Monumenti, parchi e centri storici ancora sommersi di plance elettorali inutilizzate
I comuni italiani chiedono a gran voce di eliminare questa spesa inutile che degrada le città, copre monumenti, squalifica aree verdi e deturpa i marciapiedi. Ma Governo e Parlamento non si decidono ad aggiornare una legge vecchia di 70 anni
Davanti ai monumenti, nei centri storici, di fronte alle chiese, in mezzo alle piazze, nelle aiuole e nei parchi. Perfette per chi ha nostalgia dell’Italia del boom di metà Anni Cinquanta, eccole ad ogni elezione: le plance elettorali.
Le plance elettorali inutilizzate
Peccato che non servano più a granché, che non le adoperi più nessuno, che i partiti e i candidati decidano per lo più di investire le proprie risorse in altre tipologie di marketing e comunicazione e non certo nelle vecchie affissioni di manifesti attaccati mezzi storti con la scopa imbevuta di colla. Eppure le plance, per queste elezioni così come per quelle passate e probabilmente anche per le prossime, sono ancora lì: bruttissime, pericolose per le loro lamiere taglienti e spesso scarsamente manutenute, costosissime per le casse dei comuni italiani e dannose per il patrimonio visto che per installarle è spesso necessario perforare i marciapiedi con danni permanenti.
I comuni cercano di liberarsi delle plance elettorali
Tutti rassegnati all’ennesimo piccolo-grande indizio di declino e di incapacità di stare al passo coi tempi? Non tutti in realtà. Già da qualche tempo ad esempio il Comune di Roma ha deliberato di farla finita con questa modalità superata di comunicazione politica, decidendo di destinare le (ingenti!) risorse investite in questi catafalchi in sicurezza stradale. Peccato però che ci sia una legge superiore che il Comune di Roma non può in alcun modo bypassare: una legge del 1956 che impone l’installazione di queste plance e che nessuno in Parlamento o al Governo ha ritenuto di modificare nonostante potrebbe far risparmiare molti soldi agli enti locali.
Governo e Parlamento non cambiano la norma del 1956 sulle plance elettorali
E così è dimostrata ancora una volta l’incapacità della burocrazia di stare al passo e riformarsi oltre che lo strabismo delle priorità di chi amministra: invece di trovare il (poco) tempo necessario per modificare una norma vecchia e dannosa al fine di generare risparmi a vantaggio della sicurezza stradale, il Governo ha spinto per una riforma del Codice della Strada e una normativa sugli autovelox volta ad incrementare ancor di più il record tutto italiano di morti, feriti e incidenti. Paradossale. Ma indicativo: così le plance elettorali, sebbene desolatamente vuote, possono comunque essere un utilissimo monito per decidere chi votare.
Massimiliano Tonelli
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