Informazioni Evento

Luogo
CONDOMINIO
via Melchiorre Gioia, 41, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
17/06/2024
Curatori
Andrea Elia Zanini
Generi
arte contemporanea

Il Fondo Malerba per la Fotografia presenta, negli spazi di Condominio, la mostra di restituzione della terza edizione del Premio Mila per la Fotografia Contemporanea.

Comunicato stampa

Il Fondo Malerba per la Fotografia presenta, negli spazi di Condominio, la mostra di restituzione della
terza edizione del Premio Mila per la Fotografia Contemporanea.
Il Premio nasce nel 2014 per ricordare la memoria di Mila Malerba, co-fondatrice del Fondo. Giunto alla sua
terza edizione, promuove la fotografia contemporanea attraverso la produzione e l’acquisizione di opere di
giovani artiste e artisti under 40. Durante la serata inaugurale di lunedì 17 giugno 2024 sarà proclamata/o la
vincitrice o il vincitore del premio di acquisizione, e l’artista selezionata/o entrerà a far parte della Collezione
Malerba.
La giuria, composta da Caterina Angelucci (giornalista e curatrice), Matteo Balduzzi (curatore MUFOCO),
Bernardo Follini (curatore Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Francesca Lazzarini (curatrice) e
Andrea Elia Zanini (curatore Fondo Malerba per la Fotografia), ha valutato attentamente le candidature e
selezionato le sei artiste e artisti meritevoli che saranno esposti nella mostra: Alien (1992), Silvia Bigi
(1985), Federica Di Pietrantonio (1996), Giulia Iacolutti (1985), Jacopo Rinaldi (1988) e Rui Wu
(1991).
Alien - Bodybuilders (2022 - on going): Bodybuilders tenta di mappare la complessa cultura performativa
drag contemporanea con l’intento di ridefinire il termine “drag”, sovvertendo il concetto di binarismo e
includendo nel discorso donne cis, persone trans e non binarie. Il progetto, assegnatario della borsa di ricerca
Italian Council del 2023, è iniziato con una ricerca nel Regno Unito e si è poi ampliato con un'indagine
recentemente conclusa in Sud America e proseguirà con una imminente in Nord America. Alien documenta
la scena drag attraverso una vasta gamma di riferimenti estetici, culturali e socioeconomici, interagendo con
artist-run spaces, associazioni no-profit, club e locali LGBTQAI+. Bodybuilders diventa in questo modo un
archivio che traccia storie in continuo mutamento e offre una riflessione profonda sui linguaggi artistici e
performativi, amplificando la rappresentazione di comunità legate all’attivismo e alla diversità di genere e di
espressione. Questo lavoro mira a portare alla luce percorsi artistici non convenzionali, riflettendo la
complessità intersezionale che caratterizza la comunità queer contemporanea.
Silvia Bigi - Are you nobody, too? (2022): Il progetto di Silvia Bigi nasce da una fotografia ritrovata
nell’estate del 2021, ritraente la sua prozia Irma, la cui esistenza fu negata e nascosta. Questa è l'unica
immagine che rappresenta Irma, primogenita di sette figli, ma tenuta sempre lontana dallo sguardo pubblico
e dalle genealogie ufficiali della famiglia. A partire da questa identità negata, Silvia Bigi utilizza la
tecnologia per dare voce alla donna. Attraverso l’app Speakpic, Irma viene fatta "parlare" con una voce
artificiale, generando un monologo che combina parole di poetesse e scrittrici del Novecento – molte delle
quali affrontarono disturbi psichici come bipolarismo, depressione e schizofrenia. Questo monologo sfida il
labile concetto di “sanità mentale" e illumina i tabù associati al disagio psichico, soprattutto in relazione alle
donne, che hanno spesso subito pratiche di assoggettamento. L’opera di Silvia Bigi decostruisce le norme
sociali, creando un dialogo che mette in discussione la normatività, la regolazione e il controllo. Irma diventa
un "anti-corpo", ospitando una moltitudine e sfidando qualsiasi tentativo di normalizzare la complessità e la
molteplicità dell’identità mentale.
Federica Di Pietrantonio - Constant Repeat (2023): Federica Di Pietrantonio esplora il ruolo mediatico e
culturale del machine animation e delle sottoculture digitali. Il lavoro si basa sulle esperienze di utenti che si
identificano nei termini hikikomori, neet (not engaged in education, employment or training) e gold farmer
(chi pratica massively multiplayer online game). Di Pietrantonio indaga le condizioni socioeconomiche e gli
impatti sulla quotidianità, identità e adattamento sociale di questi individui, che scelgono di vivere in
isolamento sociale e intimità online. Le fotografie sono state realizzate all’interno del videogioco Farming
Simulator 22, con modifiche al software originale che includono architetture della mappa e funzionalità della
camera di ripresa e delle luci. Ogni immagine è accompagnata da testimonianze degli utenti raccolte online,
tramite blog e piattaforme di chatting (Reddit, Discord ecc.), che appaiono come sottotitoli. La ricerca
documentaristica si avvicina alle pratiche di conservazione degli archivi digitali, restituendo valore e
permanenza a testimonianze altrimenti effimere. Il progetto espone le complessità dell'appartenenza e
dell'identità nell'era digitale, ponendo domande sul rapporto tra individuo e società.
Giulia Iacolutti - The golden liquid (2024): Giulia Iacolutti esplora il tema del latte umano, definito l’oro
liquido dell’alimentazione infantile. Collaborando con ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita
dell’Università di Trieste, il CIMA (Centro Interdipartimentale di Microscopia Avanzata) e l’Istituto di
Anatomia Patologica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, Iacolutti studia la composizione
del proprio latte, le difficoltà e gli effetti emotivi dell’allattamento prolungato. Il progetto include fotografie
del latte realizzate al microscopio, dettagli di parti del corpo coinvolte nell'allattamento, un film in super8
della spremitura manuale del latte, e l’analisi del tracciato oculare durante il ricordo del primo attaccamento
al seno della figlia. Le fotografie realizzate in orotone, una tecnica che utilizza pigmenti d’oro su vetro
trattato, aggiungono una dimensione preziosa al lavoro. Questo progetto multidisciplinare colloca
l’allattamento, tema invisibile nelle politiche pubbliche, come spazio su cui si esercita un rigido controllo
socioeconomico, proponendo una revisione incentrata sul benessere psicofisico della coppia allattante-
allattata/o.
Jacopo Rinaldi - Harald Szeemann nel suo archivio (2017): Jacopo Rinaldi, che ha partecipato al Premio
Mila con il progetto Un archivio a Roma, al mercato di Porta Portese, nel banco di Franco, in una scatola
per scarpe (2024) ancora in fase di produzione, presenta in mostra Harald Szeemann nel suo archivio una
ricerca sulla relazione tra memoria e architettura vista attraverso la Fabbrica Rosa (Maggia, Svizzera),
l'archivio e studio di Harald Szeemann (1933 - 2005) considerato uno dei più influenti curatori della storia
dell’arte contemporanea. Il lavoro nasce dalla documentazione finale dell'archivio prima che l’edificio venga
riconvertito. Il progetto consiste in un rilievo architettonico laser-scan della Fabbrica Rosa durante la sua
ultima apertura al pubblico, realizzato con il Dipartimento di rappresentazione digitale dell'Accademia di
Architettura di Mendrisio, in Svizzera. La scansione ha creato una traccia digitale dello spazio e delle
persone che lo attraversavano. Il lavoro proposto è uno dei capitoli di questa ricerca. Si tratta di una serie di
fotografie, testi, infografiche e dati architettonici che raccontano la vita di Harald Szeemann e del suo
archivio.
Rui Wu - Quando viene il rosso (2024): Utilizzando un puntatore laser da circa due chilometri, Rui Wu
illumina una parete rocciosa nel buio, colorando parzialmente la montagna di rosso, e ritraendola dopo circa
20 minuti di esposizione. L’idea prende spunto da una canzone di un vecchio film cinese che Wu ricorda
dall'infanzia, in cui i protagonisti intonano "quando arriverà l’armata rossa, le azalee fioriranno su tutte le
colline". L’azalea, in cinese 映山红, significa "riflettere il colore rosso sulla montagna". Wu indaga il
contrasto tra la crudeltà dell’esercito e la fantasia romantica dei fiori rossi sulle montagne, esplorando come
questo potrebbe apparire effettivamente. Il risultato è una montagna parzialmente dipinta di rosso, che
stimola riflessioni sul ricordo, sulla violenza e sulla bellezza intersecate nelle memorie storiche e personali.