopo averlo sedotto e fatto ubriacare. L’opera rileggeva in chiave laica e politica il racconto della giovane eroina, come attestavano due iscrizioni (ormai perse) nel basamento lapideo quando si trovava nel giardino mediceo, ma nel 1945 vennero sostituite con quella odierna con la data del trasferimento dell’opera nella sede di governo della Repubblica fiorentina, diventando vessillo della libertà di Firenze.
Il restauro del gruppo scultoreo “Giuditta e Oloferne” di Donatello
Nel corso degli anni, l’opera ha subito diversi interventi di restauro, primo fra tutti quello condotto da Bruno Bearzi nella prima metà del Novecento, per conto delle fonderie Marinelli. Successivamente, constatando il degrado del bronzo a causa della sua collocazione sull’arengario di Palazzo Vecchio, la scultura venne trasferita nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio e sottoposta a un accurato restauro scientifico a opera dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze tra il 1986 e il 1988. Dopo una serie di interventi di mantenimento, la Fondazione Friends of Florence ha deciso di supportare il restauro del bronzo con un importante progetto durato 10 mesi e suddiviso in due fasi. La prima ha preceduto Donatello. Il Rinascimento, l’esposizione ospitata nel 2022 negli spazi di Palazzo Strozzi a Firenze, con l’obiettivo di constatare e localizzare sul bronzo le tecniche utilizzate dai restauratori dell’Opificio di Firenze negli anni Ottanta con una serie di esami diagnostici.
“Giuditta e Oloferne” di Donatello. Cosa è emerso dall’ultimo restauro
La seconda fase è stata avviata dopo i risultati dei test e ha richiesto una generale revisione conservativa dell’opera, grazie alla quale si è scoperto che era necessaria una nuova pulitura delle superfici. Con questo intervento sono state rimosse tutte le problematiche del metallo che si sono generate nel corso di decenni, oltre che “ritrattati” alcuni bruschi passaggi cromatici (e con essi alcune sostanze minerali superficiali) generatisi da diverse patine di alterazione più o meno stabili. Infine, grazie alla spolveratura si sono scoperti gli andamenti e i confini delle campiture e, quindi, quali parti del bronzo fossero originariamente impreziosite da dorature, frequenti nella scultura fiorentina di quel periodo e ricorrenti nelle opere di Donatello.
Friends of Florence e la tutela del patrimonio fiorentino e toscano
“Siamo molto felici di avere sostenuto il restauro della scultura di Giuditta e Oloferne di Donatello, un’opera fondamentale non soltanto per la storia fiorentina, ma per l’arte e la cultura mondiale”, spiega Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence. “In questo modo essa potrà continuare a mostrarsi alle generazioni presenti e future in tutta la sua potente bellezza”.
Valentina Muzi
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