A Milano c’è un affascinante palazzo ottocentesco pieno di gallerie d’arte contemporanea
ERA Gallery è stata fondata a Milano nel 2019 da Patrizia Tenti e da qualche mese ha lasciato via Palermo per aprire la sua nuova sede nel suggestivo Quadrilatero del Silenzio in Porta Venezia. In un palazzo pieno di gallerie
Specializzata nella ricerca di artisti emergenti internazionali provenienti dall’Asia (in particolare dalla Corea), dall’Africa e dall’America, ERA Gallery si dedica anche alla riscoperta di artisti italiani del XX Secolo – come Mario Surbone e Antonio Calderara –, collaborando sia direttamente con questi sia con i loro eredi e le fondazioni che li rappresentano. Da aprile di quest’anno, la galleria fondata nel 2019 da Patrizia Tenti si è spostata da via Palermo, tra le fermate di Moscova e Lanza, a via Gioacchino Rossini 3 in un palazzo di fine ‘800 in Porta Venezia, nell’affascinante Quadrilatero del Silenzio. E qui, dal 20 giugno 2024 presenta la mostra Shaping Grace and Disquiet, a cura di Domenico De Chirico, con Chidinma Nnoli (Enugu, Nigeria, 1998), Michael Igwe (Lagos, Nigeria, 1994), Caterina Sammartino (Roma, 1997), Luca Di Terlizzi (Tivoli, 1998), Gianmarco Porru (Oristano, 1989).
A Milano la nuova mostra di ERA Gallery
Si appella al concetto di Lebenswelt o “mondo della vita”, elaborato da Edmund Husserl, la mostra Shaping Grace and Disquiet, per cui si intende da un lato l’universo dell’autoevidenza, quale fondamento antropologico di ogni determinazione nella relazione dell’essere umano con il mondo, e dall’altro la dimensione concreta della vita, visibile e pratica: “La collettiva si prefigge l’obiettivo di perscrutare, attraverso innumerevoli interrogativi, il fosco universo del subconscio che misteriosamente muove le fila per determinare tutte quelle modalità, alquanto singolari, che ciascuno di noi adotta nel momento in cui si rapporta con la realtà sensibile, ossia quello spazio oscuro e impalpabile definito come ‘un torrente sempre in movimento’ dal filosofo romano del IV secolo Calcidio”, racconta il curatore. Dunque, il percorso espositivo si configura come una ricerca spasmodica da parte degli artisti delle idee di bene, vero, giusto e bello che “ci obbliga a fare i conti con tutto ciò che corrisponde al trauma interpretativo delle percezioni più personali, quelle relative al proprio vissuto e alle relazioni che ciascun individuo intreccia col mondo circostante”, continua De Chirico.
A Milano la nuova mostra di ERA Gallery. Gli artisti
Tra paesaggi astratti o appena accennati e stati d’animo impenetrabili, i cinque artisti invitati – Chidinma Nnoli, Michael Igwe, Caterina Sammartino, Luca di Terlizzi e Gianmarco Porru – riflettono, in uno scenario antitetico tragico e ironico insieme, sul senso della vita e della morte, sulla vulnerabilità dell’anima, sulle memorie più intime, sul passare del tempo e i cambiamenti, ma anche sulle gerarchie sociali. “Attraverso una vivace eterogeneità dei colori, che permea le emozioni più disparate, gli artisti affrescano tutto ciò che, a suon di delicatezza e di struggimento, si anima costantemente fuori e dentro ciascuno di noi”, conclude Domenico De Chirico.
A Milano la nuova mostra di ERA Gallery nel Quadrilatero del Silenzio
È racchiuso tra via Serbelloni, via Mozart, via Cappuccini e via Vivaio il Quadrilatero del Silenzio, così chiamato per essere un vero e proprio piccolo mondo silenzioso e segreto fuori dal caotico quartiere di Porta Venezia. La zona, che ora si caratterizza per statue, sculture (prezioso l’orecchio di Adolfo Wildt che ascolta il cuore della città in via Serbelloni 10), mosaici e giardini nascosti (celebre quello con i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi con un po’ di attenzione visibili anche dalla strada), è stata solo campagna fino più o meno al 1870. E il palazzo di via Gioacchino Rossini 3 – dove ha sede non solo ERA Gallery ma anche la parigina Ciaccia Levi, la svizzera Galerie Gregor Staiger e Conceptual Fine Arts – è stato costruito su progetto di Innocenzo Odescalchi e Pietro Ortelli, che ne ha curato le decorazioni e gli interni, tra il 1871 e il 1887. Questo, in pieno stile eclettico, è stato dimora di mecenati (tra cui Alexander Iolas) e artisti dell’800 e del ’900 italiano (è infatti chiamato anche ‘casa degli artisti’) e custodisce una romantica corte che si caratterizza per colonne monolitiche in marmo di Candoglia, a candelabro bramantesche e altre cilindriche che riportano tutte capitelli diversi e che reggono archi. Da visitare.
Caterina Angelucci
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