Se l’ascesa dell’arte digitale continua inarrestabile e prosegue la sua spinta vitale anche dopo che la bolla NFT è scoppiata, il rapporto tra le fiere internazionali e questa forma espressiva è ancora in via di definizione. Tuttavia ci sono alcuni esempi pionieristici – l’abbiamo visto con la sezione digital di Art Dubai, quest’anno curata da due italiani – che iniziano a delineare una presenza sempre più chiara delle sperimentazioni digitali nel sistema fieristico. Ne è prova The Digital Art Mile, una “fiera nella fiera” ad Art Basel, dedicata esclusivamente a espositori che si occupano di arte digitale.
La prima fiera di arte digitale durante Art Basel. Dove e chi partecipa
L’iniziativa, promossa da ArtMeta e ideata da Georg Bak e Roger Haas, “trova casa” in due fabbricati – Space 25 e all’ultimo piano dello Space 31 – a pochi passi dalla fiera principale e da Photo Basel, fino al 16 giugno. Tra le gallerie partecipanti, spiccano realtà di calibro internazionale come Objkt.com, piattaforma svizzera leader nel campo del collezionismo NFT che, con la curatela di Kika Nicolela, presenta una piccola mostra, Matter & Data, in cui il corpo femminile è protagonista (dalle sculture 3D della brasiliana Monica Piloni ai ritratti “post-umani” generati dall’IA di Viola Rama). C’è poi il nuovo lavoro generativo di Bit Operations firmato da Jonas Lund da fx(hash), o ancora TAEX (nota piattaforma interdisciplinare per artisti, curatori e collezionisti di crypto art fondata nel 2020 da Inna Bazhenova), che presenta una personale di Krista Kim incentrata sulla serie Continuum, una riflessione sul rapporto tra mindfulness, disconnessione e distrazione nell’iper-utilizzo della tecnologia. Da non perdere l’esposizione della Sigg Art Foundation, che riunisce alcuni pionieri dell’arte digitale e dell’intelligenza artificiale come Grégory Chatonsky, Justin Aversano, Ben Elliot e Bernar Venet.
“The Digital Art Mile”. Per l’Italia c’è Cinello
Tra gli espositori salta all’occhio Cinello, realtà imprenditoriale tutta italiana (anzi, fiorentina), nata dall’intuizione di John Blem e Franco Losi: da un lato, mettere in dialogo i più avanzati sistemi informatici con l’ineguagliabile patrimonio artistico italiano, dall’altro offrire una panoramica aggiornata e completa sulle sperimentazioni degli artisti (nazionali e internazionali) con il digitale. E questo è quello che troviamo anche nel loro stand a Basel: tra gli artisti esposti non manca il collettivo multidisciplinare modenese fuse* (già visto a Padova con una monumentale installazione in cui l’IA dava forma ai sogni), che in questo caso presenta un progetto sull’illustrazione botanica.
Laura Cocciolillo
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