Il bimillenario di Plinio il Vecchio celebrato in una mostra diffusa a Como
Oltre 40 opere provenienti dai maggiori musei italiani raccontano la figura e la vita dell’erudito latino, dall’antichità ai giorni nostri. Era nato proprio a Como duemila anni fa
Plinio il Vecchio, scrittore e filosofo, autore del trattato Naturalis Historia, enciclopedia naturalistica ante litteram, compie quest’anno duemila anni e una mostra diffusa nella sua città natale, Como, lo celebra. L’esposizione, a cura del professore di Archeologia Gianfranco Adornato, si chiama Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura e presenta fino al 31 agosto un racconto inedito dedicato alla figura e alla vita dell’erudito latino, dall’antichità ai giorni nostri, attraverso oltre 40 opere provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane, tra cui le Gallerie degli Uffizi, i Musei Vaticani, la Biblioteca Palatina – Complesso monumentale della Pilotta.
I duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio
Nato a Novum Comum (l’odierna Como) tra il 23 e il 24 d.C. e morto a Stabia nel corso dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, Gaius Plinius Secundus, Plinio il Vecchio, si è imposto come figura cruciale del processo di sviluppo culturale europeo. La sua Naturalis Historia non solo è la più antica ‘enciclopedia’ giunta fino a noi, ma è anche una delle più significative opere dell’antichità. Con l’obiettivo principale di approfondire ed evidenziare l’influenza dell’opera pliniana sul processo di sviluppo culturale europeo dall’antichità ad oggi, il Ministero della Cultura ha istituito nel febbraio del 2023 il Comitato Nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio per programmare, promuovere e curare lo svolgimento delle manifestazioni per le celebrazioni del bimillenario pliniano. Una di queste è la mostra comasca.
La mostra dedicata a Plinio il Vecchio
“Plinio il Vecchio non ha scolpito statue, non ha dipinto quadri. Eppure, è presente indirettamente in molti di essi”, dichiara Luca Levrini, Presidente Fondazione Alessandro Volta e Presidente Comitato Nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio. “La mostra a lui dedicata rende quindi plastica la sua Naturalis Historia, quasi che la sua immensa opera scritta si sia concretizzata in statue della cultura antica”. Fulcro storico e artistico dell’intero percorso espositivo sono, infatti, due tra le più celebri e discusse opere statuarie dell’antichità: la Statua di efebo nudo tipo Westmacott conservata a Castel Gandolfo e concessa dai Musei Vaticani – da cui provengono anche i busti dei tre imperatori Tiberio, Tito e Augusto – e il Doriforo, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi insieme ai ritratti degli imperatori Claudio, Vespasiano e Domiziano e a quattordici gemme, esemplari antichi messi in relazione con il testo pliniano per sottolineare la grandiosità di questi preziosissimi oggetti.
Le sedi della mostra e il nuovo spazio multimediale Vis Comensis
Nelle due sedi principali – Palazzo del Broletto e l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio – la mostra si articola in sei sezioni che indagano diversi aspetti della sua vita e della sua fortuna, tra cui quella dedicata a opere di artisti contemporanei internazionali del calibro di Luigi Spina, Fabio Viale, Giulio Paolini, Andy Warhol e Cy Twombly, ispirate all’opera e alla storia di Plinio Il Vecchio. Parte del percorso espositivo diffuso in città è anche il nuovo spazio multimediale Vis Comensis, situato in un palazzo storico di Como, dal XIX secolo sede del più importante liceo cittadino: qui per tutto il 2024 la terza sala, dedicata a celebrare ricorrenze e anniversari, accoglie infatti un approfondimento dedicato a Plinio il Vecchio. In una sorta di galleria virtuale, attraverso l’interazione vocale, il pubblico può attivare una breve narrazione visiva di alcune delle sculture pìù importanti dell’epoca romana, decifrabili grazie agli scritti di Plinio nel suo enciclopedico lavoro, la Naturalis Historia. Completa la mostra il catalogo, edito da 24 ORE Cultura, con importanti contributi scientifici di studiosi emeriti.
Claudia Giraud
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