Giubileo 2025. Dal maxi cantiere di Piazza Pia a Roma spuntano ritrovamenti archeologici
Fanno parte del progetto di riqualificazione e pedonalizzazione della piazza situata tra Castel Sant’Angelo e Via della Conciliazione i lavori di scavo che hanno rivelato antichi paesaggi urbani finora sconosciuti
È anche noto come il “cantiere capofila” dell’Anno Santo quello di Piazza Pia che “da ponte Sant’Angelo fino a piazza del Risorgimento sarà una passeggiata bellissima che potremmo fare a partire da dicembre 2024”, racconta l’assessora Ornella Segnalini, commentando l’avanzamento del cantiere finanziato con 79,5 milioni di euro dal Giubileo. Ma i lavori, avviati nell’agosto del 2023, stanno progressivamente portando alla scoperta di antichi paesaggi urbani e brani di storia di Roma finora sconosciuti, tra cui una fullonica romana di 500 metri quadri (ossia una lavanderia) e ampie superfici mosaicate.
Il maxi cantiere di Piazza Pia a Roma. Il progetto
Il progetto di pedonalizzazione di Piazza Pia, situata tra Castel Sant’Angelo e Via della Conciliazione, prevede la realizzazione di un sottovia in cui far confluire il traffico che andrà a collegarsi con quello di Lungotevere in Sassia. Tuttavia, i lavori, eseguiti da Anas in convenzione con Roma Capitale, hanno dovuto fare i conti con importanti rinvenimenti archeologici che hanno già fatto slittare la conclusione al 24 e non più all’8 dicembre 2024: “Questo è davvero un caso emblematico di come la collaborazione istituzionale e la giusta visione del significato della tutela e della valorizzazione dei nostri beni culturali possa portare a una soluzione doppiamente positiva: grazie al cantiere abbiamo scoperto questa bellissima fullonica e gli altri ritrovamenti, che riusciremo a rendere conoscibili e a valorizzare ma, allo stesso tempo, riusciremo anche a realizzare nei tempi previsti il sottopasso”, ha dichiarato il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri.
Il maxi cantiere di Piazza Pia a Roma. I ritrovamenti
Hanno portato alla luce straordinari ritrovamenti archeologici i lavori nell’ambito della realizzazione del sottopasso di Piazza Pia in una zona, tra l’altro, che era stata già scavata innumerevoli volte: per i bastioni di Castel Sant’Angelo, per i lavori di via della Conciliazione, per metterci il collettore basso Farnesina, per i muraglioni di Roma Capitale del Tevere e “non si sapeva assolutamente nulla della presenza di questa gigantesca fullonica che è in uno dei pochi punti che non era stato scavato ed è uno dei grandi regali che Roma ci fa”, continua Gualtieri. All’inizio dell’età imperiale era un edificio residenziale che, secondo una comune modalità di riuso, è stato trasformato in una fullonica, un impianto a cielo aperto per lavare panni e vestiti. I resti delle prime fasi dell’edificio sono alcune stanze rettangolari pavimentate in mosaico in tessere di palombino, bordato da una cornice a tessere nere, mentre dalla fase successiva della fullonica restano alcune vasche per il lavaggio e dei vasi interrati destinati all’immersione dei panni nel prodotto detergente, solitamente urina.
Il maxi cantiere di Piazza Pia a Roma. Delocalizzazione e valorizzazione dei ritrovamenti
“L’archeologia di emergenza per la realizzazione del sottopasso di piazza Pia deve in ogni caso tutelare ritrovamenti e scoperte. In questo caso la conservazione dei reperti attraverso la loro delocalizzazione deve portare anche a una valorizzazione: la Soprintendenza ha proposto di ricollocarli a Castel Sant’Angelo, in antico il sepolcro di Adriano costruito negli Horti di Domitia il contesto dove le strutture ritrovate probabilmente sorgevano in origine”, ha spiegato la Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro anticipando che la fullonica verrà impacchettata e spostata al mausoleo di Adriano per permettere il prosieguo dei lavori in vista dell’Anno Santo. “È finita l’epoca in cui le sovrintendenze esprimevano la burocrazia del no, si è aperta un’era di collaborazione efficace e istituzionale nel segno dell’articolo 9 della costituzione che ci parla di tutela ma anche di valorizzazione. Con ragionevolezza e buon senso dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di modernizzazione del tessuto urbano con le esigenze di tutela della storia e dei beni archeologici”, ha concluso il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. E stavolta non si può che essere d’accordo con lui.
Caterina Angelucci
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