Il Museo MAXXI di Roma dedica una grande mostra retrospettiva a Giovanni Anselmo
Arriva dal Guggenheim di Bilbao “Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte”, la mostra interamente dedicata all’artista piemontese e da lui progettata prima della scomparsa. Un viaggio che attraversa le fasi più importanti della sua carriera, riunendo opere iconiche realizzate tra gli Anni Sessanta e Duemila
Reduce dal recente record di visite per la mostra Ambienti 1956 – 2010, il Museo MAXXI di Roma prosegue il suo palinsesto espositivo con Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte, a cura di Gloria Moure e in collaborazione con il Guggenheim Museum di Bilbao, dove ha debuttato lo scorso febbraio. Una mostra senz’altro più intima, intellettuale e meno coinvolgente per un pubblico pop, ma assai rilevante per la programmazione culturale del museo. Un equilibrio (una mostra sofisticata accanto ad una mostra più popolare) che potrebbe essere il leit motiv del MAXXI per i prossimi anni. Il progetto si focalizza sulla ricerca, l’approccio e la carriera del grande artista Giovanni Anselmo (Borgofranco d’Ivrea, 1934 – Torino, 2023), riunendo opere iconiche realizzate tra gli Anni Sessanta e Duemila. Oltre a restituire un ritratto dell’artista piemontese recentemente scomparso, la mostra – fruibile sino al 6 ottobre 2024 – si pone come un’opera completa ideata e progettata dall’artista prima della sua morte.
La mostra “Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte” al MAXXI di Roma
Immaginata come un viaggio senza interruzioni, Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte accompagna il pubblico alla scoperta di uno degli artisti fondatori del movimento dell’Arte povera, riunendo opere che spaziano dall’installazione alla fotografia, alla scultura, contraddistinte da una cifra stilistica peculiare. Nel corso della sua carriera, Anselmo ha concentrato il suo interesse sull’ordine e la ciclicità dei fenomeni naturali, cercando di dare forma all’energia, al tempo, all’orientamento e alle forze gravitazionali attraverso i suoi lavori. Ne sono un esempio Particolare di infinito, Direzione, Mentre verso oltremare il colore solleva la pietra, Torsione e Dissolvenza (per citarne solo alcuni), che si sposano perfettamente con lo spazio espositivo della Galleria 5, la più scenografica del Museo MAXXI.
La mostra “Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte” secondo la curatrice Gloria Moure
“Oltre al suo importantissimo lascito artistico, Anselmo ci mostra l’esempio della sua posizione e della sua convinta difesa”, così scrive la curatrice Gloria Moure nel testo critico di accompagnamento alla mostra. “Opponendosi fin dall’inizio a qualsiasi evasione estetica, ritrasmette l’essenza dello smarrimento e della poesia che comportano le nostre percezioni, e con essa la certezza che dobbiamo osservare e non vedere, perché questo è il motivo per cui l’arte è parte della condizione umana. Con Giovanni Anselmo ci rendiamo conto che la condizione umana è, per così dire, la condizione artistica, perché gli individui non hanno altra scelta che ridefinire continuamente il proprio ambiente, relativizzando e mettendo in discussione le convenzioni precedentemente stabilite”.
Parola al direttore del Museo MAXXI di Roma Francesco Stocchi
“La mostra ‘Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte’ rappresenta la seconda tappa del nuovo programma e direi che è una mostra complementare ad ‘Ambienti 1956 – 2010’ perché lavora con la pelle dell’architettura”, spiega ad Artribune Francesco Stocchi, direttore artistico del museo d’arte contemporanea romano. “Se con la mostra ‘Ambienti’ presentiamo una serie di opere dove ‘si entra e si esce’ sottraendo l’oggetto artistico a favore del visitatore e dell’architettura, con Giovanni Anselmo torniamo a l’objet d’art all’interno di un contesto sensibile di un artista che lavora sui fenomeni naturali e le energie che sostengono la nostra vita. Tutto l’invisibile che in realtà comanda le nostre vite, come: il magnetismo, l’equilibrio, l’idea di tempo e di erosione”. Una mostra importante e di grande impatto che, sebbene possa sembrare in un primo momento “difficile e criptica”, si sposa benissimo con gli spazi di Zaha Hadid e “questa nuova direzione del museo ha le idee chiare nel voler accogliere questo edificio straordinario”, continua Stocchi. “Un’impresa non semplice ma le difficoltà spesso sono suggeritrici di nuove idee. Abbiamo un giardino, coltiviamolo”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati