Con i suoi occhi scuri, il fisco esile e il fascino discreto, Audrey Hepburn ha stravolto i canoni della bellezza femminile, ponendosi per certi versi in contrasto rispetto al modello assai più accattivante offerto da Marilyn Monroe. A poco più di trent’anni dalla scomparsa (avvenuta il 20 gennaio 1993), la celebre attrice britannica è al centro di un nuovo fumetto che ne ripercorre la vicenda biografica, accendendo i riflettori sulla vita di una donna straordinaria, che alle stravaganze e ai vizi hollywoodiani preferì uno stile apparentemente semplice e poco appariscente.
La biografia a fumetti dell’icona Audrey Hepburn
Pubblicata da ReNoir Comics, e scritta a quattro mani dalla giornalista Eileen Hofer e dal disegnatore Christopher, la graphic novel – dal titolo Audrey Hepburn. La biografia a fumetti – ripercorre la vita e la carriera di questa icona “ribelle” dello star system del primo Novecento, trasferendo su carta gli episodi cruciali della sua esistenza. Frutto di un lavoro di documentazione profondo e certosino, portato a compimento anche grazie al supporto di Luca Dotti, figlio dell’attrice, il libro si sofferma su ricordi, aneddoti, situazioni intime e momenti vissuti sotto i riflettori: si passa dall’infanzia spesa in un ambiente agiato e cosmopolita eppure influenzata dal dramma della guerra, al sogno di diventare ballerina, fino al debutto nel mondo del cinema (coronato interpretando personaggi indimenticabili come Holly Golightly in Colazione da Tiffany, la principessa Anna di Vacanze Romane, Eliza in My Fair Lady).
L’impegno di Audrey Hepburn lontano dai riflettori
Uno dei passaggi cruciali della pubblicazione è infine dedicato all’impegno umanitario della protagonista: stanca delle luci della ribalta, Hepburn si ritirerà dallo spettacolo a soli quarant’anni, per dedicarsi alla famiglia e ai meno fortunati, diventando ambasciatrice dell’Unicef. “Nei suoi ultimi anni ha girato il mondo, compresi numerosi Paesi in guerra, come ambasciatrice per l’Unicef. Perché un simile impegno?”, chiedono i due autori del fumetto a Luca Dotti, nell’intervista che chiude l’opera. “Non aveva mai dimenticato il sostegno ricevuto dall’UNRRA – l’antesignana dell’Unicef – dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le avevano regalato delle barrette di cioccolato che aveva rigettato immediatamente poiché il suo stomaco non era più abituato al cibo. Soffriva di edema, di ittero e di anemia, gli stessi mali che riconoscerà nei bambini dei Paesi che visiterà con l’Unicef”, commenta il figlio dell’attrice.
Audrey Hepburn raccontata dal figlio Luca Dotti
“Nel corso di tutta la sua carriera ha collaborato con organismi umanitari, che fossero la Croce Rossa, Medici senza frontiere o Terre des hommes. Fin dall’epoca della pièce teatrale Gigi si occupava di raccogliere fondi a favore dell’Olanda. Come ambasciatrice dell’UNICEF durante gli ultimi anni della sua vita aveva a cuore di conoscere nei minimi dettagli le destinazioni in cui si recava, consapevole dell’importanza della propria visibilità mediatica”.
Alex Urso
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