Katherine Qiyu Su – Summer Phantoms Of Desire

Informazioni Evento

Luogo
EDGE ART SPACE
Via della Consolata, 17, Torino, TO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
07/06/2024

ore 19.30

Artisti
Katherine Qiyu Su
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

Katherine Qiyu Su (1999 Beijing,
Cina) scandaglia il medium del
dipinto come veicolo espressivo
tramite cui indagare il tema della
memoria, intesa come registrazione
di accadimenti e componenti
emozionali ormai persi, nel loro
universo tangibile, ma comunque
iterabili attraverso una instancabile
riscoperta del passato.
Il timore della dimenticanza
genera nell’artista una peculiare
propensione al recupero denotativo,
fattuale, del proprio vissuto, che
viene dapprima catturato da
frammenti testuali e fotografici;
quest’ultimi rappresentano il fulcro
(“scheletro”) dell’atto pittorico
e ne consentono/indirizzano il
mutamento (“pelle”).
Coesistono inoltre delle parti
fisse che convergono all’interno di
una vera e propria impalcatura
gestuale. Questa si auto-adempie
nella prima fase della pratica,
caratterizzata dal disegno su
lino. Un disegno a carboncino,
calligrafico, che si pone al confine
tra figurazione e linguaggio
astratto ritraendo un flusso
di coscienza. Successivamente
subentra l’intervento ad olio,
contraddistinto da un’anima
liquida, impalpabile, candidamente
connotativa ed ellittica in senso
narrativo. Proprio come quella
di una creatura in costante
trasformazione.
Qiyu Su si interroga sui processi
mentali che ci consentono di
ricostruire, o meglio, “tradurre” i
significati della nostra esperienza.
Addirittura quando questa non
presenta caratteristiche del tutto
razionali:
“Mi sono resa conto che esistono
ricordi che non sono mai stati
esperienze reali, forse li ho
immaginati e vorrei averli vissuti,
o li ho incontrati nei miei sogni.
Tra questi ricordi inventati, le
esperienze reali e i sogni confusi
con la realtà, esiste un’area
grigia piena di sorprese e
ispirazioni che ci spinge a tornare
ancora e ancora.”
Qui subentra il quesito principale
intorno a cui ruota l’intero
vocabolario dell’artista. Esiste
una problematica deontologica
che siamo tenuti ad affrontare
quando ricordiamo qualcosa. Una
riflessione diviene dunque urgente
e necessaria entro i parametri
di quella che potremmo definire
“onestà intellettuale”.
“Trascrivere i sogni è come
registrare un’esistenza
immateriale, che diventa a sua
volta parte di nuovi ricordi.
Questi girarono in tondo. Stiamo
traducendo noi stessi o stiamo
fuorviando noi stessi?”
E continua:
“Non penso a pianificare il
risultato perché lo apprendo
anche attraverso il processo,
posso solo sapere quale effetto
desidero ottenere una volta
raggiuntolo. Il modo in cui
applico la vernice crea questi
segni casuali che non possono
essere previsti. Ma tutti i miei
lavori sono dipinti figurativi,
inserisco le figure e poi le
astraggo. Quindi, non importa
quanto possano apparire
indecifrabili. Io ne scorgo ancora
le forme.”
La pittura in un certo senso
“mistifica” evidenziando (talvolta
opacizzando) l’impianto della
memoria che affiora. Reminiscenza
e proiezione si intrecciano
vicendevolmente senza causare
conflitto coesistendo talvolta in
una dimensione che ammette
incoerenze di varia natura. In
tale contesto potrebbe risultare
arricchita l’analisi che intercorre
tra memoria meccanica (abitudine
motoria) e memoria pura
(emotiva), citando Henri Bergson.
O ancora tra “memoria volontaria
e involontaria” — Marcel Proust.
Nella ricerca di Qiyu Su i nostri
ricordi ci definiscono a livello
profondo, indentitario. Senza questi
saremmo una sorta di “guscio
vuoto”. Per questa ragione il fine
ultimo della sua opera risiederebbe
nella terra ibrida che sposa ricordo
concreto e immaginifico, reale e
finzionale, passato e futuro.